Greggio in rally, il Brent tocca i massimi da 7 mesi (50,25 dollari al barile)

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Il punto. Il Ftse Mib segna -0,45%, il Ftse Italia All-Share -0,38%, il Ftse Italia Mid Cap -0,07%, il Ftse Italia Star +0,07%.

Mercati azionari europei in lieve rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,2%, il Cac40 di Parigi lo 0,15% e il Ftse100 di Londra lo 0,1%. In controtendenza l’Ibex35 di Madrid (-0,7%)

Il Pil della Spagna nel primo trimestre è cresciuto dello 0,8% rispetto al trimestre precedente, in linea con le attese e con la precedente rilevazione. Rispetto allo stesso periodo del 2015 il Pil è cresciuto del 3,4%, in linea con le attese.

Euro in recupero dal minimo da metà marzo contro dollaro a 1,1129 toccato ieri. EUR/USD al momento segna 1,1170 circa.

Mercati obbligazionari eurozona poco mossi. Il rendimento del Bund decennale è stabile allo 0,17%, quello del BTP scende di 1 bp all’1,43%. Lo spread scende di 1 bp a 126. 
Bancari in ritracciamento dopo due sedute in forte rialzo. L’indice FTSE Italia Banche segna -2,5% circa. Sotto pressione Banco Popolare (-5%), UBI Banca (-5%), UniCredit (-3,8%), BP Milano (-3,8%). Standard & Poor’s ha confermato i rating di UniCredit SpA a ‘BBB-‘ a lungo termine e ad ‘A3’ a breve termine, l’outlook rimane stabile.

In rialzo Telecom Italia (+2,5%). Ieri il cda della Cdp ha avviato trattative in esclusiva con Enel (invariata) per la cessione di una quota di maggioranza di Metroweb, preferendo l’offerta della società elettrica a quella (di pari valore) proposta da Telecom. Nell’assemblea di ieri l’ad Flavio Cattaneo ha affermato che il nuovo piano industriale conterrà novità sul fronte dei ricavi e ha aperto alla possibilità di una collaborazione con Enel nella rete a banda ultralarga.

Petrolio. Il future sul Brent sopra 50 dollari al barile per la prima volta da novembre, si spinge fin sui 50,25 $/barile, quello sul WTI i 49,97 $/barile. Dopo avere guadagnato il 2,9% nelle precedenti due sedute, i future sul Brent a Londra hanno toccato un progresso dello 0,80% segnando il prezzo più elevato in intraday dal 4 novembre scorso e superando per la prima volta da quella data quota 50 dollari al barile. Dietro alla positiva performance il declino delle scorte Usa di 4,23 milioni di barili la scorsa settimana, contro il calo di 2 milioni previsto, e la produzione in Nigeria scivolata ai minimi di 20 anni a causa dei recenti attacchi terroristici.

Giappone: Tokyo poco mossa con l’indice Nikkei 225 che chiude a +0,09%. 
Dopo il progresso registrato in aprile per la fiducia delle aziende manifatturiere del Giappone, maggio porta un nuovo declino. Il Reuters Tankan, indice che anticipa l’omonimo sondaggio trimestrale della Bank of Japan, è infatti crollato in maggio a 2 punti da 10 punti di aprile (6 punti in marzo), a causa soprattutto dell’impatto del rafforzamento dello yen sull’export dei settori di automotive, elettronica e macchinari di precisione. Il sondaggio, condotto tra 510 aziende giapponesi medio-grandi (in un periodo che va dal 9 al 23 maggio), prevede comunque un ritorno a 5 punti in agosto. Il Reuters Tankan nel settore dei servizi è invece calato a 19 punti da 23 punti di aprile (24 in marzo), ed è atteso a un ulteriore scivolamento fino a 18 punti nei prossimi tre mesi.

Borse cinesi stabili: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a +0,16% circa, l’indice Hang Seng di Hong Kong al momento è invariato.

Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +0,70%, Nasdaq Composite +0,70%, Dow Jones Industrial +0,82%. 

Borse asiatiche
Seduta contrastata sui mercati asiatici, nonostante il rally del Brent, tornato per la prima volta dallo scorso novembre sopra quota 50 dollari al barile. A deprimere i corsi sono soprattutto i timori sulla tenuta dell’economia di Pechino e non a caso sono proprio i listini cinesi a spingere al ribasso l’intera regione. 
L’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, è sostanzialmente piatto dopo il balzo dell’1,2% registrato mercoledì dai minimi delle ultime 12 settimane di martedì. In vista della chiusura Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 perdono entrambi intorno allo 0,40% mentre è di circa lo 0,70% la flessione dello Shenzhen Composite. 
Più moderato il declino di Hong Kong: l’Hang Seng è infatti in negativo ma poco sotto la parità (performance leggermente peggiore per l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, in calo intorno allo 0,30%).

Sul fronte valutario il dollaro è complessivamente in moderato declino nei confronti delle altre principali monete, ma lo yen si è apprezzato sulla divisa Usa all’apertura di seduta. Questo non ha comunque impedito alla piazza di Tokyo di chiudere in positivo. Il Nikkei 225 ha però eroso gran parte dei suoi guadagni iniziali e ha limitato allo 0,09% il suo progresso dopo il balzo dell’1,57% di mercoledì (l’indice più ampio Topix ha invece terminato la giornata invariato). 
In negativo invece Seoul, con il Kospi che ha perso lo 0,19% al termine delle contrattazioni. A Sydney, l’S&P/ASX 200 chiude in progresso dello 0,19% in una seduta contrastata per i titoli petroliferi come per quelli finanziari: Santos guadagna circa il 5% mentre è superiore al 3% il progresso del colosso minerario Bhp Billiton.

 

Borsa Usa
A New York i principali indici hanno chiuso la seduta (la seconda consecutiva) in rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,82%, l’S&P 500 lo 0,7% e il Nasdaq Composite lo 0,7%. Wall Street ha beneficiato del recupero del prezzo del petrolio e delle aspettative di un miglioramento dell’economia. Nel mese di aprile la bilancia commerciale ha segnato un deficit pari a 57,5 miliardi di dollari, in crescita rispetto al disavanzo di 57,1 mld del mese precedente risultando però inferiore ai 60,1 miliardi attesi dagli economisti.

L’Indice Prezzi Abitazioni pubblicato dalla Federal Housing Finance Agency (FHFA) è cresciuto dello 0,7% nel mese di marzo, superiore alle attese degli addetti ai lavori fissate su un incremento dello 0,4% e in crescita dal +0,5% rilevato a febbraio. Su base annuale l’indice è salito del 6,1% dal 5,6% della rilevazione precedente.

Markit Economics ha comunicato la stima flash di maggio dell’indice PMI dei Servizi: la lettura si e’ attestata a 51,2 punti in calo rispetto a quella del mese precedente, pari al 52,8 punti, e ben al di sotto della media di lungo periodo pari a 55,6 punti. La lettura odierna evidenzia poi il livello più basso di fiducia delle imprese da sei anni e mezzo.

I dati macro attesi oggi
Giovedì 26 Maggio 2016
GIA Riunione G7;
09:00 SPA PIL (finale) trim1;
10:00 ITA Vendite al dettaglio mar;
10:30 GB PIL (2a stima) trim1;
11:00 ITA Indice salari contrattuali apr;
11:15 USA Intervento Bullard (Fed);
14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione;
14:30 USA Ordini beni durevoli (prelim.) apr;
16:00 USA Indice Pending Home Sales (mercato immobiliare residenziale) apr;
18:00 USA Intervento Powell (Fed).