Giappone, ecco “Project Galileo”: vivere l’Italia grazie a un videogioco

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Un videogioco che permette di far vivere la sensazione di essere in Italia, ricreando particolari ambientazioni, musiche, colori e atmosfere, presentando anche la storia del Bel Paese. E’ “Project Galileo” sviluppato dalla software house milanese Jyamma Games, fondata nel 2019 e specializzata nel settore gaming. Un gioco di ruolo rivolto a player esperti, cosiddetto “soulslike”, denominazione dei videogiochi che presentano elementi avanzati, come la scelta di una build di equipaggiamento, level design complessi oltre che libertà di esplorazione e progressione. L’anteprima del gioco, sviluppato in lingua inglese per il mercato Usa ed asiatico e che che ha già attirato l’attenzione di alcuni editori internazionali, viene presentata al Tokyo Game Show, uno degli eventi internazionali più importanti nel mondo dei videogame, al Mukuhari Messe International Convention Complex – imponente centro congressi di Tokyo -, a cui partecipano i maggiori editori internazionali del settore dell’intrattenimento videoludico. Il videogioco di Jyamma Games è classificato come di categoria AA+, un livello che indica un valore di sviluppo e produzione normalmente riservato ai prodotti dei grossi gruppi internazionali. Per sviluppare un software ludico di questa portata, sono previsti investimenti dai 2 e i 20 milioni di euro. Ma il progetto italiano punta a costruire un prodotto di alto livello senza arrivare a queste cifre. Questo nonostante che, per il suo sviluppo, stiano lavorando 45 persone tra game designer, programmatori, artisti e animatori coordinati da Giacomo Greco, 42enne fondatore e amministratore delegato di Jyamma Games. L’azienda è nata con un gruppo di nove persone che si sono conosciute durante gli studi alla Digital Bros Game Academy di Milano. Appena costituita, la startup ha creato dei primi videogame per il settore degli smartphone, registrando oltre mezzo milione di download. E’ poi stata lanciata la sfida, inedita per l’Italia, di reclutare talenti tutti italiani e di ritorno anche da esperienze all’estero fatte in importanti software house per progetti di respiro internazionale.