Giorlandino (Uap): “In misure anti-liste d’attesa buon senso tenere fuori farmacie”

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(Adnkronos) – Inserire le farmacie nelle misure anti-liste d’attesa allo studio del Governo “sarebbe stata una forzatura legislativa, che sotto le mentite spoglie di abbattere le liste d’attesa e di garantire ai cittadini un più rapido accesso alle cure e alla prevenzione, rappresentava soltanto un favore ad alcune lobbies. In sostanza, si autorizzavano le farmacie all’esecuzione di prestazioni ‘mediche’ quali elettrocardiogrammi ed esami cardiologici, prelievi del sangue e, in generale, tutte le prestazioni diagnostiche di laboratorio (oltre ad alcuni interventi di telemedicina) senza il rispetto di tutti i requisiti strutturali, professionali, logistici già richiesti alle strutture sanitarie private convenzionate, private autorizzate e agli ospedali privati convenzionati, che contano 95mila strutture a livello nazionale e occupano oltre 350mila lavoratori”. Così Mariastella Giorlandino, presidente dell’Uap, l’Unione degli ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata, interviene sull’ipotesi che il Governo decida di spostare le disposizioni urgenti per promuovere l’erogazione dei servizi in farmacia – previsti nella bozza del Dl anti-liste d’attesa – in un prossimo Ddl con altre misure per l’abbattimento delle liste d’attesa. 

“Non si sarebbe trattato di un vero e proprio stravolgimento delle regole esistenti per l’esercizio delle prestazioni sanitarie e diagnostiche comportante un serio pericolo per la salute degli italiani – rimarca la presidente Giorlandino – Ciò in quanto il farmacista non possiede gli strumenti conoscitivi e tecnico-strumentali per trasformare il semplice referto in un referto corredato da unità di misura, intervalli di riferimento e limiti decisionali, elementi, quest’ultimi, che spettano, insieme alla garanzia e al controllo della validità analitica, in via esclusiva ai professionisti della medicina di laboratorio e, quindi, ai soli laboratori pubblici e privati. Ci si chiede: a chi sarebbe spettata la responsabilità civile e penale nel caso di errore diagnostico? A fronte di un referto rilasciato dalla farmacia non firmato da un biologo o non interpretato da un medico specialista”. 

Per tali ragioni, l’Uap “si è appellata al presidente Mattarella, in qualità di garante del rispetto costituzionale, nonché al ministro Schillaci, peraltro medico, per chiedere un controllo su quanto stesse accadendo, al fine di garantire un’uniforme applicazione delle norme già esistenti a tutti gli attori del mercato (ambulatori, poliambulatori, ma anche farmacie), al fine di garantire la tutela della salute dei cittadini e una giusta e adeguata informazione alla popolazione”, conclude Giorlandino.