Graded caso di studio alla Federico II: riflettori sugli investimenti in ricerca e sviluppo

154
In foto Vito Grassi

Graded diventa caso di studio alla Federico II: la società napoletana del settore energetico guidata da Vito Grassi è stata protagonista di un progetto realizzato dagli studenti del Corso di Economia politica alla Facoltà di Sociologia – Dipartimento Scienze Sociali. Al centro del lavoro, firmato da Maria Petriccione, Roberta Quatraro e Giuseppe Rizzo, un’analisi dettagliata dell’ultimo bilancio aziendale che ha acceso i riflettori sugli investimenti effettuati in capitale umano e formazione del personale, innovazione, Ricerca e Sviluppo, Green Energy, tutela dei diritti dei lavoratori. “Un’impostazione strategica vincente, caratterizzata dalla cultura della responsabilità d’impresa – si legge nella relazione – che fa di Graded più di una semplice azienda di servizi energetici grazie soprattutto a uno sguardo lungimirante capace di individuare nuovi scenari”.

Elemento qualificante della società, secondo lo studio, infatti, è la scelta strategica di rinunciare a qualche lavoro “tradizionale”, con un ritorno economico più immediato, a favore di progetti di più ampio respiro e maggiormente focalizzati sull’innovazione. Decisione cui fa da corollario la selezione di personale altamente qualificato, spesso proveniente dall’Academy del Polo universitario di San Giovanni a Teduccio dedicata alla Digital Transformation, con una forte attenzione alla composizione di genere (negli ultimi anni Graded si è data l’obiettivo di incrementare il personale femminile) e una riduzione dell’età media (circa 45 anni).

Lo studio si conclude con un confronto tra Graded e una Spa operante nello stesso settore e in territorio analogo (anche se non sovrapponibile) ma che, a differenza di Graded, non investe nell’innovazione dei propri servizi in termini di avanzamento tecnologico ed efficientamento energetico, non mostra particolare attenzione al tema delle energie sostenibili e non punta sul rafforzamento del personale, generando però un maggiore indotto, nel breve-medio periodo, grazie alla scelta di lavori tradizionali. “La decisione di puntare sull’innovazione è effettivamente un costo oneroso da sostenere – conclude la relazione – ma non è soltanto un beneficio di immagine, bensì una chiara spinta alla crescita sul medio-lungo periodo che potrebbe portare Graded a pensare al futuro con ambizione in maniera legittima”.