General Contract pronta a validare progetti biometano per Snam nel Sud

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Trasformare aziende agricole in piccole centrali di produzione di energia nel segno della sostenibilità. A lanciare la sfida è la General Contract di Battipaglia, pronta a vagliare l’ammissibilità dei progetti per la costruzione d’impianti per la produzione di  biometano in vista dell’allacciamento alla rete gestita dalla Snam. L’ammissibilità dei progetti si gioca molto sulla prossimità ai punti di immissione in rete.
 
Il biometano, il gas naturale prodotto prevalentemente da biomasse di origine agrozootecnica che viene immesso direttamente nella rete metanifera, è ormai una realtà in Italia. “La Snam darà priorità per l’allacciamento alla rete a quei progetti per la costruzione di impianti a biometano che siano il più possibile vicini alla rete metanifera gestita ed ai punti di immissione, con riguardo alla capacità produttiva prevista e alla domanda locale in prossimità del punto di immissione in rete – spiega Francesco Cicalese, amministratore di General Contract – in questo momento la nostra società di progettazione è operativa per validare i progetti sulla base delle direttive Snam”.

Il biometano è prodotto sia da scarti di origine agricola sia dalla frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata. E il consumo del biometano avviene evitando di liberare il carbonio sequestrato nei giacimenti di combustibili fossili, e quasi senza ulteriori emissioni climalteranti. Per questo, stando alle Direttive Europee, il biometano rappresenta una possibile soluzione per il conseguimento degli obiettivi fissati dalla Conferenza Cop 21 di Parigi per il contrasto ai cambiamenti climatici.

Una risorsa strategica dunque, l’Italia, con un adeguato sistema legislativo a supporto, sarebbe nelle condizioni di raggiungere una produzione di 8,5 miliardi di metri cubi di biometano entro il 2030, non solo senza ridurre il potenziale dell’agricoltura italiana nei mercati alimentari, ma accrescendo la competitività e sostenibilità delle aziende agricole. Guardando infatti alle potenzialità italiane, l’Italia è il secondo produttore di biogas europeo, dopo la Germania: a fine 2015 risultano operativi nel Paese circa 1.555 impianti biogas, il 77% dei quali alimentato da matrici agricole.