Titolo: Fuori onda
Autore: Giuseppe Mastrangelo
Genere: Thriller psicologico
Casa Editrice: Santelli editore
Collana: Grandi Romanzi Santelli
Pagine: 253
Prezzo: 14,99 €
Codice ISBN: 978-88-312-55-929
“Li avremmo fatti morire, morire, morire ogni giorno”: parole amare di un giornalista televisivo che riflette sul suo lavoro e lo giudica dal punto di vista di chi non può più tollerare di lucrare sulla vita altrui. La sua storia è raccontata nel romanzo Fuori onda da Giuseppe Mastrangelo, che ha voluto presentare una vicenda che parla della realtà controversa di una parte del giornalismo televisivo, quella più interessata all’audience che alla verità dei fatti. Il protagonista è un uomo stanco di quello che lui stesso definisce “una farsa di mestiere” e soprattutto di tutti i compromessi che ha dovuto accettare per rimanere sulla cresta dell’onda. In un’opera che si potrebbe definire un thriller esistenziale, si analizzano con profondità le motivazioni di un uomo che ha fatto un patto con il diavolo in cui ha ceduto l’anima, e in cambio ha avuto fama e ricchezza ma anche tanto dolore e sensi di colpa. Il giornalista è molto apprezzato dal suo pubblico e a prima vista sembra che non gli manchi niente: ha una bella famiglia, un buon lavoro e una solidità economica. Peccato che a bilanciare i lustrini della sua vita esteriore ci sia un’interiorità distrutta e corrotta; egli vorrebbe riscattarsi, e solo un gesto estremo e ribelle potrebbe farlo uscire dal suo incubo personale, ma ciò metterebbe fine al benessere economico e al successo. L’autore ci mostra il dietro le quinte di uno studio televisivo, ci fa vedere come lavorano le troupe incaricate di seguire una notizia e ci inoltra in un mondo che il suo personaggio definisce “il gran circo della sensazionalità”. Un luogo abitato da iene che si dividono il cadavere di una preda, e lui è il capobranco che dirige la mattanza. Quando arriva una notizia di cronaca tutti si avventano subito a cercare gli aspetti più morbosi e disturbanti, che si propinano poi al pubblico per settimane, senza rispetto per le vittime. È per questo che egli dice di farli morire ogni giorno, perché è ciò che accade quando si prende un evento tragico e lo si manipola, lo si scompone e lo si ricostruisce assecondando il bisogno collettivo di voyeurismo. “C’è una necrofilia diffusa in tutto il mondo”, afferma, e non è così lontano dalla verità: la fascinazione per la morte, soprattutto per quella violenta, da sempre alimenta il successo dei mass media. Quando però avviene un sanguinoso fatto di cronaca dai risvolti problematici, egli comprende di potersi, forse, riscattare. Ma a che prezzo?
Claudia Strazza
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