Geologi a Napoli presentano piano per tutela del territorio

37
Un documento in dodici punti che mette per iscritto le proposte dei geologi alle istituzioni. E’ la carta presentata nel corso del primo congresso nazionale dei geologi, in programma da oggi e fino al 30 aprile a Napoli. Rischio sismico, fascicolo del fabbricato, una maggiore informazione sia su come comportarsi in caso di eventi catastrofici naturali sia su come prevenire il rischio di frane, alluvioni, smottamenti. “Serve un piano per il rischio idrogeologico – dice Francesco Peduto, presidente nazionale dei Geologi – Il 70 per cento delle frane europee avviene nel nostro Paese. E’ una nota complessa che consegnamo alla politica da cui abbiamo avuto attenzione, speriamo ora di poter fare un percorso insieme a loro”. In Italia, evidenzia, “manca una legge organica sulla difesa del suolo, su interventi non strutturali. E’ quanto meno opportuno provvedere alla prevenzione del rischio”. Peduto rilancia la necessità di istituire la figura del geologo territoriale, una “sentinella” sul territorio. “Si tratta di tecnici esperti e specializzati – spiega – e qualcosa qui in Campania è stato fatto perché qualche anno fa, l’Ordine campano dei geologi, insieme con gli ingegneri, ha siglato un’intesa con l’Assessorato regionale alla Protezione civile e oggi abbiamo un centinaio di professionisti specializzati, anche se materialmente non sono ancora entrati in azione”. Questo perché “a volte, quando ci sono dei cambi politici in Regione, poi è difficile riprendere il discorso”. “Ma – assicura – ci sono già stati dei contatti e speriamo che attivino queste unità quanto prima”. Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha ricordato che “Napoli è stata la prima in Italia ad acquisire al patrimonio comunale, con il federalismo demaniale, tutte le cavità della città”. “Ora si tratta di metterle a reddito e di avvisare una verifica complessiva”, afferma. “Ora devono arrivare risorse significative perché alcuni interventi sono stati fatti, per esempio a ridosso delle zone collinari o per gli impianti fognari con lo strumento di tutela dal punto di vista urbanistico e paesaggistico – conclude – Pensiamo alle bonifiche da Pianura, a Chiaiano, a Bagnoli, ma c’è bisogno in questo settore di ingenti risorse. Per quanto riguarda i comuni ai quali non è arrivato assolutamente nulla di più rispetto a quello che ci spetta”.