Giudici, processi e governi: una proposta per superare lo stallo

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di Franco Fronzoni

Tutti sanno che la giustizia italiana non funziona, causa troppe leggi, troppe norme Ue, troppi gradi di giudizio anche per assolute banalità, con giovamento soltanto per chi ha torto e a danno, naturalmente, di chi avrebbe ragione. Ne risentono tutto il mondo imprenditoriale, i privati costretti a ricorrere al tribunale, gli offesi, con tanti danni di natura economica e sociale; tutti conosciamo, anche quanti incolpati restano sotto giudizio per anni (se non decenni, l’ultima sentita, 50 anni), seppure innocenti. Ne risultano però rovinate persone, interrotte carriere, rovinate famiglie ed aziende, tuttavia i Governi sembrano non sapere cosa fare e, se adombrano un  qualche mutamento si vedono fiorire inchieste su Ministri, membri del governo e militanti politici; pertanto queste riforme “s’hanno da fà”, ma alla fine tutto resta in questo vergognoso stato L’Italia, quale membro della UE, riceve intimazioni, condanne e multe che purtroppo gravano a carico di noi cittadini che ci ritroviamo a dover pagare senza colpa alcuna, magari con ulteriore aumento del nostro enorme DP.

Il tutto rappresenta un grave danno per l’economia, compreso quello per mancati investimenti anche esteri, proprio per la inefficienza della nostra Giustizia. In quel Ministero l’organico prevede 11.000 giudici, ma ne mancano almeno mille! Quindi, prima domanda: perché non si fanno i relativi Concorsi per adeguare l’organico? Oltretutto, mentre il nostro organico prevede 12 magistrati ogni 100.000 abitanti, la Germania ne prevede 24, esattamente il doppio, acuendosi quindi la possibilità di aumentarne anche a casa nostra il numero degli addetti. Perché non si fanno i relativi concorsi? Chi ne frena l’attuazione? Non certo la mancanza di risorse, perché la maggiore spesa sarebbe pareggiata dall’aumento degli affari e della produttività nazionale. Quanto sopra è aggravato dal fatto che, dei 10.000 Magistrati in forza, 200 risultano messi fuori organico e distaccati nei vari Ministeri (la più parte in quello della Giustizia), quali competenti immessi o richiesti, per redigere le proposte di leggi. Da qui la seconda domanda: perché questi distacchi a danno dell’apparato giudicante? Non certo per fare buone leggi, osservando la infinità dei ricorsi (con leggi ben fatte, miglior ossequio ad esse e meno ricorsi) e, non certo per incapacità dell’apparato burocratico, poiché, diversamente, cosa li terremmo a fare questi ministeriali (Dirigenti, Direttori, etc). Quindi la domanda resta tutta intera! 

Ma, allora, perdurando le due domande e nell’attesa dei Concorsi, per ottenere un miglioramento per l’esercizio della Giustizia, cosa fare?

A questo conclusivo quesito, la mia risposta-PROPOSTA:

  1. a) SI RESTITUISCANO i magistrati alla loro funzione giudicante per la quale furono assunti ed otterremo immediatamente un miglioramento nell’andamento dei processi ed un altro vantaggio, quello di RESTITUIRE all’apparato burocratico degli altri Ministeri la DIGNITA’ sottratta, loro, per chissà quali fini, da parte di tutti quanti i Governi trascorsi; b) NEL CASO IN CUI FOSSE ASSOLUTAMENTE INDISPENSABILE, AL MOMENTO, ricorrere a competenti esterni ai Ministeri, ad adiuvandum, ritrovarli nella categoria dei Magistrati in pensione, con la possibilità di sceglierli tra i migliori per scienza, conoscenza, maturità ed esperienza; oltretutto, non più influenzabili da più o meno convenienze di carriera.

Sono convinto che ne risulterebbero vantaggi notevoli e, diminuirebbero tendenziose supponenze.