Il Marocco è già di per sé un’ oasi , che si affaccia tra la Spagna e l’Africa e offre un indiscusso ascetismo nella metropoli di Casablanca o tra i mercati che giungono fino a noi. Il Marocco in questi anni ha dovuto svolgere una intensa attività propagandista per evitare che succedesse nel proprio Paese ciò che e’ successo anche in altri Paesi come la Tunisia: intraprendere la strada di uno sviluppo sostenibile per evitare che i giovani possano alienarsi al punto tale da cadere nelle reti della delinquenza, del fondamentalismo e dei facili intrighi. Un evento molto importante si è svolto nel Regno del Marocco dal 27 febbraio al 2 marzo, il Regno ha ospitato infatti la sesta edizione del Forum internazionale delle Oasi e dello sviluppo sostenibile, e il tema è stato incentrato sulla tematica: “Oasi e occupazione giovanile, quali prospettive”.
L’evento , come descritto da un articolo di Domenico Letizia, esperto del settore, ha visto la partecipazione di diversi ricercatori, specialisti ed esperti, che mirano a raggiungere una visione concertata e condivisa per migliorare la capacità di recupero delle oasi di fronte ai cambiamenti climatici e ripensare le politiche pubbliche in modo tale da garantire una reale integrazione dei giovani nel mercato del lavoro locale. “ Questa sesta edizione, organizzata in collaborazione con il Dipartimento dell’Agricoltura, la Provincia di Zagora, il Consiglio Provinciale di Zagora e l’Agenzia Nazionale per le aree di Oasi e Argan, ha avuto anche lo scopo di contribuire al dibattito pubblico lanciato pochi mesi fa, dal discorso reale del 20 agosto 2018, in cui il Sovrano ha esortato il governo e gli attori interessati a prendere, al più presto, una serie di misure per combattere la disoccupazione e garantire un’integrazione socio-professionale dei giovani. Durante l’evento sono state sviscerate diverse tematiche, tra cui “Risorse territoriali tra valorizzazione, complementarietà territoriale e integrazione dei giovani nel mercato del lavoro nell’oasi”, “Le terre collettive e le problematiche di sviluppo, quali soluzioni per l’occupazione dei giovani?” e “La società civile e l’occupazione dei giovani, per rafforzare le capacità professionali e le dinamiche creative”. Le oasi nel Maghreb si trovano negli ultimi anni ad affrontare grandi cambiamenti, economici, sociali, culturali, ma soprattutto climatici che necessitano un approccio sostenibile e inclusivo per la loro gestione ottimale. Giornate internazionali finalizzate ad analizzare tematiche sociali ed occupazionali da una prospettiva differente: quella scientifica, concentratasi sull’analisi delle fragilità e opportunità degli ecosistemi oasiani, quella ecologica e ambientale e quella economica con un focus sulla promozione degli investimenti e le possibili modalità di valorizzazione dei prodotti delle oasi. Il Marocco attribuisce grande importanza alle azioni della società civile a favore dell’ambiente. A Casablanca diverse iniziative lanciate dai giovani hanno dato vita ad associazioni che operano per la tutela dell’ambiente e organizzano campagne di sensibilizzazione. “Nel 2016, la scelta del Marocco di ospitare la conferenza mondiale sul clima (COP 22) è stata legittima alla luce dei suoi sforzi per proteggere l’ambiente e la lotta contro il riscaldamento climatico”, affermò l’Ambasciatore del Regno del Marocco in Italia Hassan Abouyoub. “Questa scelta focalizzata sul Marocco di ospitare tale evento planetario è legittima perché in termini di adattamento, uno degli assi della lotta ai cambiamenti climatici, il Regno è all’avanguardia”, sottolineò l’Ambasciatore durante un incontro a Roma, a margine della 39a sessione del Consiglio dei Governatori del Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD).In questo contesto la creazione in Marocco, 50 anni fa, di un programma di gestione delle risorse idriche e delle principali politiche di lotta ai fenomeni naturali come la siccità e la desertificazione dimostra l’importanza dell’ecologia e delle tematiche ambientali anche nel Regno e nella direzione politica del Marocco in Africa e in rapporto con l’Unione Europea e il Mediterraneo“.