Green Blue Days, Novellino (Ett): Dalle nuove soluzioni digitali un futuro sostenibile

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in foto Antonio Novellino, SmartSustainableCity R&D manager di ETT (Credits del fotografo Stefan Leitner)

“Un futuro sostenibile passa per l’utilizzo della tecnologia come fattore abilitante”. “L’uomo è sempre stato e sempre sarà centrale”. “La partecipazione attiva e consapevole di ogni terminale della nostra società parte dalla capacità delle realtà coinvolte nel mondo della Blue Economy di far sistema”. Sono i capisaldi del pensiero di Antonio Novellino, SmartSustainableCity R&D manager di ETT, l’integratore di sistemi nato nel 2000 e oggi a capo di un Gruppo che impiega oltre 260 persone, sede principale a Genova e diverse sedi nelle maggiori città italiane e in Europa, dal 2019 nel Gruppo SCAI, network di imprese nei settori System Integration, Consulenza e Progetti ICT, con base a Torino. ETT ha preso parte all’ultima edizione dei Green Blue Days di Taranto.

Ingegner Novellino, la vostra mission è connettere luoghi e persone attraverso una dimensione immersiva. Quanto è sostenibile la contaminazione tra creatività e tecnologia?
Un futuro sostenibile passa anche attraverso nuove soluzioni digitali e creative che utilizzano la tecnologia come fattore abilitante. La dimensione immersiva è ideale per innescare un’esperienza che elimina le distanze nello spazio e nel tempo. Basti pensare agli usi verso i quali sembra convergere il mondo del metaverso per ospitare attività che comportano un impatto ambientale, come concerti, fiere e conferenze. In senso lato, poi, creatività e tecnologia hanno dato dimostrazione della potenza del loro abbinamento in momenti molto difficili. La recente pandemia ha reso abituale lo smart working e una serie di piattaforme ha subito incrementato soluzioni e proposte per condividere, gestire e vivere al meglio il nuovo paradigma lavorativo. Questi strumenti ora sono di utilizzo comune, con un grande risparmio di risorse altrimenti necessarie per spostamenti, riunioni, meeting e conseguenti emissioni di Co2, inquinamento. Così come la piattaforma ETT nell’ambito Smart Gov dedicata alla digitalizzazione delle comunicazioni obbligatorie per il mondo del lavoro è stato calcolato che abbia generato il risparmio di oltre 540 tonnellate di carta all’anno alle PA Clienti e una riduzione dell’emissione di CO2 pari a circa 8.320 tonnellate/anno.

Come cambia la logica del sapere con l’avvento dei nuovi strumenti digitali? C’è un problema di spersonalizzazione o l’uomo mantiene una centralità nei vostri progetti?
L’uomo è sempre stato e sempre sarà centrale nei nostri progetti. Abbiamo già introdotto il tema della centralità della persona rispetto ai nuovi servizi della Pubblica Amministrazione, ma ETT realizza anche nuove soluzioni digitali per la cultura e gli strumenti digitali diventano lo strumento per favorire l’immedesimazione con quanto viene proposto. Ad esempio, un conto è leggere La Divina Commedia sul libro, un altro è, tramite la VR, percorrere le Cantiche nei panni del poeta, camminare sui suoi passi e incontrare le anime dei dannati in prima persona, indossando un visore, accompagnati dalla voce di Francesco Pannofino che legge le terzine. La lettura è insostituibile, ma l’impatto dell’esperienza in VR fissa nella memoria in modo indelebile quanto si è vissuto. L’esperienza de La Divina Commedia in VR, una produzione ETT distribuita da RAI Cinema, dimostra proprio come la tecnologia sia un mezzo privilegiato per permettere all’autore di “incontrare” questa generazione di ragazzi. Un ultimo esempio sono i servizi di supporto decisionale. In questo caso, gli strumenti digitali permettono di organizzare ed elaborare dati per offrire al sapere esperto informazioni che consentono di prendere decisioni consapevoli e tempestive. Se consideriamo i sistemi di allerta frane o rischio idrogeologico, possiamo capire quanto centrale sia l’uomo e la persona rispetto i servizi che stiamo realizzando.

