Giuseppe Buccino Grimaldi è il nuovo ambasciatore italiano a Tripoli

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In foto Giuseppe Maria Buccino Grimaldi, ambasciatore italiano in Libia

Giuseppe Buccino Grimaldi è il nuovo ambasciatore italiano a Tripoli, al posto di Giuseppe Perrone, che andrà a Teheran. Le nomine sono state decise oggi dal Consiglio dei ministri. Per Buccino, attuale direttore generale per l’Unione Europea, si tratta di un ritorno in Libia, dove era già stato dal settembre del 2011 fino al febbraio del 2015, quando l’ambasciata italiana – l’ultima fra quella dei Paesi europei – era stata chiusa per ragioni di sicurezza. Perrone aveva riaperto la rappresentanza nel gennaio del 2017, quale unico ambasciatore europeo ed occidentale nella capitale libica. Era stato richiamato a Roma nell’agosto scorso dopo una contestata intervista a una televisione libica, a seguito della quale era stato dichiarato ‘persona non grata’ dal generale Khalifa Haftar. Lo stesso generale che da settimane – e ancora nell’incontro avuto con il premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi giovedì scorso – sosteneva che non ci fosse più alcun ostacolo al suo rientro a Tripoli.
Nato a Napoli 57 anni fa, laureato in legge, Buccino è entrato in carriera diplomatica nel 1988, ricoprendo incarichi, tra gli altri, a Beirut, Bruxelles, Doha, dove è ambasciatore dall’aprile del 2004 al luglio del 2008. Poi, dal 15 settembre del 2011 al febbraio del 2015 è a Tripoli, e da maggio di quell’anno era direttore generale per l’Unione Europea al ministero degli Esteri. Perrone, nominato ambasciatore a Teheran, è entrato in carriera diplomatica nel 1990 dopo la laurea in scienze politiche all’Università di Torino. Nel corso della carriera è stato ad Algeri, Washington, Los Angeles, dove è stato console generale dal 2011 al 2014, anno in cui è tornato a Roma con l’incarico di vice direttore generale per gli Affari Politici/direttore centrale per il Mediterraneo ed il Medio Oriente, seguendo da vicino la crisi libica. Entrambi gli ambasciatori, prima di insediarsi nei rispettivi Paesi, dovranno attendere il gradimento dei governi interessati.
La questione della mancanza da quasi quattro mesi del capo missione a Tripoli – mesi segnati dalla preparazione della conferenza di Palermo per la Libia – e di tutte le conseguenze del caso era stato oggetto di alcune interrogazioni parlamentari al ministro degli Esteri Enzo Moavero. Che, il 29 novembre scorso, in Senato aveva assicurato: “Consideriamo la questione della presenza di un capo missione urgente, non più differibile, da risolvere nei tempi più rapidi e il governo sta già facendo tutte le opportune valutazioni al fine di assumere quanto prima questa decisione”. Il titolare della Farnesina aveva poi sostenuto come, pur non avendo Perrone partecipato alla conferenza di Palermo, fosse “del tutto evidente che le analisi svolte nel corso del suo lavoro abbiano fornito un contributo importante per la preparazione” dell’evento. “L’ambasciatore Perrone – aveva ribadito anche in quell’occasione, ricordando come la sede fosse comunque sempre aperta e funzionante – è stato fatto rientrare in Italia a Roma il 10 di agosto e da allora non ha fatto ritorno in Libia. La decisione, presa d’intesa con l’ambasciatore, si giustifica per i gravissimi rischi sulla sicurezza della sua persona segnalati dalle autorità libiche a seguito dei malintesi creati dall’intervista e confermati dalle competenti autorità di sicurezza italiane”.