Food: Federcuochi compie 50 anni, ‘ambasciatori’ eccellenze italiane nel mondo

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Roma, 10 apr. (Labitalia) – Si è svolta questa mattina, a Roma, la cerimonia per i 50 anni della Federazione italiana cuochi. Circa 600 cuochi hanno sfilato lungo i Fori Imperiali per poi arrivare in Campidoglio dove, alla presenza delle istituzioni, si è svolta una cerimonia di premiazione che ha visto protagonisti gli chef che hanno reso celebre la cucina italiana nel mondo. “Cinquanta anni di Federazione italiana cuochi – ha affermato Rocco Pozzullo, presidente di Fic – raccontano la storia non solo della nostra associazione ma della cucina italiana. Un grande impegno con cui i cuochi hanno reso grande la valorizzazione delle nostre tipicità, quelle nazionali e della cucina regionale che tutti amiamo, soprattutto i turisti che vengono in Italia”.

Pozzullo ha poi sottolineato “l’importanza della formazione, su cui la Federazione italiana cuochi fa grandi investimenti perché siamo convinti che un cuoco deve formarsi e informarsi sulle nuove tecniche e i nuovi prodotti. Nell’anno del cibo italiano, in un momento epico per la cucina italiana grazie alla grande visibilità dei media i cuochi quotidianamente sono protagonisti nel promuovere il buono e il bello del nostro Paese”.

“Questa mattina – ha detto Alessandro Circiello, volto tv e dirigente Federcuochi – tra i 500 e i 600 cuochi sono arrivati al Colosseo da tutta Italia con le delegazioni di tutto il mondo. Abbiamo sfilato per i Fori Imperiali e siamo arrivati al Museo del Vittoriano e, dopo una foto con le istituzioni, siamo arrivati in Campidoglio per la premiazione dei cuochi che hanno fatto la storia nel mondo. Cinquanta anni fa a Roma nasceva la Federazione italiana cuochi e oggi siamo in Campidoglio per raccontare la storia di quanto avvenuto in tutti questi anni in Federcuochi. La cucina negli ultimi 50 anni è cambiata radicalmente: basti pensare ai piatti di tradizione, in passato pesanti e abbondanti, ai nuovi percorsi, come la nouvelle cuisine, la cucina minimalista o le frontiere della cucina molecolare”.

“In questi ultimi anni – ha proseguito – ritorniamo al passato, si ritorna un po’ alla cucina di 30-40 anni fa con i piatti di tradizione, che vincono perché in Italia oltre che per vedere i musei e i tesori architettonici e culturali del nostro Paese i turisti vengono soprattutto per il cibo. Noi cuochi abbiamo il dovere di proporre i piatti giusti e preservare la salubrità del piatto”. Circiello ha ricordato che “in questi ultimi anni è cambiata anche la figura del cuoco: 20 anni fa era nascosto nelle cucine, da dove raramente usciva; oggi l’exploit mediatico e la nuova veste di ‘comunicatore’ del cuoco che va in tv o che esce dalla cucina del ristorante e va in sala a comunicare con i clienti dimostra che siamo cambiati radicalmente, diventando una figura professionale come avveniva già tanti anni fa in altri Paesi europei”.

Quanto al segreto del successo della cucina italiana nel mondo, Circiello ha ricordato che “nei principali alberghi cinque stelle nel mondo il primo chef e il primo maitre sono italiani: questo vuol dire che il mondo ci invidia la tecnica, lo stile, l’eleganza e l’eccellenza dei nostri prodotti, infatti il nostro agroalimentare nel resto del mondo viene pagato a peso d’oro”. “Spesso in Italia ci dimentichiamo tutto questo – ha avvertito – e trascuriamo i nostri piatti di tradizione, che sono la storia della nostra cultura enogastronomica. Questo è l’anno del cibo italiano indetto dei ministeri dell’Agricoltura e dei Beni culturali. Le istituzioni, in questi ultimi anni, anche dopo Expo 2015, si sono rese conto che l’agroalimentare, la cucina e i prodotti fanno sistema e stanno capendo che la figura professionale del cuoco può essere un ambasciatore della divulgazione dei prodotti e dell’agroalimentare italiani nel resto del mondo”.

In occasione dei 50 anni di Federcuochi, è stato realizzato dallo chef Seby Sorbello un piatto ad hoc per le celebrazioni. “Un omaggio all’Italia con l’icona principale dello spaghetto italiano”, ha spiegato Sorbello. “Un piatto – ha aggiunto – in cui si vedono i tre colori dell’Italia, il bianco, il verde e il rosso. L’altra caratteristica principale è che all’assaggio ha le tre icone italiane più importanti, cioè il pomodoro, la mozzarella e il basilico sono presenti in uno spaghetto cotto in un’infusione di basilico e mantecato con un’estrazione di mozzarella, servito con una vellutata di pomodoro italiano, gambero rosso e ricotta fresca”.