Gli Usa sono andati nel pallone. Con loro molti altri paesi. E non è ancora finita

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in foto il presunto pallone spia cinese abbattuto dagli americani

Prima che il forte terremoto avvenuto ieri nelle prime ore del mattino in Turchia attirasse l’ attenzione del mondo intero, la notizia che stava tenendo banco era quella dell’ abbattimento del pallone aerostatico cinese che si era soffermato sugli Usa. Non era arrivato fin li solo per essere sfuggito dalle mani del Presidente XI Jimping che stava giocando con esso e come lui anche alcune alte cariche del governo di Pechino. Altrettanto poco probabile è che quel giocattolo non era arrivato fin lì per caso, perché uno simile, che faceva coppia con esso, aveva drizzato il timone alla volta del Sud America. L’ aveva fatto giusto in tempo perché a stretto giro il Presidente degli Usa, presumendo insieme al suo governo che quell’oggetto volante identificato fosse il terminale di un sistema di spionaggio, ha dato ordine all’aviazione militare di abbatterlo senza esitazione. Il comportamento di Biden non può essere paragonato a quello del bambino dispettoso che fa scoppiare il palloncino tenuto per il filo da un suo compagno di giochi, per poterlo poi deridere. Al contrario, la sua è stata la reazione all’ennesima provocazione del governo di Pechino. Il risultato della maldestra condotta cinese è che in tal modo la tensione nei suoi confronti, non solo con la superpotenza atlantica, ma con tutto l’occidente, è destinata a crescere in maniera più pericolosa che mai. Il terremoto in Turchia sta distraendo l’ attenzione del mondo dal rischio concreto di guerre tra palloni ( non di tipo sportivo ) ma non pertanto si può pensare che l’allarme che possa accadere qualcosa di molto grave sia da considerarsi cessato. Ancora una volta l’attenzione deve concentrarsi su ciò che fa girare il mondo, come cantava uno dei personaggi di Cabaret, il film di Bob Fosse ambientato nella Berlino di prima dell’ ultima guerra: i soldi. Da qualsiasi angolazione si provi a considerare le specifiche crisi che stanno attanagliando il tessuto sociale di molti paesi, sia a oriente che a occidente, alla base delle violenze che si vorrebbe non apprendere dall’ informazione, c’è il disagio economico che ormai da tre anni a questa parte sta turbando con incisivitá crescente la convivenza tra i diversi popoli e al loro interno. Il fenomeno è evidente tanto a ovest quanto a est è composito. É costituito cioé da problemi che affondano le radici in diseconomie di genere diverso l’una dall’ altra, avendo in comune pochi elementi comportamentali: non riuscire a giovare alla causa di creare nuova ricchezza e talvolta esserne invece il motivo di distruzione, per citare solo alcuni di essi. La guerra in Ucraina sta prendendo sempre più connotazioni per certi versi analoghe a quelle dell’ inflazione: da strisciante, or volge l’anno dal suo inizio, a galoppante qusle è ora. Il pericolo che nascondono questi due eventi negativi insieme a altri, è che chi ne è colpito cominci a assuefarsi a convivere con essi.
Mentre è comprensibile che per un periodo limitato sia più che opportuno fare di necessitá virtù e quindi assumere comportamenti in sintonia con le contingenze, protrarre gli stessi sine die reca con sé diverse insidie. Più dettagliatamente, potrebbero venire compromesse alcune conquiste faticosamente raggiunte e per di più tenute nel debito conto dagli indicatori ufficiali. Un caso recente è l’aggiornamento compiuto nei giorni scorsi dall’ ISTAT del contenuto del ” paniere della spesa “, usato come indicatore del costo della vita degli italiani. In esso da qualche giorno compaiono anche il costo di alcune cure estetiche, la spesa per frequentare la palestra e altre che fino a qualche tempo fa erano considerate senza eccezioni spese voluttuarie, senza dubbio rinunciabili, per cui da non influenti sul decoro. L’ esprit du temp ha fatto aumentare l’ importanza di quelle a altre voci di spesa, divenute ormai di uso comune. Tanto tenuto presente che quella che per lungo tempo era stata definita la società dei consumi, già da anni è evoluta in quella cosiddetta dell’ apparire. Piaccia oppure no, per i sociologi é naturale che di questi tempi la cassiera del Bar Centrale del Villaggio che, con tutta la buona volontà, non somiglia nemmeno da lontano a una cittá tipo Italiana, alle 7 del mattino sia giá truccata come.se dovesse andare di lì a poco a un ballo a corte. Di conseguenza la carne che è sul fuoco, in Italia come altrove, deve continuare a cuocere, qualsiasi cosa accada. Facendo molta attenzione che non bruci, cioè passi oltre con la cottura. Se ciò accadesse, bisognerebbe ricominciare tutto daccapo e sarebbero diffcilmente reperibili sia il cibo che gli attrezzi per cuocerlo. Sará bene approfondire attentamente e per tempo quelle problematiche. Mai come in tali circostanze piangere sul latte versato sarebbe un inutile spreco di tempo e risorse.