Roma, 14 giu. (askanews) – La Banca del Giappone ha deciso oggi di ridurre i suoi acquisti di obbligazioni governative giapponesi, ma solo dopo aver raccolto le opinioni dei partecipanti al mercato e aver elaborato i dettagli della riduzione per i prossimi uno o due anni nella riunione del 30-31 luglio. Si tratta di un approccio più prudente rispetto a quanto si aspettavano gli osservatori.
Fino ad allora, la banca centrale nipponica continuerà gli acquisti al ritmo attuale, circa 6mila miliardi di yen (35,4 miliardi di euro) al mese.
L’economia giapponese nel periodo gennaio-marzo si è contratta dello 0,5% rispetto al trimestre precedente, o a un ritmo annualizzato dell’1,8%, con l’inflazione che si è moderata invece di accelerare. Questo ha spinto la banca centrale ad assumere un atteggiamento accomodante dopo che nella precedente riunione di politica monetaria del 19 marzo aveva deciso il primo ritocco verso l’alto dei tassi d’interesse da 17 anni a questa parte.
Una mossa, quella, che fu anche dovuta al fatto che lo yen, la valuta giapponese, era scesa al minimo da 34 anni, con il dollaro salito oltre quota 160.
Dopo una riunione di politica di due giorni, la BOJ ha deciso di lasciare invariate le altre misure, incluso il tasso di interesse tra lo 0% e lo 0,1%.
Riducendo gli acquisti di obbligazioni, la BOJ ridurrà effettivamente le sue partecipazioni e passerà a una modalità di inasprimento quantitativo. Per decenni, la BOJ ha cercato di stimolare l’economia giapponese attraverso l’allentamento quantitativo, espandendo il suo bilancio, nel tentativo di contribuire a far uscire il paese dalla spirale deflazionistica.
Attualmente il bilancio della Banca del Giappone è cinque volte quello del 2012 a causa dei suoi acquisti di bond governativi, di cui possiede il 54% del totale emesso.
Il governatore Kazuo Ueda, che ha assunto l’incarico ad aprile 2023, ha promesso di ripristinare il meccanismo di determinazione dei prezzi del mercato delle obbligazioni, che a causa della presenza massiccia della banca centrale risulta distorta. La riduzione degli acquisti di obbligazioni da parte della banca centrale potrebbe far salire la curva dei rendimenti e aumentare i costi di finanziamento. Il mese scorso, i rendimenti dei JGB a 10 anni sono saliti a un massimo di 13 anni dell’1,1%.
Ma la politica monetaria della Banca del Giappone rimane nel complesso accomodante. I tassi di interesse reali restano negativi, con il mercato che prevede un’inflazione intorno all’1,5% nei prossimi 10 anni. La banca prevede che l’inflazione mediamente sarà del 2,8% nell’anno fiscale 2024 e rallenterà all’1,9% nell’anno fiscale 2025. Il target è quello di portarla stabilmente al 2%.
Gli operatori di mercato si aspettano che ci sia un aumento del tasso d’interesse allo 0,25% nella prossima riunione del 30-31 luglio.