Al direttore – Sulle ultime effervescenze campane
il commento al tempo stesso più ardito e
più acuto mi sembra quello racchiuso in queste
poche righe scritte per “Il Denaro” da quel visionario
realista che è il mio amico Giuseppe
Corona: “A Napoli tornano i rifiuti e il resto del
sud non ride, ma la colpa, si sa, è dei napoletani
e dei meridionali, non di una classe politica
servile e di chi la foraggiò, il nord, con le tasse
dei cittadini espropriati dallo stato Pantalone:
politici che, ancora oggi, più che potere per il
sud chiedono soldi e piani, socialismo d’accatto,
che sia cattolico o ex marxista: Piano e stato
a tutto spiano; ma i soldi dove sono? Si ridiano
a Napoli-metropoli, non a Napoli-comune,
i diritti geopolitici usurpati che le spettano, di
grande capitale del Mediterraneo, invece di
darli, fatto del tutto improbabile e velleitario, a
una capitale continentale del nord. Napoli, si
stia sicuri, diventerà uno specchio, molte vecchie
facce spariranno e la camorra sarà governabile
e addomesticabile! Altro che antimafia e
anticamorra!”. Non è geniale?
Ruggero Guarini
Mi permetto di rilanciare la pubblicazione, da parte di Giuliano Ferrara, di una lettera a Il Foglio del mio compianto amico Ruggero Guarini, grande scrittore napoletano, adoratore delle metamorfosi della natura, ossia, della Vita, trasferitosi a Roma, scrittore di libri e articoli su grandi testate nazionali, compreso Il Foglio. La Lettera comparve per prima, poco dopo una mia intervista a Il Foglio che lo stesso Guarini mi fece sul mio libro “La rotazione di Norfolk e la Questione meridionale”, edito da Guida, Napoli. L’intervista fu pubblicata sulla Sezione Cultura del sabato, il 20 settembre 2010 ed ebbe, ma invano, grande successo, alle Camere. Non pubblico Lettera di Ruggero, che fortemente mi appoggiava, per un qualche bisogno esibitorio, sono lontano da ogni forma di esibizionismo, ma per il concetto che Ruggero colse e fece suo, senza che io gli chiedessi alcunchè. Penso, infine, sia bene ricordare Ruggero, in un tempo ove tutto viene macinato, il nobile e il plebeo, indifferentemente! L’unica cosa che cambierei dello scritto riportato da Ruggero, correzione che, credo, Ruggero avrebbe trovata opportuna, è la definizione di Napoli come “metropoli, come se fosse una qualsiasi Londra, Parigi o Berlino, per non giungere a New York, no, Napoli è la citta della Dea greca Partenope, si chiamava, in greco, Neapolis, è opportuno che resti una Polis e che primeggi nel Mediterraneo nel ruolo che storia e geografia le hanno assegnato, del quale il Sabauda la espropriò! Mai Polis fu stuprata in questa maniera, togliendole, nella sostanza, tutto, facendola città capoluogo di Provincia e, poi, addirittura di Regione, l’Istituzione più assurda del nostro paese, tra le tante assurdità! La lettera evoca una necessità politica da realizzare, che rimanda a una Italia Federata e Presidenziale, RomaNeapolis, Capitale del Mediterraneo è il titolo di uno slogan-logo che appoggio, realizzato da un mio amico, che non cito, perché non interpellato, lo farò, se autorizzato, l’Italia deve ritrovare questa coppia che tanto le diede, strappando Roma al suo destino burocratico e freddo, riportandola a Neapolis, a – studiare il greco! Bello sarebbe farlo nel momento in cui Atene sta subendo uno stupro equivalente! Per via di un giovanotto, senza nerbo e ricordi, per via di qualche mercante tornato per uccidere, dopo Socrate, la sua, di Socrate, Polis! Aggiungerei, se mi fosse dato, Atene a RomaNeapolis! Un bel trio, che ne dite? Non si potrebbe ritentare l’impresa di riconquistare il nostro mare? “Il visionario realista” secondo Ruggero Guarini!