Gli equilibri precari di Kawamata destabilizzano Porta Capuana

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Come pezzi di legno trascinati via dalla corrente o come architetture in equilibrio precario, le opere di Tadashi Kawamata esplodono potenti (ma in realtà l’impressione è quella che stiano a tratti per implodere) nei luoghi più insoliti. Sabato 13 maggio 2017 alle ore 19:00 sarà presso la Fondazione Made in Cloister che l’artista giapponese, nato nel 1953 ad Hokkaido e diviso artisticamente tra Tokyo e Parigi, presenterà The Shower, installazione site-specific in esposizione dal 14 maggio al 15 agosto di quest’anno. Il progetto, a cura di Demetrio Paparoni, sarà realizzato, per un più ampio respiro sociale, con la cooperazione degli artigiani e dei ragazzi del quartiere di Porta Capuana con il coordinamento di Officina Gomitoli.


L’inaugurazione sarà preceduta, alle ore 10:30, da un talk sul valore del dialogo tra arte, impresa e cooperazione sociale per un modello virtuoso di sviluppo e benessere del territorio. A prendere parte al dibattito, assieme a Kawamata, saranno Mark Davi, CEO Future City, Londra, Amedeo Lepore, Assessore attività produttive Regione Campania, Andrea Cancellato, Direttore della Triennale di Milano, Giovanna Fossa, Politecnico di Milano, Pierpaolo Forte, Presidente Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee – Museo MADRE e Andrea Morniroli per Officina Gomitoli.

Quello dell’artista nipponico, dal canto suo, è un approccio radicale quanto polimorfico. Radicale in quanto sempre mosso da una forte coscienza ambientalista: le sue installazioni si compongono di materiale di recupero che travolgono a volte inglobano il sito prescelto. Polimorfico in quanto il confine tra scultura, arte pubblica e architettura con Tadashi spesso si fa assai labile, quasi scompare, si assottiglia. E con esso si fa più sottile anche quella linea di frontiera tra sentire individuale e restituzione simbolica di un immaginario comune. Composizioni semplici quelle di Kawamata, scarne ed essenziali, ma che a tratti e di buon grado tradiscono non solo una complessa progettazione di base, quanto tematiche universali e accorate. Come nel caso di Under the Water del 2016,  presso il Centre Pompidou Metz, che, ricalcando proprio l’idea di trovarsi sott’acqua, con pochi materiali assemblati ma un drammatismo fortissimo,  omaggia e ricorda i dispersi in mare dello tzunami del 2011. O ancora come nel caso di Tree Huts (2013), una capanna sospesa sulla facciata di Palazzo Strozzi come un gracile nido, sentinella di quei “territori instabili”, come li definisce lo stesso artista, abitati dalla collettività. Con The Shower presso la Fondazione Made in Cloister, sabato 13 maggio l’artista invaderà gli spazi dello scenografico Chiostro di Santa Caterina a Formiello, destabilizzandone le architetture, ribaltandone i significati storici, riabilitandone le potenzialità socio-culturali. Legno che travolge la città: l’inconsistenza di architetture fragili, eppure potenti.