Galleria Lia Rumma, mostre on line e visite su prenotazione. E presto tornerà a Napoli William Kentridge

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in foto un'opera di William Kentridge esposta nella galleria napoletana di Lia Rumma

di Maria Carla Tartarone Realfonzo

Per quanto si possano visitare, con prenotazione, le sedi della Galleria di Lia Rumma, a Milano in via Stilicone, ed a Napoli in via Vannella Gaetani, possiamo tuttavia continuare a goderci immagini dell’Arte Povera, della Minimal Art, della Land Art, dell’Arte Concettuale, attraverso i video. Sono trascorsi ormai cinquanta anni dalla fondaazione (nel 1971 con la personale di Joseph Kosuth) della galleria napoletana e sfogliando gli scritti degli anni passati e le immagini che li accompagnano, desidero ricordare alcuni dei numerosi artisti che hanno abitato il sito napoletano di Lia Rumma, partendo dal 2010, dopo un restauro della Galleria inaugurata dalle opere di Marzia Migliora. Poco dopo, nel 2011 nella Galleria Napoletana, vedemmo Marina Abramovic che, dopo aver ricevuto nel 1997 alla Biennale di Venezia il Leone d’oro come migliore artista, era stata ad esibirsi nel 2010 al Museum of Modern Art di New York per circa 700 ore. Nel 2012, a ottobre, per “la Giornata del Contemporaneo” fu poi la volta di Vanessa Beecroft e di Wiliam Kentridge che, nell’opera “ Contorni di Napoli”, una donna mollemente sdraiata (carboncino su litografia originale), dette il titolo alla Mostra. Con lui furono Tobias Zielony con “Le vele di Scampia” e Franco Scognamiglo con il video “Degli infidi mondi”. Kentridge tornò nel 2014: lo vedemmo a lungo sulla terrazza della Galleria, disponibile al colloquio sulle sue opere, già ammirato dai Napoletani al Museo di Capodimonte per i suoi arazzi, le sue mappe e le sue sculture in “Street of the city” nel 2009 e per l’opera conservata su via Toledo, la scultura di un cavallo in corsa. Nella stessa mostra ammirammo anche le immagini di Vanessa Beecroft, “VB66.128” (stampe a colori) in cui si vedevano 47 modelle muoversi tra frammenti terrosi, evocanti il dramma della eruzione di Pompei. Per quanto estraneo alle Gallerie, desidero ricordare infine il magnifico fregio realizzato a Roma da Kentridge nel 2015, sui muraglioni del Lungotevere, lungo 550 metri, in buona parte ancora conservato. Da Lia Rumma, nel 2013, fu la volta di Luca Monterastelli con le sue sculture polimorfe, composte con materiali vari, anche con prelievi di oggetti riciclati come vedemmo che nella mostra “Arte senza titolo” dove gli fu compagno Domenico Antonio Mancini che espose sculture in legno alludenti all’architettura razionalista e Michele Guido ispirato alla geometria euclidea nelle sue creazioni sia pittoriche che scultoree. Luca Monterastrelli, e Domenico Antonio Mancini, tornati recentemente a Napoli, in Galleria, vengono costretti alla visione on line, a causa della terribile infezione di questi mesi. Ma son incominciate le visite prenotate e presto incontreremo nuovamente William Kentridge che ama Napoli.