Geologi, Peduto: Italia a rischio dal punto di vista ambientale, si vada oltre lo scontro sulle trivelle

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“In tutto il continente europeo sono state censite 700mila frane e oltre il 70% di queste, 530mila secondo il rapporto Ispra 2015, sono presenti nel nostro paese. Bastano questi dati per spiegare quale sia la situazione geologica del nostro Paese”: a parlare è il presidente del Consiglio nazionale dei geologi Francesco Peduto, intervistato dal denaro.it a margine del primo congresso nazionale di categoria aperto oggi all’Hotel Continental di Napoli.

Presidente, i dati ci parlano di un’Italia dal punto di vista ambientale. E proprio così?
“Diciamo che ci parlano di un’Italia in cui ci vorrebbe un’attenzione differente su tutte le problematiche geologiche e una maggiore centralità dei geologi nel governo del territorio. Noi da anni predichiamo in maniera vana la necessità di concretizzare necessari interventi strutturali ma anche di affiancare a questi azioni non strutturali come il geologo di zona o il presidio territoriale”.

Ci spiega meglio?
“Si tratta dell’organizzazione di vere e proprie sentinelle del territorio che possano segnalare in tempo reale i rischi affinchè in casi di eventi catastrofici si registrino danni minori ma soprattutto meno vittime perchè, da questo punto di vista, il Paese in occasione di terremoti, frane o alluvioni ha già pagato un prezzo troppo alto. Questa è solo una delle soluzioni che come Geologi abbiamo deciso proporre alla politica nella Carta per l’Italia”.
 
Di cosa si tratta?
“Di un documento sui georischi e sulle georisorse che consegneremo all’agenda di lavori dei nostri parlamentari. Abbiamo deciso di darne annuncio oggi perché questo è il congresso di tutta la nostra comunità, non solo il congresso del Consiglio nazionale e degli Ordini regionali ma anche quello dei geologi della Pubblica amministrazione, dell’Università e così via. La carta però giunge al termine di un lavoro compiuto da tante commissioni su 12 temi fondamentali che non riguardano solo i rischi ma anche le risorse che ha a disposizione il nostro Paese. Anzi, questt’ultimo è tra gli aspetti principali del documento: ci affanniamo tanto a parlare di trivelle ma poi facciamo poco per sostituire le energie fossili con quelle rinnovabili. La geotermia potrebbe essere una soluzione a basso costo e ad alto valore ambientale”.
 
Gli altri temi?
“Protezione civile, dissesto idrogeologico, rischio sismico, geoparchi, rocce, attività di scavo sono solo alcuni dei temi di cui si sono occupate le nostre commissioni specialistiche. Tutti temi su cui ci sentiamo di poter dare il nostro contributo al Paese del domani”.
 
Ha parlato del referendum, crede che la forte astensione sia la spia di un disinteresse degli italiani nei confronti dei temi ambientali?
“No, credo che sia stato sbagliato il modo in cui è stata posta l’attenzione su questi temi. Il risultato è che indipendentemente da “trivelle si e trivelle no”, sono buttati via 600 milioni di euro”.