Giustizia, il procuratore Melillo: A Napoli tempi processo intollerabilmente lunghi. E su Recovery arriviamo impreparati

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in foto il dottor Giovanni Melillo, procuratore nazionale Antimafia (Imagoeconomica)

“A Napoli i tempi del processo sono intollerabilmente lunghi e questo si traduce in una selezione dell’effettività della giurisdizione penale”. Lo ha detto il procuratore di Napoli Giovanni Melillo, intervenuto alla conferenza stampa di presentazione di una convenzione quadro con l’Università “Federico II” di Napoli. Secondo Melillo “a Napoli è particolarmente visibile la lesione della promessa costituzionale della ragionevole durata del processo”. I tempi “intollerabilmente lunghi” dei processi, ha sottolineato il procuratore, causano lo stagliarsi di “un cono d’ombra nel quale finiscono i processi ai colletti bianchi, quelli a danno delle vittime più deboli, i processi nei quali sono lesi gli interessi diffusi: ambiente, territorio, patrimonio artistico e culturale di questa città. L’irragionevole durata del processo non è neutra, ma premia alcuni più degli altri e soprattutto sfianca la credibilità della giurisdizione e delle sue istituzioni. Questa – ha aggiunto Melillo – è la sfida che con gli altri capi degli uffici giudiziari napoletani viene rilanciata, accettando l’offerta di collaborazione della Federico II. Non si tratta di produrre protocolli o iniziative culturali, per quanto importanti siano, ma si tratta di lavorare a una sfida assai difficile: quella di restituire piena costante effettività all’esercizio della giurisdizione, perché l’esercizio della giurisdizione è la condizione per l’effettività della promessa costituzionale dell’uguaglianza”.
E sul Recovery plan ha aggiunto: “Oggi abbiamo davanti una sfida comune, alla quale l’Unione Europea ha risposto finora in modo coerente con il suo disegno ispiratore. Il recovery plan in realtà si chiama Next Generation Eu, cioè la nuova generazione dell’Unione Europea, e in questo contesto la giustizia, l’effettività dei diritti, costituiscono una parte fondamentale della dorsale. Ma per certi versi la giustizia italiana arriva largamente impreparata a questa scadenza”.