Gioco online: il punto sui servizi per la tutela del giocatore

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L’era di internet ha aperto infinite porte verso i servizi online. Tra questi, uno dei più controversi e discussi è sicuramente quello del gioco online. Sono passati oltre 20 anni anni dalla comparsa dei primi siti per scommettere su sport, giochi da casino e slot machines, mentre è trascorso solo un decennio da quando i primi giochi a distanza per denaro sono stati regolamentati in Italia.
Il mercato delle scommesse via web conta al momento oltre 100 concessioni per il gioco a distanza, rilasciate ad operatori che offrono servizi legati a poker, casino e scommesse sportive in modo del tutto legale e aderente alle norme italiane. Si tratta di un settore in grado di generare una spesa annuale di quasi mezzo miliardo di euro, soldi che escono direttamente dalle tasche dei numerosi giocatori.
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che ha il compito di vigilare sul settore del gioco d’azzardo legale, ha preso numerose misure atte a far rispettare le norme italiane, inibendo anche molti siti di scommesse e casinò non conformi alla normativa, come si può leggere su wisecasino.net. Tutte queste azioni dirette però non rappresentano la soluzione ad alcuni problemi legati al gioco. Si gioca legalmente, sì, con maggiore sicurezza per gli utilizzatori ed un introito garantito per le casse statali, ma non c’è alcuna difesa contro il GAP (Gioco d’Azzardo Patologico). Come può allora il giocatore tutelarsi dal rischio di eccedere?
In realtà le regole italiane relative al gioco a distanza prevedono che i giocatori, al momento dell’iscrizione, siano obbligati a impostare un limite alle proprie spese. Limiti che, opzionalmente, possono essere estesi ai depositi giornalieri, a quelli mensili o alle perdite in denaro nette. Oltre a questi, come si apprende sul sito di Lottomatica, uno dei maggiori operatori nel mercato del gaming in Italia, gli utenti hanno la possibilità di bloccare temporaneamente o a tempo indeterminato l’attività di gioco attraverso il sistema dell’autoesclusione.
Nell’ultimo periodo molti operatori e concessionari hanno deciso di andare oltre agli obblighi di legge, prendendo autonomamente iniziative volte alla tutela del giocatore attraverso la divulgazione di materiale informativo, oppure dando vita ad eventi per la sensibilizzazione, come nel caso delle iniziative di Codere Italia.
Un altro tipo di tutela arriva inoltre da organizzazioni “esterne” al settore del gioco, ma impegnate comunque nel sociale. Da segnalare l’interessante Tour “Facciamo Girare la Voce” del MOIGE, giunto ormai alla sesta edizione, il cui scopo è quello di informare le famiglie sul tema del gioco d’azzardo con particolare attenzione alla sensibilizzazione dei minori.
Tutta questa serie di misure, per quanto interessanti e probabilmente anche efficaci, si basa sul presupposto che il giocatore sia in grado di gestire sé stesso e il proprio denaro. Situazione che non sempre si verifica, se si considera che le stime parlano di un numero di giocatori patologici compreso tra i 300.000 e il milione, sebbene il “giocatore medio” investa circa 50 euro al mese nell’azzardo virtuale.
La soluzione a questa situazione potrebbe essere quella di imporre un limite alle perdite nette obbligatorio e uguale per tutti, in modo da impedire a chi perde il controllo di trasformare un gioco in una vera dipendenza, aiutato dalla semplicità con cui si possono effettuare le transazioni economiche sui siti di scommesse e casino. Una soluzione, che, al momento, sembra essere ben lontana dalla realtà.