Garritano tra Jackie e Lennon E quello scatto che fece la storia

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La globalizzazione era un concetto ancora da inventare, il web roba da fantascrittori e la stessa Tv non brillava certo in velocità, eppure quello scatto fece il giro del mondo in La globalizzazione era un concetto ancora da inventare, il web roba da fantascrittori e la stessa Tv non brillava certo in velocità, eppure quello scatto fece il giro del mondo in un attimo. Jacqueline Kennedy fotografata senza veli da un paparazzo travestito da giardiniere in quel di Skorpios, l’isola del tesoro e dei capricci di Aristotele Onassis. Una foto che, oltre all’America (e il Vaticano), sconvolse tutti i colleghi di quel geniale fotoreporter riuscito a infrangere un cordone di sicurezza degno di un capo di stato. A riuscire nell’impresa fu Settimio Garritano, un antesignano del genere, di lì a poco un autentico mito: i suoi ritratti in bianco e nero dei reali di Spagna, di una splendida Lucia Bosè, di Sharif e Chaplin, di Gina Lollobrigida, della dolce vita di Marbella, sono pagine di un album di un’epoca bellissima che lì a Skorpios trovò il suo fuoco d’artificio più clamoroso ma che non ha mai smesso di splendere, fino fino agli ultimi reportage di costume e di guerra in Israele e Iraq. Le sue foto sono apparse in giornali come Time, Life, Newsweek, Der Spiegel e L’Europeo. Per mestiere in giro per il mondo, Garritano nacque nel 1933 nella piccola Rutino, un piccolo paese nei pressi di Agropoli, che a due anni dalla morte lo ricorda con una mostra personale al Palazzo civico delle Arti in programma fino al 31 agosto è organizzata dall’associazione culturale “Photo Polis”, a cura dell’archeologa Laura Del Verme e del giornalista e fotografo Massimo Vicinanza. “Tutti i fotografi – osserva la Del verme – hanno l’ansia di riuscire ad afferrare l’inafferrabile, Settimio amava invece divertirsi, ma nei suoi racconti per immagini la verità più profonda delle cose e delle persone sembra davvero rimanere impressa sulla pellicola”. Da Sophia Loren a Clint Eastwood, fino a Nureyev, Claudia Cardinale, John Lennon e l’immancabile musa Jackie, che non passava vacanza a Capri senza l’immancabile amico fotografo. “Lui rideva del paragone con Antonino Paraggi – continua Del Verme – personaggio che Italo Calvino racconta nell’avventura di un fotografo che cerca di fissare l’attimo perfetto di Bice. Bene, Jackie Kennedy era per Settimio la sua Bice”. Esposte, accanto a quelle delle star appaiono anche molte facce comuni, espressione di popoli lontani, esotici, conosciuti durante i suoi molti viaggi, spesso come inviato. Via da Agropoli diciannovenne, Garritano comincia a imparare il mestiere durante il periodo di ferma volontaria in Aeronautica Militare, dove frequenta un corso di tecnica fotografica. Quattro anni più tardi, dopo il congedo militare resta a Roma come apprendista nello studio della fotografa ritrattista Elda Luxardo, madre del regista Dario Argento, per poi iniziare a lavorare come fotoreporter per le agenzie fotografiche e giornalistiche più importanti italiane, l’Ansa, l’Agenzia Italia, Farabola Foto, Olympia per le quali copre gli avvenimenti di attualità, politica, sport, spettacolo e cinema. A metà degli anni ‘60 decide di lavorare come freelance. Hanno fatto epoca i reportage esclusivi sulla famiglia reale spagnola, tra cui la Duchessa d’Alba e Alfonso di Borbone, ma anche altri reali internazionali come l’ex re d’Italia Umberto di Savoia durante il suo esilio in Portogallo, l’ex regina Maria José e sua figlia Maria Beatrice, il principe Alfonso di Hohenlohe marito di Ira Furstemberg. Al suo rientro in Italia fonda l’agenzia Star Press con sedi a Milano e Roma che presto diventerà una delle agenzie foto giornalistiche più importanti d’Italia. Per molti anni è consulente dell’Eri-Rai, casa editrice della televisione italiana, e produce reportage esclusivi sulle grandi produzioni, “Marco Polo”, “Garibaldi”, “Cristoforo Colombo”, “Dagli Appennini alle Ande”, “Gli ultimi giorni di Pompei”, “L’isola del tesoro” e molte altre.