Green Blue Days, Granese protagonista con Agritettura 6.0. Previsti lunch box solidali e una birra molto speciale

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L’architetto Diego Granese ha coniato per i Green Blue Days, in programma per metà settimana prossima a Napoli (13-15 ottobre, Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, www.greenbluedays.it), l’espressione Agritettura 6.0, un concetto che sa di sostenibilità ed innovazione, messo a punto con vari partner dell’agrifood, tra cui De Matteis Agroalimentare SpA, che con la creazione della filiera Armando – nata nel 2010 su intuizione del presidente e Cavaliere del Lavoro, Armando Enzo De Matteis – prevede la firma di un accordo diretto con ogni singolo coltivatore di grano per la selezione divarietà di altissima qualità, la tracciabilità totale del prodotto e un complesso sistema di controlli contro l’uso di pesticidi e glifosato.
Diego Granese sarà chairman del Talk n.14, intitolato appunto “Agritettura 6.0”, di scena il 14 ottobre presso la Sala Agorà, dalle ore 11:30 alle 13:30, con gli interventi di chef Matteo Sangiovanni (presidente del Culinary Team della Costa del Cilento, luogo di nascita della Dieta Mediterranea); Salvatore Pepe (presidente dell’Azienda Mosaico Digitale); Raffaele Vassallo dell’Azienda 4a gamma (Gruppo Adinolfi); Valentina Loponte, founder dei Magazzini Sociali; Gabriella De Matteis, responsabile comunicazione De Matteis Agroalimentare SpA; Luigi Cembalo e Chiara Cirillo dell’Università “Federico II”.
“La crisi generata dal Covid ci obbliga a ripensare a molte metodologie nella produzione del cibo e ha messo a nudo i punti di vulnerabilità nel rapporto tra industrie e sostenibilità. Occorre riportare al centro delle nostre azioni quotidiane l’uomo e il suo benessere”, spiega Diego Granese. “Anche tutta l’architettura legata al cibo ha il dovere di selezionare le buone pratiche lasciando ai margini le forme che non convincono, in una logica del fare e del fare bene in cui bellezza e qualità siano i capisaldi di un nuovo pensiero che coinvolga tutta la società”, aggiunge.
E condivisione, consapevolezza, sostenibilità – opportunamente coniugate con l’inclusione sociale – rappresentano anche il punto di partenza di un progetto portato avanti dalla professoressa Cirillo dell’ateneo federiciano con l’associazione “Si Può Dare Di Più”, nata nel 2014 a Napoli per favorire l’integrazione sociale e lavorativa di giovani ragazze e ragazzi con disabilità cognitive e comportamentali. Saranno loro ad occuparsi della mise en place dei “lunch box” ai partecipanti della tre giorni al Complesso di San Domenico. Il modo più diretto e concreto per rendere fruibile il concetto di inclusione ed integrazione sociale.
Altra importante testimonianza di solidarietà sarà poi rappresentata da “Io Potentino Onlus”, titolare di un’esperienza nell’ambito dell’iniziativa Magazzini Sociali che rientra a pieno titolo in un’ottica di green e blue economy. Si chiama “LA166”, è una birra molto speciale, prodotta utilizzando il pane invenduto dei panifici. Figlia di un’antica ricetta babilonese, è la prima birra lucana, tra le pochissime in Italia, “a base di pane” e nasce da una collaborazione tra l’associazione fondata da Valentina Loponte ed il team del Birrificio Basilisca di Potenza. Un prodotto antispreco. Il marchio, ispirandosi alla famosa legge “Gadda”, è un vero e proprio progetto di economia circolare, che racconta e diffonde prodotti alimentari ottenuti attraverso l’utilizzo di eccedenze alimentari.
“E’ una storia incredibile quella di Valentina e gli altri ragazzi di Potenza. Un esempio da manuale di cosa possa significare green blue economy. Non si tratta soltanto di una pratica innovativa di sostenibilità economica ed ambientale ma anche di una prospettiva inedita che creerà nuove opportunità per la nascita di green jobs. Il progetto “LA166”, nato per caso da un esperimento messo in campo dalla rete di solidarietà dell’associazione lucana è diventata una buona pratica imprenditoriale e ora si cerca di trasferire il know how per aprire sedi del birrificio anche in altre regioni d’Italia. Un appello che sarà lanciato da Valentina durante il talk del 14 ottobre”, spiega Sonia Cocozza, co-founder di Green Blue Days insieme a Rosy Fusillo ed Elisabetta Masucci.
“La possibilità di creare matching tra mondi e lavori diversi è proprio uno dei nostri obiettivi. Fare da veicolo e da traino di progetti centrati su giovani che abbiano voglia di mettersi in giro per dar vita a nuove figure professionali”, aggiunge. Di qui, Sonia Cocozza conclude: “Diffondere la cultura green attraverso la sostenibilità umana, ambientale ed economica promuovendo un nuovo stile di vita è per noi una priorità. Creare connessione costruendo un ponte tra le istituzioni, le aziende, i privati cittadini e le startup è la strada più agevole per risvegliare le coscienze. Una strategia che risponde ad un’etica della responsabilità con un approccio innovativo che dovrà diventare il metodo per cambiare realmente le cose”.