Geologia, anche sotto i vulcani dormienti scoperti grandi corpi di magma

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Foto di yoshitaka2 da Pixabay

Una nuova ricerca condotta dalla Cornell University sfida la consolidata convinzione che i vulcani attivi abbiano grandi corpi magmatici che vengono espulsi durante le eruzioni e poi si dissipano nel tempo quando i vulcani diventano dormienti. I ricercatori hanno utilizzato onde sismiche per identificare camere magmatiche sotto la superficie di sei vulcani di varie dimensioni e dormienza all’interno della Cascade Range, che comprende meta’ dei vulcani degli Stati Uniti designati dall‘US Geological Survey come “a rischio molto elevato”. Il team ha scoperto che tutti i vulcani, compresi quelli dormienti, hanno corpi magmatici persistenti e di grandi dimensioni. Lo studio, guidato dal ricercatore post-dottorato Guanning Pang, e’ stato pubblicato su Nature Geoscience e scritto in collaborazione con Geoffrey Abers, professore di scienze geologiche.

I loro risultati sono sorprendenti, se si considera che alcuni di questi vulcani, come il Crater Lake in Oregon, non sono attivi da millenni. “Indipendentemente dalla frequenza delle eruzioni, vediamo grandi corpi di magma sotto molti vulcani”, ha detto Pang: “Sembra che questi corpi di magma esistano sotto i vulcani per tutta la loro vita, non solo durante uno stato attivo”. Il fatto che piu’ vulcani abbiano corpi di magma sostenuti e’ un fattore importante da considerare per il modo in cui i ricercatori possono monitorare e prevedere l’attivita’ vulcanica futura. L’US Geological Survey ha ampliato e aggiornato le sue reti di monitoraggio vulcanico nella Cascade Range e altrove come parte del National Volcano Early Warning System, con l’obiettivo di rilevare i segnali di un’imminente eruzione il prima possibile. “Pensavamo che se avessimo trovato una grande quantita’ di magma, cio’ avrebbe comportato una maggiore probabilita’ di eruzione”, ha osservato Pang, “ma ora stiamo cambiando la percezione che questa sia la situazione di base”. I risultati suggeriscono che un’eruzione non prosciuga completamente una camera magmatica, ma piuttosto rilascia parte del volume e della pressione in eccesso. La camera puo’ essere lentamente espansa e riempita nel tempo grazie al graduale scioglimento della crosta. “Se avessimo una migliore comprensione generale di dove si trova il magma, potremmo fare un lavoro migliore nell’individuare e ottimizzare il monitoraggio”, ha affermato Abers, osservando che ci sono “molti vulcani che sono scarsamente monitorati o non sono stati sottoposti a studi approfonditi”. Gia’ in corso i piani per espandere il sistema di monitoraggio del magma e verificare se la scoperta di Cascade si estende ad altre localita’, tra cui l’Alaska.