Giorgio Ascarelli: a 130 anni dalla nascita spuntano film amatoriali degli anni 20. Un documentario e un museo sul fondatore del Napoli

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in foto Claudio Della Seta e Nico Pirozzi

 Si intitolerà ‘O Pate (il padre) il film documentario dedicato alla figura di Giorgio Ascarelli, che 98 anni fa diede vita alla squadra Associazione Calcio Napoli.
Industriale, filantropo, sportivo visionario, Giorgio Ascarelli fu il primo presidente a comprendere la necessità di dotare la squadra di un proprio stadio. Il progetto nasce dal ritrovamento a Buenos Aires di alcuni rarissimi film amatoriali in 16mm girati negli anni ’20 del secolo scorso da Salvatore Di Segni fra le cui riprese compaiono diverse scene di vita familiare di Giorgio Ascarelli.
Il soggetto porta le firme del regista argentino Gabriel Sagel, del giornalista Claudio Della Seta e dello sceneggiatore Gianluca Potenziani.
Basato solo in parte sul materiale di archivio le riprese saranno effettuate principalmente a Napoli dove verrà realizzato un grande murales raffigurante proprio Giorgio Ascarelli.
Un caleidoscopio di luoghi e di voci ricomporrà un ritratto intimo ed emozionante delle vicende umane e sportive del mecenate napoletano, esplorando le ragioni del suo oblio e rinnovando la sua memoria.
La time line produttiva prevede di terminare le riprese ed il montaggio entro il 2025 e di presentare il film nel 2026 in occasione del centenario dalla fondazione della squadra partenopea.
L’obbiettivo distributivo è quello di raggiungere i 35 milioni di tifosi e i 120 milioni di simpatizzanti della squadra partenopea in tutto il mondo attraverso un player in streaming over the top.
Nella fase attuale sono in corso contatti con alcune case di produzione ma i tre autori puntano definire l’accordo con una casa di produzione napoletana: il desiderio è quello di mantenere l’intera linea finanziaria e produttiva all’interno della città.
Il progetto è stato registrato, tutti i diritti sono riservati.

Sponsor e autori
‘O Pate vanta il patrocinio della Ucei, Unione delle comunità ebraiche italiane, e della Comunità ebraica di Napoli. Gabriel Sagel è un regista e direttore creativo argentino, specializzato in pubblicità e branding, in particolare per la televisione. Attualmente si occupa di consulenza creativa, regia e produzione di documentari, regia di spot pubblicitari, animazione, branding e sviluppo di contenuti.
Claudio Della Seta, giornalista, ha lavorato per tre decenni al TG5 del quale è stato caporedattore. Da dieci anni è impegnato nel recupero del patrimonio filmico delle famiglie italiane, collaborando con lo Yad Vashem di Gerusalemme, la Fondazione Museo della Shoah di Roma, il Mei di Ferrara, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Ha realizzato il docufilm “Una giornata particolare” insignito della Medaglia della Presidenza della Repubblica.
Luca Potenziani è un copywriter e creative producer con più di vent’anni
nell’intrattenimento e nella pubblicità. E’ autore di molti prodotti per reti
televisive come Mediaset, Fox, Discovery, Sky, Netflix, National Geographic, NBC Universal.
Come copywriter ha creato campagne pubblicitarie per Tim, Telecom, Ericsson, Lexus, Toyota, Ford, Fiat, Piaggio, Enel, Iberia e molti altri. I suoi lavori sono stati premiati con prestigiosi premi internazionali.

Protagonisti della Napoli post-unitaria
Centotrent’anni fa – il 28 maggio 1894 – nasceva Giorgio Ascarelli. Suo padre Pacifico e sua madre Bice Foà erano una delle coppie più conosciute e benvolute della Napoli post-unitaria. Pacifico, in particolare, era – assieme ai fratelli Moisé Gabriele e Settimio – a capo di un vero e proprio impero economico, edificato nel mondo del commercio. Lane e filati, ricercatissimi in tutta Europa, che loro, gli Ascarelli, commerciavano da generazioni nella Roma dei sovrani con la croce e la mitra. Un non comune fiuto per gli affari e una altrettanto rara sensibilità permisero a Pacifico e ai suoi due fratelli di affermarsi anche a Napoli. Lo fecero concedendo una serie di diritti alle persone che lavoravano alle loro dipendenze. Diritti che, a volerla dire tutta, fungeranno da prototipo a quel
progetto di “felicità collettiva” che, nell’immediato dopoguerra Adriano Olivetti, adotterà per rivoluzionare l’organizzazione del lavoro all’interno dell’impresa fondata dal padre Camillo.

Generosi e visionari
Generosi e visionari – non solo nel mondo dello sport, dove il nome di Giorgio è indissolubilmente legato alla nascita dell’Associazione Calcio Napoli e all’edificazione del primo e unico stadio di proprietà della società azzurra – gli Ascarelli si distinsero in quasi tutti i campi del vivere sociale. Difatti, nei circa cinque decenni posti a confine tra l’Ottocento e il Novecento, il loro cognome ebbe modo di coniugarsi con tantissimi vocaboli: lavoro, cultura, religione, politica, arte, sport, genialità e, soprattutto, mecenatismo.

Una grande storia rimossa dalla città
Una storia, quella degli Ascarelli, costellata da tantissime luci, in una città in cui hanno spesso dominato le ombre. Ma paradossalmente cancellata dalla memoria di Napoli. Non solo per l’abominio delle leggi razziste del 1938, ma anche per l’inconscio timore di dover fare i conti con un passato mai passato, dove a primeggiare è spesso il
peggio a discapito del meglio.  

La nascita del museo Ascarelli 
Se a ricostruirne la storia di questa famiglia di imprenditori e mecenati è un libro scritto da Nico Pirozzi “Ascarelli. Una storia italiana” (che sarà presentato giovedì 30 maggio, alle ore 18:30, presso la sede dell’Istituto di cultura meridionale di via Chiatamone) a riannodare i fili della memoria è il progetto “Ascarelli. Un nome e una storia lunga 150 anni”, promosso dall’Associazione Memoriæ-Museo della Shoah e dalla Comunità ebraica di Napoli, con il patrocinio del ministero della Cultura, della Regione Campania, del Comune di Napoli, dell’Archivio di Stato di Napoli, dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (UCEI), del Centro Studi Ebraici dell’Università Orientale di Napoli, della Camera di Commercio di Napoli, della Federazione delle Associazioni Italia-Israele, del Sindacato unitario dei giornalisti della Campania (SUGC), della Federazione italiana di canottaggio (FIC), dell’Unione Stampa Sportiva Italiana – Lega nazionale Dilettanti, della Fondazione Giuseppe Levi Pelloni, dell’Unione nazionale dei ciechi e degli ipovedenti della provincia di Napoli, della Fondazione Valenzi; nonché del sostegno economico del Circolo del Remo e della Vela Italia, dell’Unione Industriali di Napoli, e della Federazione nazionale della Stampa. Un progetto principalmente finalizzato alla nascita del Museo Ascarelli, nei locali posti all’interno del vecchio cimitero ebraico di Napoli, dove riposano Giorgio e suo padre Pacifico. E, con loro due, gran parte dei protagonisti di una stagione per certi versi unica. Uomini e donne, la cui percezione del mondo ha di gran lunga superato i confini del tempo nel quale sono vissuti.