Germania, cade il mito dell’etica calvinista

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Papa Francesco ha “liberato” la donna dall’antichissima – fin dal Paradiso Terrestre- definizione di “tentatrice”. Una revisione totale quella che sta portando avanti questo grande Papa nel segno di una lettura autentica del Vangelo, che trova, sarà una mia impressione, scarso “ascolto” in Santa Madre Chiesa e nelle sue articolazioni, costrette ad uscire dalla “tranquillità” dei luoghi comuni, per impegnarsi in ben altra Missione. La sua è una sfida anche all’interessata pigrizia di tanti, troppi “addetti ai lavori”. Deve sentirsi “estraneo” anche lui, se è stato costretto, durante questo memorabile viaggio, a dire di se stesso: “Io comunista? Non ho detto una cosa in più rispetto a ciò che c’è nella Dottrina sociale della Chiesa”. Intanto questa revisione del ruolo della donna “tentatrice” comporta, di converso, un’altra dimensione dell’uomo, non più solo vittima di quella tentazione, ma attore consapevole e responsabile del proprio destino. Diciamo la verità: la figura di Adamo ci è parsa sempre, fin da quando lo abbiamo “conosciuto”, come quella di un brav’uomo, totalmente nelle mani di Eva, a sua volta succube del “serpente”. “La donna, che tu mi hai posto accanto, mi ha dato dell’albero ed io né ho mangiato” Genesi 2,24. Adamo: totalmente soggiogato, e deresponsabilizzato, dalla “donna”. Una “rivalutazione” anche dell’uomo, quindi, viene da questa chiara “spiegazione” di Papa Francesco, che tesse, poi, le lodi della Donna, come aveva già fatto in altre occasioni, fino a ricordare che Essa è la Madre del Figlio di Dio, il Cristo in terra. Che orizzonti fascinosi ci apre questo Papa, “venuto dalla fine del Mondo”!


Da tempo, riflettendo sulla moralità di noi Italiani, soprattutto confrontandola con quella dei Paesi anglo-sassoni, mi dicevo: in Italia non abbiamo avuto né Lutero, né Calvino e Savonarola lo abbiamo bruciato in Piazza della Signoria. Poi lo scandalo della Enron in America , con gli imbrogli che dirigenti e manager fecero per intascarsi un po’ di dollari, cominciò a far vacillare quella mia tesi. Ora l’imbroglio della Wolkswagen la fa cadere, ma non per “salvare” noi Italiani, del tutto: barare sulle emissioni di gas dai tubi di scarico mi sembra vergognoso, anche perché attenta alla salute di milioni di cittadini. Un gran colpo alla credibilità dell’industria tedesca ad opera della sua “marca” simbolo, che rinvia a qualche riflessione anche sulla durezza, questa si “calvinista”, della Germania nei confronti della Grecia e dei Paesi non in regola, secondo i canoni del rigore, a senso unico, tedesco. Con buona pace di Angela Merkel e di tutti coloro che ora fanno a gara a negare ogni responsabilità.


Per il resto, tornando in Italia, è patente che la pubblica moralità, intesa come comportamento, e responsabilità, verso gli altri, difficilmente è entrata nel novero dei “peccati”, neppure secondo Santa Madre Chiesa, al netto della predicazione di Papa Francesco. Al massimo si considera l’aspetto penalistico e molti, anche antichi moralisti di giornata, pensano di salvarsi, rifugiandosi nel “niente di penalmente rilevante”! Evadere il fisco, costruire abusivamente, frodare in commercio, presentare qualche certificato medico di dubbia fondatezza per non andare a lavorare o per lucrare qualche indennità, non fare il proprio dovere sul lavoro: chi mai ne sente parlare nelle prediche o nei confessionali?! Senza contare che molti di noi dimenticano che la Libertà di ciascuno di noi finisce laddove comincia quella del nostro simile. Naturalmente il discorso riguarda tutti noi, a cominciare da me, ma sarebbe importante avere almeno consapevolezza di cosa è immorale, di cosa è morale, di cosa non è peccato e di cosa, invece, è peccato! E non ci salviamo se pensiamo di confrontarci con le “immoralità” altrui! Questa tortuosa, ed autoassolutoria, concezione della nostra moralità, civica e religiosa, che dovrebbero coincidere, ha molto contribuito a determinare degrado, malcostume, egoismo diffuso. Tornando alle “macchine”, molti ora si aspettano qualche “sorpresa” dalla Mercedes, magari dalla pressione delle gomme, che montano nei Gran Premi! Sarà quel simpatico ed autentico “patriota” italiano di Vettel, con la Ferrari, a punire le “frecce d’argento” e con essa la Germania, come più volte è accaduto nel calcio?? Un po’ di libertà… per fantasticare! Con leggerezza!