Geolier, comincia dal Maradona il primo tour degli stadi. Una grande storia dietro le sue canzoni

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di Morena Cardiero ed Elisabetta Longobardo

La nascita della canzone napoletana si colloca intorno al XIII secolo, quando l’imperatore Federico II fondò l’Università partenopea e diede inizio alla diffusione di tradizioni popolari caratterizzate da canti rituali. Ma è nel XV secolo che si ebbe un suo ulteriore sviluppo dato che il napoletano venne riconosciuto come lingua ufficiale del regno e numerosi musicisti cominciarono a comporre molteplici ballate. Nel Seicento comparvero i primi esempi di tarantella come “Michelemmà”, danza napoletana ballata abitualmente in gruppo o in coppia, accompagnata da tipici strumenti come il tamburello e la tammorra.  La canzone napoletana ebbe una forte rinascita dopo la seconda guerra mondiale, grazie ad alcuni grandi compositori come Sergio Bruni, Roberto Murolo e Renato Carosone. Negli anni 70, chiusa la stagione del repertorio classico, ci fu un adeguamento alle nuove esigenze. Furono infatti ripresi ed attualizzati i temi della sceneggiata con noti attori come Mario Merola, seguito da Pino MauroMario Trevi e Mario Da Vinci, mentre con riguardo alla lirica abbiamo il tenore Enrico Caruso seguito da altri autori emergenti, tra cui Edoardo ed Eugenio BennatoEduardo De CrescenzoAlan SorrentiEnzo Gragnaniello e Pino Daniele, uno dei cantautori più influenti che è riuscito a mescolare blues, jazz, rock e la musica tradizionale napoletana. Negli anni 80 la sceneggiata napoletana di Mario Merola venne sostituita da un nuovo genere introdotto da  Gigi FinizioMauro Nardi e Nino D’Angelo che riuscì a combinare la tradizione della musica napoletana con melodie moderne; ma è negli anni 90 che la musica napoletana inserì nuovi stili, combinando musica elettronicareggae e hip hop. Si formarono i primi gruppi rap, tra cui La Famiglia e i 13 Bastardi. Emergenti artisti del decennio furono gli Almamegretta, 99 Posse  e il napoletano d’adozione Renzo Arbore con L’Orchestra Italiana. Nei primi anni del Duemila si diffuse il genere neomelodico, di cui è maggiore esponente Gigi D’Alessio, sostenuto da ulteriori artisti legati ad un pubblico principalmente locale. Nel frattempo è salito alla ribalta un altro artista napoletano, lontano dal genere neomelodico: Sal Da Vinci con il celebre musical “C’era una volta…Scugnizzi”. Pur essendo distanti dalla tradizionale musica partenopea, nella seconda decade del secolo sono emersi artisti prevalentemente nel genere rap, come Clementino, i Co’SangLiberato e Geolier. Emanuele Palumbo, conosciuto proprio con lo pseudonimo Geolier, nasce a Napoli il 23 marzo 2000, in uno dei  quartieri più difficili della città, Secondigliano. A 12 anni scrive la prima canzone, sa già che il rap è il suo presente e il suo futuro. Diversa però è l’opinione dei genitori soprattutto dopo che Emanuele decide di mollare scuola per darsi alla musica. L’amore per il suo quartiere è già contenuto nel nome d’arte, che in francese significa secondino, ovvero guardia carceraria. Ma secondino è anche il nome indicato per gli abitanti di Secondigliano. La prima canzone ad essere pubblicata è “P Secondigliano”, un omaggio alla vita di strada, composta assieme ad un altro noto artista: Nicola Siciliano. Nell’ottobre 2019 viene pubblicato “Emanuele”, il suo primo album in collaborazione con Universal. Tra i featuring più importanti ci sono anche Gué Pequeno, Emis Killa e ovviamente l’ex rapper dei Co’Sang, Luché che lo fa mettere sotto contratto con la sua stessa casa discografica BFM Records. Nel dicembre 2022 Geolier annuncia l’uscita del suo secondo disco: “Il Coraggio dei Bambini”, che fin da subito ebbe grande successo con ad oggi cinque dischi di platino. A fine 2023 viene annunciata la presenza di Geolier in gara a Sanremo 2024 con il brano “I p’ me, tu p’ te” con il quale si è classificato secondo. Contemporaneamente annuncia il suo primo tour negli stadi, dove le tre date dal  21 al prossimo 23 giugno al “Diego Armando Maradona” sono completamente sold out.