Protagonista dell’ultima edizione dei Green Blue Days di Taranto, Procter & Gamble, multinazionale americana di beni di largo consumo con sede a Cincinnati, fa sul serio quando si parla di sostenibilità. Molteplici le azioni messe in campo e tuttora in corso in Italia per far sì che questo fondamentale concetto, a cui tutto il mondo guarda oggi con attenzione, diventi uno stile di vita ed il faro in grado di illuminare i passi che compirà la società del futuro. A parlarcene in un’intervista è Daniela Cappello, corporate scientific & sustainability communication director di P&G Italy.
Procter & Gamble ha sviluppato in questi anni dei programmi locali di formazione, per consentire al concetto di sostenibilità di “atterrare” concretamente nella vita di tutti i giorni e diventare un valore aggiunto. Come nascono i nuovi manager della transizione ecologica?
L’arrivo del Green Deal con il pacchetto di normative, la crescente presa di coscienza del consumatore/cittadino, la situazione economica e politica hanno generato una grande mobilitazione nelle aziende, che hanno intravisto nella sostenibilità e nella transizione non solo un obbligo per adeguarsi alle nuove e future normative ma anche una incredibile opportunità di crescita. Per affrontare questo percorso di transizione c’è però bisogno di integrare la sostenibilità in tutti gli aspetti aziendali a cominciare dalla formazione dei manager presenti in azienda e dei manager del futuro che si dovranno occupare di questo.
Accanto a figure con skill molto precise e tecniche, le aziende cercano dei manager che abbiano chiaro il quadro nel quale ci stiamo muovendo e sappiano guidare l’azienda verso le scelte migliori in accordo ai piani dettati dalla transizione sapendo cogliere anche le opportunità per una crescita futura.
Esiste quindi una necessità di investire in nuove figure professionali, ma anche consolidare le conoscenze di chi già lavora in azienda…
Le aziende sono protagoniste del percorso verso la transizione ecologica che non può essere fatta senza il supporto delle aziende. Queste, infatti, giocano un ruolo fondamentale nella strategia verso la riduzione delle emissioni di GHG, verso il potenziamento di una economia sempre più circolare, verso la tutela e protezione dell’ambiente e della società. Altro fattore emergente è la necessità di collaborazioni, il mondo industriale, quello accademico e quello delle NGO hanno capito che per poter avere una transizione efficace e rispettare gli ambiziosi targets dettati dall’Europa e dagli accordi di Parigi c’è bisogno di fare scala e di collaborare per il bene comune.
Ecco perché c’è bisogno di formazione…
Uno dei pilastri del nostro programma di cittadinanza d’impresa “P&G per l’italia” è proprio quello della formazione, dove insieme a partner prestigiosi come WWF Italia ed EIIS ci siamo dati l’obiettivo di sostenere programmi per la formazione sulla sostenibilità ambientale e temi della transizione ecologica. Per questo abbiamo messo a disposizione le nostre competenze e deciso di investire nella formazione dei manager del futuro diventando partner di EIIS (European Institute of Innovation for Sustainability) nel Certificate Programm “Manager della transizione ecologica”. Il Certificate Program mira a trasmettere conoscenze e competenze teoriche e pratiche sui princìpi della transizione energetica, della neutralità climatica e dell’economia circolare: i tre pilastri dei piani nazionali ed europei per la transizione ecologica. Come partner e docenti del corso, abbiamo coinvolto i partecipanti in casi di studio reale, incentivando il lavoro di team e l’uso delle competenze acquisite durante il Certificate Program. Siamo quasi alla fine della terza edizione e già pronti per la quarta edizione che partirà a febbraio.
Ma la formazione diventa stile di vita se affonda le radici nella società. Avete anche programmi per i più piccini, i giovanissimi studenti della scuola primaria?
Il contatto con il verde è sempre meno usuale per chi vive nei paesi industrializzati. Questa tendenza, come denunciato da molti medici e psicologi, condiziona la crescita e la salute di bambini e ragazzi. Per questo all’interno del nostro programma di CSR abbiamo incluso anche le nuove generazione in particolare i bambini, sostenendo il progetto “Aule Natura” di WWF Italia. Nel progetto lanciato dal WWF nel settembre 2020, dopo il primo lockdown, il tradizionale cortile della scuola diventa una piccola oasi di natura, una vera e propria aula all’aperto. L’Aula Natura è uno spazio con pareti fatte da siepi, bordure fiorite, cassoni per gli ortaggi, case per gli insetti ed uno stagno. Una superficie “verde” di minimo 80mq, ma può arrivare anche a 200mq a seconda della disponibilità della scuola, riproduce differenti microhabitat in cui osservare direttamente non solo le diverse forme di esseri viventi, ma anche la relazione che li collega tra di loro e con noi. Per la scelta delle Aule Natura il WWF ha seguito tra gli altri anche criteri legati a scuole particolarmente bisognose di recuperare spazi all’aperto, ubicate in zone degradate o periferiche. Le Aule Natura godono inoltre del patrocinio dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP).
