Giappone, governo pronto a nuovo intervento per sostenere lo yen

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Roma, 24 giu. (askanews) – Il governo del Giappone è pronto a prendere misure appropriate “in qualsiasi momento” per arginare lo slittamento dello yeb. Lo ha dichiarato oggi Masato Kanda, che è il viceministro alle Finanze con delega alla finanza internazionale del governo di Fumio Kishida e, in questa veste, il principale responsabile della politica monetaria dell’esecutivo nipponico dopo il premier.

Nelle contrattazioni che si sono chiuse oggi, lo yen è arrivato nuovamente ad accarezzare la quota 160 rispetto al dollaro, con il biglietto verde arrivato a valere 159,91 yen nel pomeriggio nipponico. L’euro è salito a 171,08 yen.

Kanda ha espresso preoccupazione per l’impatto negativo delle fluttuazioni dello yen sull’economia, in un momento in cui il mercato è cauto di fronte alla possibilità di un’altra serie di operazioni di acquisto di yen e vendita di dollari .”Le fluttuazioni eccessive influenzano negativamente l’economia. Siamo pronti a prendere misure appropriate in qualsiasi momento”, ha detto il viceministro parlando coi giornalisti, in un segnale che potrebbe essere pronto un nuovo intervento del governo per sostenere la valuta nipponica.

Lo yen è sorvegliato speciale in una fase delicata per la politica monetaria giapponese. La Banca del Giappone (BoJ) ad aprile ha posto termine alla politica di tassi negativi dopo 17 anni consecutivi in cui era stata applicata per cercare di combattere la deflazione. Tuttavia, questo cambio di rotta è stata piuttosto prudente (con il tasso di riferimento fissato a 0-0,10%), per cercare di evitare di soffocare la dinamica dei prezzi in un momento in cui finalmente potrebbe essere nel mirino l’obiettivo di un’inflazione strutturale al 2%, considerata dai banchieri centrali di Tokyo come desiderabile per assicurare la crescita.

Nell’ultima riunione del Consiglio monetario – 13-14 giugno – alcuni dei membri, secondo le minute, hanno espresso la convinzione che l’istituto centrale dovrebbe mettere in atto una stretta più decisa per sostenere lo yen e evitare che l’inflazione acceleri. Ha anche deciso di ridurre l’acquisto di obbligazioni governative, attualmente fissato a circa 6mila miliardi di yen (35 miliardi di euro) al mese: la BoJ detiene circa la metà dei bond emessi dal governo, cioè circa 600mila miliardi di yen.

Inoltre, va segnalato il fatto che gli Usa stanno adottando un approccio molto prudente nel cambio di politica che dovrebbe chiudere la fase dei tassi alle stelle per dare respiro: diversi analisti vedono un allungamento del periodo con alti tassi, con il rischio che lo yen continui a indebolirsi sul dollaro (il cambio con il biglietto verde è fondamentale perché il Giappone è povero di materie prime e le acquista sui mercati esteri in dollari, appunto). La scorsa settimana Washington ha rimesso il Giappone nella sua lista di controllo dei manipolatori di valuta.

“Se il dollaro si muove di diversi yen con il rilascio di un indicatore economico o i commenti di qualcuno, le fluttuazioni non sono basate sui fondamentali. In momenti come questo, non abbiamo altra scelta che giudicare che siano guidate da speculatori”, ha sostenuto Kanda, dal canto suo.

Il governatore della BoJ, Kazuo Ueda, non ha escluso la possibilità di un aumento dei tassi a luglio in base ai dati economici in arrivo, affermando che l’inflazione è diventata più suscettibile alle fluttuazioni dei cambi.

In questo senso anche il governo si sta muovendo e ha deciso di estendere l’assistenza ai cittadini, riducendo le bollette dei servizi e offrendo sovvenzioni per affrontare il calo dei salari reali che, nonostante gli aumenti senza precedenti negli ultimi 30 anni dei salari nominali, continuano a creare problemi alle famiglie.