Giovani avvocati: il futuro della professione e le ricette anticrisi

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La professione di avvocato vive, al pari di altre professioni, una stagione non particolarmente felice, non solo sotto il profilo economico, ma, più in generale, per la crisi che da tempo coinvolge il “sistema giustizia” e i suoi attori. Le difficoltà che colpiscono tutta l’avvocatura si riflettono in modo ancor più significativo sulla giovane avvocatura partenopea, se non altro per la complessità del territorio ove essa opera e per l’elevato numero di professionisti. L’Associazione Italiana Giovani Avvocati, sin dalla nascita nel 1966, si impegna in una triplice direzione a tutela della giovane avvocatura e della sua formazione professionale idonea e specialistica, del diritto ad un giusto processo, della funzione forense. La sezione di Napoli dell’Associazione opera dal 1968 e ha avuto tra i propri membri illustri rappresentanti della professione forense partenopea, tra i quali Giuseppe Tisci e il professore Andrea Pisani Massamormile, che hanno ricoperto la carica di presidenti nazionali e il past presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli e attuale Consigliere Nazionale Forense, Francesco Caia. L’AIGA Napoli è attualmente presieduta da Alfredo Maria Serra, quarantenne avvocato penalista, esperto di diritto penale d’impresa e diritto penale della pubblica amministrazione, socio attivo dell’associazione già dal 2008, eletto presidente il 23 giugno scorso, segnando così il passaggio di consegne con il suo predecessore Lucio Cricrì. A poco più di tre mesi dall’elezione abbiamo intervistato il presidente Serra per approfondire il punto di vista di un giovane avvocato che si divide tra professione e mondo associativo a tutela della categoria e per sapere in anteprima alcuni dei progetti che intende portare avanti nel corso del suo mandato.

Alfredo Maria SerraPresidente, sulla scorta della sua esperienza formativa e lavorativa, consiglierebbe ancora ai tanti giovani che in queste settimane stanno scegliendo il corso di laurea cui iscriversi, giurisprudenza e più in generale la professione di avvocato?

Sono fermamente convinto che la nostra professione, per dirla alla Voltaire, “è la più bella del mondo”. E’ una professione adrenalinica, nella quale è necessario un impegno che assorbe qualsiasi energia, ma allo stesso tempo l’entusiasmo che le parole, i volti e le espressioni che i clienti ti trasmettono quando hai fatto un buon lavoro è una moneta non inflazionabile. Bisogna tenere presente però che la nostra professione è mutata nel tempo e, quindi, comprendere che per intrepretare al meglio il nostro ruolo sociale oggi è necessario formarsi come professionisti europei, dinamici, integrati nel mercato e in sinergia con le altre categorie professionali.

E’ un dato oggettivo che giurisprudenza apre molteplici strade dopo la laurea. Quale percorso post laurea lei consiglierebbe a un giovane laureando o neolaureato?

Sicuramente quello che oggi consiglierei è di specializzarsi in tutti i settori a spiccata tendenza internazionale e di curare pertanto lo studio delle lingue straniere, come il portoghese, il russo o il cinese, la cui conoscenza permette – non solo agli avvocati – di intercettare una clientela per molti inaccessibile.

Negli ultimi anni quasi tutti i governi hanno provato a mettere mano al “sistema giustizia”. Ci dà un suo parere su questi reiterati tentativi di riforma?

Purtroppo da molto tempo assistiamo a delle microriforme che in modo disorganico e asistematico hanno interessato il tema della giustizia. L’organizzazione e il funzionamento corretto della giurisdizione civile, amministrativa e penale è elemento essenziale per uno stato di diritto ed economicamente appetibile agli investimenti. Per finalizzare questo risultato è indispensabile che ai tavoli legislativi si siedano gli operatori del diritto – avvocati, magistrati e personale delle cancellerie – che quotidianamente vivono sulla propria pelle le complessità del cd. sistema giustizia.