Ma la collaborazione tra P&G e WWF prevede quattro aree strategiche di intervento…
Sì, educazione delle nuove generazioni, all’interno della quale P&G sosterrà il WWF nella realizzazione, di oltre 50 Aule Natura entro il 2024; sostegno a progetti di riqualificazione ambientale, tramite il quale P&G insieme al WWF riqualificherà più di un milione di metri quadrati di boschi in Italia sostenendo il progetto ReNature; programmi di educazione ad un uso più consapevole e responsabile dei prodotti a casa e formazione dei manager di domani attraverso percorsi di studio creati insieme ad EIIS. A due anni dal lancio del progetto sono state realizzate 26 Aule Natura in tutta Italia, per un totale di 5000 mq di giardini scolastici riqualificati (in precedenza abbandonati o in condizioni di degrado) e ne hanno beneficiato 11500 bambini delle scuole primarie.
Quali sono gli ostacoli più grandi che una multinazionale come Procter & Gamble ha incontrato ed incontra ogni giorno sulla sua strada quando parla di sostenibilità? E che ruolo hanno forum come i Green Blue Days…
Gli ostacoli più grandi sono quelli legati alla disinformazione e poca cultura nell’ambito della sostenibilità ambientale. Spesso ci si focalizza solo su un aspetto della sostenibilità non avendo la consapevolezza di quanto il nostro comportamento possa invece influenzare l’impatto ambientale di un prodotto, per questo come multinazionale cerchiamo di rispondere facendo una informazione basata su evidenze scientifiche ed informando in modo corretto chi utilizza i prodotti su quali sono i comportamenti consigliati per ridurre l’impatto ambientale. Ad esempio la campagna “ogni grado conta” del nostro marchio Dash dove invitiamo le persone ad abbassare la temperatura di lavaggio a 30C, infatti non tutti sanno che la fase di utilizzo e nello specifico il riscaldamento dell’acqua di lavaggio del bucato è responsabile di oltre il 60% delle emissioni di un detersivo come evidenziato dai dati derivanti dall’analisi del ciclo di vita (LCA). Altre difficoltà sono il coinvolgimento delle istituzioni nel sostenere le iniziative più virtuose, penso alle Aule Natura, oppure il coinvolgimento di altre aziende per “fare squadra” e lavorare nella stessa direzione, creando un impatto più grande con progetti condivisi. I forum come i Green Blue Days hanno proprio la funzione di connettere le diverse realtà: istituzioni, mondo accademico, NGO, aziende e cittadini per fare sinergie e cultura. I forum sono l’occasione per raccontare i diversi progetti, per creare connessioni, sinergie e per condividere obiettivi comuni.
Che obiettivi vi siete dati per il 2023 per rilanciare la vostra azione in un’ottica di sostenibilità sistemica?
Continueremo a lavorare per raggiungere i nostri obiettivi di sostenibilità ambientale pubblicati a Settembre del 2021 attraverso un dettagliato Piano di azione di transizione climatica partito nel 2010, che ci permetterà di raggiungere zero emissioni nette di gas serra in tutte le nostre attività produttive e nella catena di fornitura entro il 2040.
In P&G, la sostenibilità ambientale è parte integrante nel nostro business, ci impegniamo ad avere un impatto positivo sulle nostre case, le nostre comunità e il nostro pianeta, soprattutto quando si parla del clima, delle foreste, dell’acqua e degli imballaggi. Ci stiamo concentrando sullo sviluppo di innovazioni e di prodotti che offrano una superiorità in modo sostenibile. Continuiamo a ridurre la nostra impronta ecologica, cercando approcci più circolari nella nostra catena di approvvigionamento. Continuiamo a costruire partnership con organizzazioni esterne per cercare di risolvere alcuni dei problemi più difficili e complessi che ci troviamo ad affrontare oggi e i nostri dipendenti si impegnano a garantire che la sostenibilità sia parte integrante nel loro lavoro quotidiano. Inoltre continueremo a portare avanti il nostro programma di CSR “P&G per l’Italia” attraverso la realizzazione di progetti concreti nell’ambito della sostenibilità ambientale, sociale ed economica.