Gay: Il Made in Italy può diventare primo brand del mondo

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Un dibattito che parte dalle esperienze quotidiane degli imprenditori e della popolazione e si sviluppa sui temi da affrontare per avviare da subito il cambiamento. È l’input che Marco Gay, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, ha dato ai suoi associati in vista del Convegno di Capri. L’ultimo, per lui, da massimo rappresentante degli imprenditori italiani under 40. “Porteremo un nostro contributo di visione che parta dalla pratica quotidiana. A Capri saremo a una settimana dalla presentazione della legge di bilancio e ci si potrà inserire nel dibattito che partirà all’approvazione di questo provvedimento”. Anche Gay, come Vincenzo Boccia, avverte l’esigenza di non lasciare altro tempo alle discussioni. “Dobbiamo lavorare per un futuro che deve iniziare oggi perché non possiamo più studiare cosa vogliamo essere tra dieci anni. Parleremo di lavoro, di politica industriale e di internazionalizzazione senza dimenticare coloro che hanno problemi in questo momento a causa del terremoto del Centro Italia”. Quello della solidarietà che viaggia di pari passo con gli affari, in questo caso l’attenzione è rivolta ai terremotati di Accumoli, Amatrice, Arquata del Tronto e zone limitrofe, è un tema sempre presente nei confronti pubblici e nelle iniziative del gruppo Giovani Imprenditori. Una sorta di segno distintivo. 

L’attualità è il dibattito su referendum costituzionale e legge di stabilità, il futuro si chiama Industria 4.0. Un’occasione da non perdere.  “Perché è una decisiva leva di crescita – afferma Gay al convegno di EY ‘Accelerare x Competere x Crescere’, organizzato proprio a Capri a inizio ottobre – per tutte le nostre aziende. Qualche dato per capire di cosa stiamo parlando: con Industria 4.0 la produttività delle imprese italiane può aumentare del 50 per cento e sempre del 50 per cento possono calare i costi di gestione. Inoltre grazie ad internet of things è possibile abbattere del 100 per cento i costi di produzione eliminando il cosiddetto fermo macchina”.  Non è tutto perché nell’anticipo caprese il presidente dei Giovani Imprenditori spiega che “il grande asset del Made in Italy, un mix di territorio, innovazione, eccellenza e capacità produttiva grazie a Industria 4.0 può generare investimenti per un valore complessivo di 13 miliardi di euro entro fine 2017”. Dal punto di vista tecnico Gay si sofferma sul superammortamento “che diventerà iperammortamento e favorirà chi vuole investire e creare valore aggiunto”. 

Il futuro è fatto anche di ambizioni “e il Made in Italy, che già adesso sarebbe il terzo marchio più celebre al mondo dopo Visa e Coca Cola. Ecco, possiamo riuscire a farlo diventare il numero uno, con tutti i vantaggi che ne conseguono per il nostro sistema economico”. 

L’altro tema su cui Gay insiste da tempo è quello dell’innovazione, che a valle significa start-up e nuovi prodotti o processi da immettere sul mercato. 

“Occorre costruire un ecosistema digitale che parte dalle startup e arriva alle grandi imprese”, dice il numero uno degli industriali under 40 a Bologna all’assemblea di Italian Angels For Growth (Iag), principale network italiano di business angels. “Un ecosistema che sostiene l’innovazione dalla nascita – aggiunge – conoscendo la differenza tra debito (tattica) ed equity (strategia, sviluppo, sguardo al futuro). Combinando queste competenze possiamo metterle a disposizione per far diventare grandi idee grandi successi ed è questo il destino che vogliamo per la nostra innovazione in Italia. Finalmente l’ecosistema dell’innovazione comincia a prendere forma, le piccole, medie e grandi aziende riconoscono alle startup il valore di accelerare l’innovazione nei loro prodotti, processi e servizi”.  Gli strumenti per accelerare il passo ci sono già, secondo Gay. “Con l’open innovation, che è uno strumento fortissimo per riguardare i processi aziendali, possiamo farlo in tempi certi e costi certi. Così possiamo fare in modo che le 6mila startup innovative attive in Italia ad oggi diventino altrettante aziende che non solo fanno la storia dell’economia e lo sviluppo del nostro Paese ma ne costruiscono il futuro anche con la qualità del made in Italy”. 

Il Convegno dei Giovani Imprenditori di Capri, secondo appuntamento pubblico organizzato dal gruppo dopo quello di Santa Margherita Ligure, è a un tiro di schioppo dal referendum costituzionale. Che vede la linea verde di Confindustria allineata sul fronte del Sì alla riforma. “È un occasione imperdibile per cambiare in meglio il Paese – dichiara a più riprese Gay – e direi che è ora di non alimentare più polemiche ma di lasciare che i cittadini dibattano tra loro, maturino un’idea consapevole a vadano a votare in piena coscienza e senza alcun condizionamento”. 

Sì alla riforma perché? “Premesso che la riforma perfetta non esiste – spiega il presidente dei Giovani Imprenditori in un recente appuntamento pubblico – direi che ci sono molteplici ragioni per assecondare e appoggiare il progetto presentato dal Governo Renzi”. Su tutte “il superamento del bicameralismo perfetto, tanto perfetto che esiste in un solo Paese al mondo, l’Italia”. E ancora. “L’eliminazione di un organismo costoso e superato come il Cnel e una ripatizione razionale di poteri tra Stato e Regioni. In questo modo il Governo può occuparsi dello sviluppo della politica industriale e le imprese possono pianificare investimenti e insediamenti senza dover sottostare a logiche di campanile”. Infine Gay chiarisce che “non ci sono cambiali in bianco ma la volontà di chiudere la stagione delle riforme costituzionali e aprire quella delle riforme economiche”. Per condurre il sistema Paese nel futuro. 

En.Se.