E cosa pensa invece della riforma ipotizzata dal Presidente Renzi?

Va dato atto a questo governo di aver intrapreso con forza e celerità un percorso di riforme che non riguarda solo la giustizia, ma importanti settori della nostra società, come il lavoro, la scuola e la sanità. Con il tempo misureremo la capacità di queste riforme di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Quali sono a suo avviso i provvedimenti più urgenti per far fronte alla crisi della professione di avvocato?

Io credo che bisogna partire dalla considerazione che la gestione dell’attività professionale oggi comporta un impegno economico elevato. Occorre, a mio giudizio, intervenire sul sistema fiscale, ad esempio ampliando il novero dei costi detraibili. Sotto altro profilo, con una visione di lungo termine, occorrerebbe intervenire sui percorsi universitari, affinché si proiettino verso una maggiore specializzazione dei laureandi, di modo da avere studenti e quindi professionisti già preparati al mercato.

Lei presiede da soli tre mesi la sezione di Napoli dell’AIGA, ciononostante ha già dato vita ad alcuni importanti progetti a tutela della professione, aprendo peraltro le porte dell’associazione ad altre categorie di professionisti e agli imprenditori. Ce li riassume spiegandoci anche da cosa nasce questa sinergia con i non avvocati?

Sono molto orgoglioso che insieme alla squadra dell’Aiga di Napoli siamo riusciti a mettere in campo tante iniziative in così poco tempo. Crediamo particolarmente nella sinergia con gli altri professionisti e con il mondo dell’imprenditoria ed infatti sin dal 2013 partecipiamo al tavolo dei “Giovani eLeMenti” che riunisce le rappresentanze giovanili delle associazioni di categoria e dei professionisti che operano nel nostro territorio (commercialisti, ingegneri, notai, architetti, farmacisti, giornalisti, industriali, costruttori edili, imprenditori). Insieme abbiamo, ad esempio, costituito un tavolo di coordinamento con il Comitato Regionale Unicef Campania e il Comitato Provinciale Unicef Napoli per promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e degli interessi delle persone di minore età. Voglio anche ricordare le prossime iniziative interdiscliplinari che andremo a realizzare. Il 29 settembre al Tribunale di Napoli parleremo, con il contributo di tutte le sezioni Aiga della Campania, di internazionalizzazione della professione. Il 3 ottobre saremo a Expo per trattare della tutela del patrimonio agroalimentare italiano. Il 9 ottobre, a Palazzo Caracciolo, insieme con l’Unione dei giovani commercialisti di Napoli, ci confronteremo sul rapporto tra criminalità ed economia e ad aprire i lavori sarà il Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti.

Tornando al tema principale della nostra intervista, la figura dell’avvocato, sin dall’accesso alla professione, vorremmo un suo parere sull’esame di abilitazione che, anche quest’anno ed in particolare a Napoli, ha dato vita a una serie di polemiche.

Effettivamente la percentuale dei non ammessi è stata elevata. Credo che però questo non dipenda solo da una mancanza di preparazione ma da come è strutturato l’esame scritto che non premia adeguatamente il percorso del tirocinio sempre più specialistico. Anche su questo aspetto occorre intervenire. E proprio per venire incontro ai futuri avvocati, l’Aiga, insieme alla Camera Penale, alla Camera Civile, e alle associazioni forensi dei giovani civilisti e dei nuovi penalisti, offre quest’anno un corso gratuito di preparazione all’esame di abilitazione, di modo che i giovani possano arrivare preparati a questa difficile prova.

In conclusione, come vede il futuro della professione soprattutto pensando ai giovani avvocati? 

Io sono per natura un ottimista e credo che la nostra professione supererà tutte le difficoltà grazie proprio alla linfa delle nuove generazioni. E’ necessario crederci: riprendendo le parole di Enrico de Nicola, “non basta amare la nostra professione, bisogna sentirsi fieri di esercitarla”.