Garanzia Giovani: Ang, protagonismo Regioni ha rallentato riuscita progetto

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Roma, 10 gen. (Labitalia) – “‘Garanzia Giovani’, per come è strutturato, affida un ruolo di protagonismo alle Regioni. Questo, però, si traduce in un aspetto negativo perché, ad oggi, non tutte le Regioni sono allo stesso livello”. Così Giacomo D’Arrigo, direttore generale Agenzia nazionale per i giovani, commenta con Labitalia l’intervista di oggi, su ‘La Repubblica’, del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in cui sostiene che “gli interventi di politica attiva del lavoro, compresa Garanzia Giovani, stanno richiedendo più tempo di quanto avessi immaginato per la loro implementazione, che è molto complessa perché legata alla condivisione con le Regioni”.

“Programmi, iniziative, servizi informativi, percorsi personalizzati, incentivi: sono queste -spiega- le misure previste a livello nazionale e regionale per offrire opportunità di orientamento, formazione e inserimento al lavoro, in un’ottica di collaborazione tra tutti gli attori pubblici e privati coinvolti”.

“Tra le Regioni -ammette- c’è chi è più avanti e chi è più indietro. Ci sono strutture regionali organizzate, altre che invece hanno dovuto riorganizzarsi a partire dai centri per l’impiego. Questo perché è lasciato tutto al territorio, che solo se strutturato è in grado di rispondere al progetto di ‘Garanzia Giovani’ con ricadute positive”.

“Tuttavia non sempre è così: in questo caso, la Regione deve avere il tempo per mettere in campo le strutture, con inevitabili ritardi sulla riuscita del progetto stesso”, chiarisce D’Arrigo.

“A ‘Garanzia Giovani’ -continua il direttore generale Agenzia nazionale per i giovani- va riconosciuto il merito di essere un’iniziativa che permette ai giovani l’accesso al mercato del lavoro. Era da 20 anni che l’Italia non aveva un’iniziativa del genere che attribuisce le competenze alle singole regioni. ‘Garanzia Giovani’ ha, inoltre, obbligato il nostro Paese a uniformarsi al programma europeo”.