Negli ultimi anni, il mercato del lavoro ha vissuto una crescita significativa in termini di flessibilità e digitalizzazione, con la nascita e l’evoluzione di nuove professioni e metodi di lavoro che si adattano alle varie esigenze di professionisti e clienti.
Una nuova modalità lavorativa introdotta nell’ultimo decennio è la Gig Economy: la cosiddetta “economia dei lavoretti”, che si basa su un lavoro occasionale a chiamata. Il termine Gig, infatti, è un’abbreviazione di “engagement” che veniva già utilizzata nel Novecento dai musicisti jazz per indicare l’ingaggio di una sera.
Gig Economy: caratteristiche e funzionamento
La gig economy è un modello economico in cui i lavoratori sono impegnati in occupazioni temporanee, a breve termine o freelance, trovate solitamente tramite piattaforme online dedicate. Si tratta di una modalità lavorativa principalmente diffusa negli Stati Uniti, ma presente in tutto il globo, che non prevede un contratto di lavoro regolare o un datore di lavoro fisso, bensì richiede una semplice registrazione sui portali digitali delle aziende.
Per comprendere meglio il funzionamento e la struttura della gig economy possiamo identificare tre componenti chiave che ne costituiscono l’ecosistema:
- Professionisti: soggetti specializzati che mettono a disposizione la propria forza lavoro e le proprie capacità, per completare progetti o lavori specifici;
- Utenti/consumatori: coloro che richiedono servizi. Possono essere sia consumatori individuali che aziende alla ricerca di professionisti competenti nel loro settore;
- Aziende tecnologiche: imprese del settore tecnologico, spesso di grandi dimensioni, che svolgono un ruolo chiave nel facilitare l’incontro tra domanda e offerta.
Le aziende tecnologiche, infatti, mettono a disposizione soluzioni digitali che riescono ad agevolare la connessione tra professionisti e clienti, contribuendo così all’espansione della gig economy.
Gig Economy: vantaggi
La diffusione della gig economy ha rappresentato una valida opportunità per coloro che hanno perso la stabilità di un’occupazione tradizionale. È proprio grazie a questa modalità di lavoro a chiamata che sono riusciti ad integrarsi nuovamente nel mondo del lavoro, anche in assenza di competenze specifiche. La gig economy si è rivelata un sostegno prezioso per chi cercava valide alternative e nuove prospettive professionali, in tempi di incertezza economica. Vediamo più nel dettaglio alcuni dei vantaggi principali.
Flessibilità lavorativa
I lavoratori “gig” possono scegliere quando e dove lavorare, grazie ad una flessibilità che consente di gestire il tempo in modo autonomo e di bilanciare al meglio lavoro e vita privata. Nella gig economy la maggior parte dei lavoratori sono considerati autonomi o freelance, capaci di gestire autonomamente il proprio operato: prendere decisioni riguardo le tariffe, gli orari di lavoro e i clienti con cui desiderano collaborare. Questa autonomia offre una maggiore libertà di scelta e un senso di controllo sulla propria carriera.
Reddito supplementare
La gig economy offre l’opportunità di guadagnare un reddito aggiuntivo attraverso lavori e progetti extra, sfruttando le proprie competenze e abilità a seconda delle richieste del mercato. I lavoratori “gig”, invece di dipendere esclusivamente da un’unica occupazione, possono svolgere diverse attività o lavorare su più progetti allo stesso tempo, consentendo loro di generare molteplici entrate provenienti da più fonti.
Facilità di accesso al mercato
Grazie alle piattaforme digitali e alle app specializzate, come l’app BeProf, per i lavoratori “gig” diventa sempre più semplice e veloce accedere al mercato e offrire i propri servizi. Attraverso questi portali dedicati è possibile trovare soluzioni e agevolazioni vantaggiose in grado di facilitare maggiormente la loro entrata e permanenza nel mercato lavorativo.