A giugno 2021, la bozza di revisione del regolamento eIDAS ha delineato la creazione di un European Digital Identity (EUDI) Wallet. La Commissione europea sembra voler spingere l’allargamento dell’arena competitiva, introducendo un nuovo ruolo, quello di Wallet Provider, che potrebbe potenzialmente essere ricoperto tanto da attori tradizionali quanto da nuovi soggetti. Per sperimentare questo nuovo paradigma sono state incentivate iniziative di collaborazione tra i diversi Paesi per lo sviluppo di wallet, utilizzabili in diversi casi d’uso in ambito pubblico e privato. Nella prospettiva della transnazionalità, a febbraio 2022 è stato lanciato un bando da 37 milioni di euro per lo sviluppo di progetti pilota.
“Siamo davanti a un bivio che potrebbe portare ad una rivoluzione del settore – afferma Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Digital Identity -. Se il wallet sarà considerato solo come un nuovo ‘contenitore’ per identità digitali e credenziali esistenti, senza modificare la configurazione attuale del mercato e dell’offerta all’utente, sarà semplicemente un ritocco di quanto siamo già abituati a utilizzare. Se invece davvero si riuscirà a raggiungere l’interoperabilità, abilitando sinergie tra servizi digitali in Stati diversi, allora si assisterà davvero alla rivoluzione dell’identità Digitale. Ne ha parlato ieri l’Osservatorio Digital Identity della School of Management del Politecnico di Milano, durante il convegno “Digital Wallet: identity (r)evolution”.