Gotham City, Di Meo racconta i baby boss

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Frutto di un accurato lavoro d’inchiesta sul campo, di interviste “off the record” a baby boss, anziani camorristi, investigatori, e da una profonda conoscenza delle carte processuali, è appena uscito in libreria ‘Gotham City’ del giornalista Simone Di Meo (‘Il Giornale’, ‘Panorama’) ‘romanzo criminale’ che racconta la storia di un clan di ragazzi, poco più che bambini, della loro sensazione di onnipotenza e di una sanguinosa faida di camorra che ha per obiettivo il controllo della malavita napoletana. I personaggi hanno nomi inventati, ma le situazioni in cui si muovono insomma sono tutte molto vicine alla realtà. Qui non ci sono super eroi ma ragazzini che in moto, con pistole e mitra, a caso e in pieno giorno, uccidono senza pietà: sono le ormai famigerate ‘stese’, spesso questi giovanissimi delinquenti ammazzano a freddo barboni, immigrati o anche solo chi si rifiuta di offrire una sigaretta. Divisi in gruppi, distinti dai tatuaggi come le bande di latinos i baby boss inondano di cocaina a basso costo il centro di Napoli e spendono cifre da capogiro nei locali più alla moda, hanno riti di affiliazione crudeli, loro codici di comportamento e nessuna regola morale. Il libro racconta come hanno riempito il vuoto lasciato dai vecchi boss della camorra, decaduti o in prigione.