“Il 63,8% della popolazione in Ucraina non è vaccinata contro il Covid-19: un dato che non deve essere sottovalutato, considerata la drammatica situazione che poterà nelle prossime settimane migliaia di profughi nel nostro Paese. I piani di accoglienza del Governo per accogliere i civili in fuga dovranno necessariamente includere la vaccinazione di anziani e fragili provenienti dalle zone di guerra, evitando diseguaglianze tra le Regioni. Occorreraà eventualmente rivalutare l’entità delle donazioni di vaccini a mRna a Paesi in difficoltà, considerata la necessità di estendere la campagna vaccinale ai profughi”. Lo rileva Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe che oggi pubblica il monitoraggio sulla pandemia del 23 febbraio-1mo marzo. Un report che conferma l’ulteriore discesa dei principali indicatori: giù per la quinta settimana di seguito i nuovi casi (275.376, pari a -21,1%) e diminuiscono anche decessi (1.488, pari a -18,6%, di cui 122 riferiti a periodi precedenti), terapie intensive (-188 cioè -21%), ricoveri (-2.620 pari a -20%), isolati a casa (-215.755 pari a -16,9%) e attualmente positivi (-218.563 pari a -16,9%). Ma scendono anche i tamponi (-12,7%), da 3.303.720 del 16-22 febbraio a 2.885.324 dell’ultima settimana. Al ralenti le nuove vaccinazioni, sia tra i bambini 5-11 anni sia tra gli over 50. “Al 2 marzo – rilevano da Gimbe – sono 7,03 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,27 milioni guarite da Covid-19 da meno di 180 giorni e pertanto temporaneamente protette: gli attualmente vaccinabili sono dunque circa 4,8 milioni, un dato che non tiene conto delle esenzioni di cui non si conosce il numero esatto”.