in foto EMODnet Physics

Iniziative come i Green Blue Days come migliorano il processo di consapevolezza dei territori rispetto ai temi della sostenibilità?
Abbiamo certamente bisogno di momenti di proposta e riflessione concreta sui temi della sostenibilità, per conoscere chi già vicino a noi se ne occupa, per capire nel contesto più ampio cosa significhi la responsabilità che le istituzioni e le persone hanno nei confronti del tema. La partecipazione attiva e consapevole di ogni terminale della nostra società parte dalla capacità delle realtà coinvolte nel mondo della Blue Economy di far sistema, di comunicare, di progettare e saper raccontare soluzioni sostenibili, innovative e praticabili.
Questi momenti, infine, hanno anche un importante riflesso di stimolo nell’avvicinare ed appassionare i ragazzi, nel costituire un ponte tra le realtà istituzionali, imprenditoriali ed accademiche e i giovani in formazione.

Ci descrive alcuni esempi di ciò che realizzate nell’ottica di circolarità e sostenibilità sistemica?
Un esempio emblematico del lavoro di ETT in questi ambiti è il progetto DSH2030 che ha come obiettivo il monitoraggio, la gestione e lo sviluppo delle aree del waterfront Genovese in ottica di sostenibilità, tramite l’utilizzo di un digital twin. Il caso pilota, attualmente in corso nel Porto Antico di Genova, sta già vedendo una significativa sperimentazione di tecnologie IoT collegate a sistemi di controllo dei consumi, a sistemi di controllo della produzione di energia, alla sicurezza delle aree, ai flussi di gestione ed evasione delle segnalazioni dei guasti. I porti turistici, infatti, sono ambienti complessi, città nelle città, che coinvolgono molteplici attività che generano enormi flussi di dati eterogenei. Il gestore deve confrontarsi con questa vastità di informazioni e lavorare per migliorare continuamente i processi di gestione. Ogni persona, edificio e oggetto può diventare un avamposto capace di raccogliere informazioni, dialogare con altri dispositivi e dare linfa a migliorie in grado di ottimizzare le attività in ottica di sostenibilità. Il sistema DSH2030 raccoglie le informazioni, le aggrega e permette di dar conferma oggettiva alle suggestioni e, quindi, consente una più agevole e consapevole pianificazione strategica. A titolo di esempio, dallo studio dei flussi e delle esigenze è emerso che, visto che l’area è pedonale, gli utenti potrebbero giovare di soluzioni sostenibili di micromobilità.

Cosa manca oggi al modo di pensare italiano per comprendere che le transizioni cosiddette gemelle (digitale ed ecologica) rappresentano un processo di cambiamento ineluttabile per il pianeta e che opporsi servirebbe a poco?
In realtà le misure del PNRR stanno dando un grande impulso alla digitalizzazione, anche se il cammino è agli inizi, a causa della parcellizzazione e della differenza tra i territori – basti pensare al digital divide dei piccoli Comuni e delle aree più interne rispetto ai grandi contesti urbani -, della microimprenditorialità diffusa che spesso fa fatica a dotarsi di strumenti e procedure digitali e, infine, per i ritardi del modello di percorso formativo all’interno dei vari livelli di scuola, ancora distante dal quello funzionale alla Smart Community. Il mindset digitale sarà necessario non solo nelle professioni strettamente collegate al mondo ICT, ma per condurre e gestire ogni attività lavorativa, personale o familiare: questa consapevolezza tra i giovani è sempre più presente, così come la coscienza che la tecnologia sia un fattore insostituibile in ottica di sostenibilità e dell’uso responsabile delle risorse.

in foto GRISIS

La PA è in linea con le ultime innovazioni che la parte privata ha introdotto nel mercato o arranca ancora?
Anche in questo caso possiamo vedere il PNRR come una grande spinta verso la digitalizzazione e l’informatizzazione dei processi. Già da qualche anno la PA sta recuperando il gap tecnologico esistente con il mondo privato, con il passaggio a soluzioni tecnologiche evolute per l’erogazione di servizi innovativi per enti, imprese e cittadini.
Purtroppo, spesso il lasso di tempo che intercorre tra la definizione delle azioni e la loro realizzazione è ancora troppo ampio. Una forte semplificazione amministrativa e burocratica permetterebbe una più facile e veloce adozione di soluzioni intelligenti e innovative a grande impatto sociale e ambientale.