Fukushima, nuovo stop per recupero materiale altamente radioattivo

13

Roma, 17 set. (askanews) – La TEPCO, compagnia elettrica che gestisce la centrale nucleare di Fukushima Daiichi, teatro nel 2011 del peggiore incidente atomico dai tempi di Cernobyl, ha annunciato oggi di aver nuovamente interrotto l’inedita operazione di recupero di materiali altamente radioattivi che ancora adesso si trovano nei reattori andati in fusione dell’impianto.

Da una settimana la Tokyo Electric Power Company ha avviato un primo tentativo di recupero dei materiali readioattivi dal reattore 2 della centrale. Dopo che aveva dovuto una prima volta rimandare, la compagnia è stata costretta anche oggi a fermare l’attività perché le telecamere installate sul braccio robotico ad altissima tecnologia che si inoltra nel reattore hanno smesso di funzionare.

TEPCO sta cercando di identificare la causa del problema e di ripristinare il funzionamento delle apparecchiature, ma non ha una stima dei tempi di riattivazione.

Al momento non è ancora stato recuperato neanche un grammo di questo materiale fuso altamente radioattivo. E assolutamente impsosibile effettuare operazioni che comportino presenza umana a quei livelli di esposizione. Il braccio robotizzato, fino a ieri, si è mosso per estendersi all’interno del contenitore di sicurezza e iil dispositivo sviluppato per afferrare i detriti, collegato tramite cavi, è arrivato vicino al fondo del contenitore. E’ anche entrato in contatto con delle concrezioni che si pensa siano detriti radioattivi.

Tuttavia oggi, all’inizio della verifica di funzionamento dell’attrezzatura, due delle quattro telecamere installate su di essahanno smesso di funzionare e non è stato possibile riattivarle. Quindi la TEPCO ha deciso di sospendere l’attività.

TEPCO aveva pianificato di cominciare il recupero dei detriti all’inizio di questa settimana. A partire da domani si cercherà di individuare la causa del problema e di ripristinare le apparecchiature, senza poter ancora prevedere una data di ripresa delle operazioni.

“Stiamo procedendo con la verifica della causa, dando la massima priorità alla sicurezza. Consideriamo normale che le apparecchiature possano rompersi, e in quel caso è fondamentale fermarsi e procedere con cautela. Continueremo a gestire la situazione con la massima attenzione”, ha detto un rappresentante della compagnia elettrica in una conferenza stampa.

La questione dei residui di combustibile nucleare altamente radioattivo è il principale ostacolo allo smantellamento definitivo della centrale, i cui reattori 1, 2 e 3 andarono in fusione in seguito al devastante terremoto tsunami dell’11 marzo 2011 nel Giappone nordorientale.

Si stima che all’interno dei serbatoi di contenimento dei tre reattori vi siano circa 880 tonnellate di detriti di combustibile nucleare fuso.

Un primo tentativo di recupero era iniziato il 22 agosto scorso, ma era stato interrotto in seguito a un errore nella configurazione dei tubi per l’inserimento nel serbatoio di contenimento dell’attrezzatura retrattile necessaria al recupero del materiale pericoloso.

TEPCO ha scelto il reattore No. 2 come il primo da cui iniziare l’attività, poiché la situazione all’interno è più chiara rispetto agli altri, essendo l’unico tra i tre reattori interessati alla fusione del materiale radioattivo a non aver subito anche un’esplosione di idrogeno.

Secondo il piano, TEPCO spera di recuperare fino a 3 grammi di detriti utilizzando un dispositivo telescopico dotato di uno strumento di presa. Il dispositivo può estendersi fino a 22 metri e accedere ai detriti attraverso un punto di penetrazione nel contenitore primario di contenimento.

Secondo il programma di smantellamento stabilito dal governo e da TEPCO, la rimozione dei detriti sarà la terza e ultima fase del processo, che si prevede durerà tra i 30 e i 40 anni.

Il dispositivo tubolare è inserito attraverso un punto di penetrazione situato sul lato del contenitore del reattore, che ha un diametro interno di circa 55 cm e una lunghezza di circa 2 metri.

Oltre la “valvola d’isolamento”, c’è un binario di circa 7,2 metri collegato alla base del recipiente a pressione del reattore, dove si trovano i detriti. Una volta raggiunto questo binario, un braccio situato all’estremità del tubo ruota verso il basso per spostarsi verso la base. L’estremità del tubo è dotata di una pinza metallica a due punte per afferrare i detriti.

Il tubo sarà poi estratto dal contenitore del reattore seguendo lo stesso percorso, e i detriti saranno collocati in una scatola di trasporto, che verrà poi trasferita tramite un carrello in una “glove box” nucleare, progettata per la manipolazione di materiale radioattivo all’interno dell’edificio del reattore.

Dopo aver misurato i livelli di radiazione e altri parametri all’interno della scatola, i detriti saranno trasferiti in un contenitore di trasporto per essere portati in un impianto di analisi nella vicina prefettura di Ibaraki.