Guyana Francese, alta tecnologia italiana per l’esplorazione di Marte e Giove

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Parlano italiano gli strumenti destinati a esplorare Marte, visitare le misteriose lune di Giove coperte di ghiaccio, andare a caccia del lato sconosciuto dell’universo, fatto di materia oscura e di energia oscura, che lo occupano per il 95% ma che non si sa di che cosa siano fatte: sono alcune delle missioni di esplorazione spaziale che prenderanno il via nel 2023 e alle quali l’Italia contribuisce con la sua tecnologia e la sua industria. Le ha presentate in una conferenza stampa il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Giorgio Saccoccia.

Il primo appuntamento sarà in aprile, con il lancio della missione Juice (JUpiter ICy moons Explorer) dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), diretta alle lune di Giove Ganimede, Europa e Callisto, che sotto la loro superficie ghiacciata nascondono acqua liquida e che, forse, potrebbe ospitare forme di vita.

Il 20 gennaio il veicolo lascerà l’Europa per la base europea di Kourou (Guyana Francese) e dopo sette anni viaggio, nel 2030, arriverà a destinazione. Degli 11 strumenti di bordo forniti da sette Paesi, il contributo maggiore è italiano, con il sistema di telecamere Janus realizzato con l’Università Parthenope di Napoli, il radar Rime realizzato con l’Università di Trento che scruterà sotto i ghiacci e 3Gm, messo a punto con l’Università Sapienza di Roma, che misurerà l’estensione dei mari nascosti.

È previsto non prima di settembre il lancio di Euclid, il satellite dell’Esa per studiare materia ed energia oscure, con un forte contributo di Italia e Regno Unito. In entrambi i progetti svolge un ruolo importante l’industria Italiana, con Leonardo e Thales Alenia Space (Thales-Leonardo), così come è coinvolta nella missione ExoMars, nella quale “dopo il via della Ministeriale Esa del novembre 2022, ora le attività riprendono a pieno ritmo”, ha detto Saccoccia. “I tempi della nuova missione sono stretti”.

Poiché dopo la rottura della collaborazione fra Esa e Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina è stata avviata una collaborazione con la Nasa, “adesso abbiamo bisogno della formalizzazione da parte degli Stati Uniti della disponibilità per quanto riguarda le risorse. Il budget sarà definito nella seconda metà del 2023”.