Sempre più le compravendite virtuali: a dominare è lo smartphone, tra giochi, divertimento e app, da Whatsapp fino a Amazon
I dati di accesso degli italiani al web nel 2019 parlano chiaro: si collegano, mensilmente, 41,6 milioni di italiani e l’81 per cento della popolazione si connette attraverso lo smartphone. Il 66 per cento di coloro che accedono alla Rete grazie ai dispositivi mobili è rappresentato in prevalenza da un segmento di età trasversale, ovvero da una fascia di età che va dai 18 ai 74 anni. Il tempo medio speso online è pari a 4 ore e 35, in media, divise tra attività sui motori di ricerca, visione/ascolto di contenuti audio/video, uso di social network, fruizione di servizi multimediali, ma anche di news online e app di messaggistica, senza considerare la variante dello shopping virtuale.
L’uso crescente dei dispositivi mobili è chiaramente riconducibile a un uso sempre maggiore delle app, con prospettive di ulteriore crescita per il futuro.
Tra quelle maggiormente usate dagli italiani nello scorso anno ne risultano alcune in particolare, come ad esempio WhatsApp, Facebook, Messenger e Instagram – dal lato social – ma anche Amazon per quanto concerne l’e-commerce e Shazam e Spotify – connesse, come si sa, all’ambito dell’intrattenimento digitale e al mondo della musica in particolare -.
Altre app utilizzate dagli utenti italiani sono anche TripAdvisor e Il Meteo, dal versante dei servizi.
Si conferma dunque forte il campo dell’intrattenimento, grazie anche alla possibilità di utilizzare le app senza restrizioni di spazio e approfittandone dunque in qualunque momento libero della giornata, durante un’attesa o un viaggio sui mezzi pubblici, ad esempio.
Vanno forte, in particolar modo, le applicazioni che riscoprono, in formato mobile, giochi da tavolo classici come “Battaglia Navale”, “Trivial Pursuit”, “Risiko”, “Monopoli” e altri.
E non mancano quelle connesse alla visualizzazione di contenuti video in streaming, da “Storytel- Audiolibri” a “RaiPlay”, per riguardare i programmi Rai o magari per godersi le dirette. Con tanto di app dedicate ai bambini, come “YouTube Kids”.
Anche tenendo conto di un altro settore che ricopre una grossa fetta del tempo libero in Italia, ovvero quello dei giochi da casinò online – 970 milioni di euro sono stati incassati soltanto nel 2019 -, non mancano gli operatori che propongono la versione app tra i propri servizi, spesso, molte volte, pari alla modalità desktop sia nei contenuti che nelle promozioni. Spesso la funzionalità delle stesse app è approfondita dalle recensioni dei siti comparatori di settore, che ne verificano la fluidità o magari elencano quelle a cui si può accedere o meno, ad esempio, con un bonus star casinò o con altre offerte di benvenuto normalmente presenti nella versione desktop.
La stessa fluidità e l’interfaccia grafica delle app è verificata anche dagli utenti, nonché dai siti e dai portali specializzati in recensioni di settore per quanto riguarda il campo dei servizi in streaming, da DAZN a Netflix, per fare un paio di esempi a tutti ben noti.
E non mancano di certo le app e le web tv in alta definizione pensate per la diffusione della cultura, dal teatro alla lettura, passando per la letteratura, la scienza, le curiosità e la lingua.
A quest’ultimo proposito, gli italiani hanno a disposizione, via app, numerosi dizionari virtuali, dal “Devoto-Oli” alla “Garzantina Universale”.
Da un lato le app offrono perciò una versatilità nell’uso, dato che sono legate in modo imprescindibile ai dispositivi mobili (dagli smartphone fino ai tablet), mentre dall’altro possono creare dubbi sulla sicurezza delle transazioni e sul rispetto della privacy dell’utente, specialmente quando esse sono connesse alla compravendita di servizi.
In ogni caso sempre maggiori sono le garanzie predisposte dalle aziende e dai vari operatori, anche in questo senso, ad esempio in relazione allo scambio di documenti in modalità protetta o per quanto magari riguarda la diffusione di informazioni e di dati sensibili.