Geologi, in Costiera Alalfitana allarme rosso: il rischio frane è all’85%

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“Qualche dato per comprendere la situazione relativa al dissesto idrogeologico in Costiera Amalfitana. Passiamo da un’ indice di pericolosità frane pari all’88% nel comune di Amalfi al 77% di Minori ed ancora dall’88% di Maiori all’82% di Atrani. A Ravello ed a Tramonti abbiamo invece un rischio di pericolosità frane ben dell’84%. Dunque in Costiera Amalfitana il rischio idrogeologico è molto elevato con zone R3 ed R4”. A lanciare l’alarme è Sabatino Ciarcia, consigliere dell’Ordine dei Geologi della Campania, incontrando oggi la stampa proveniente da numerosi Paesi dei 5 Continenti. “Negli ultimi decenni i molteplici problemi connessi ai rischi naturali – dice Domenico Sessa, consigliere dell’Ordine dei Geologi della Campania – in particolare quelle relative alle catastrofi idrogeologiche, sono state oggetto di crescente interesse da parte non solo della comunità scientifica ma anche delle pubbliche amministrazioni competenti. Siamo però dinanzi a dati importanti. Ad esempio la Costiera Amalfitana ha un alto indice di aree edificate a rischio frane elevato e molto elevato. Da Amalfi , Minori, Maiori ad Atrani, Ravello, Tramonti, nessuno è esente da tale rischio

Questi numeri purtroppo dimostrano la fragilità di un territorio che continuamente è sottoposto ad eventi di dissesto. La prevenzione per questi rischi, malgrado le continue esternazioni da parte delle Pubbliche Amministrazioni e dei geologi, che da sempre rivendicano la loro esperienza in un campo fondamentale per la pianificazione territoriale, vede ancora fermi i fondi stanziati per il dissesto idrogeologico. Bisogna fare presto, il turismo non può essere penalizzato da eventi che ne pregiudicano la più alta fonte di vita e non si può trovare sempre il pretesto dicendo che è accaduta una calamità”.
A rischio è anche la cultura e la storia dell’intera area, come i mosaici dell’impianto termale della Villa di Minori risalente all’epoca dell’Antica Roma “La villa è del Primo Secolo d.C. aperta verso il mare – prosegue Sessa – si trova in una situazione ambientale felicissima con l’area termale, gli affreschi, mosaici e statue. Purtroppo questa Villa fu sepolta in seguito all’alluvione del 1954 per poi ritornare alla luce ma rischia di rimanere vittima del dissesto idrogeologico. Ci sono l’Antiquarium con importanti reperti archeologici ritrovati nel sito, il Triclinio Ninfeo, la Sala del Teatro, le Sale di rappresentanza, il Porticus Triplex , l’impianto termale con mosaici davvero belli, la Sala della Musica”