L’accelerazione c’e’, ma non basta. Lo certifica la commissaria Ue alla Politica regionale, Corina Cretu, che e’ stata a Reggio Calabria per la prima delle due L’accelerazione c’e’, ma non basta. Lo certifica la commissaria Ue alla Politica regionale, Corina Cretu, che e’ stata a Reggio Calabria per la prima delle due tappe (domani sara’ in Sicilia) della sua visita al Sud per testimoniare l’attenzione dell’Europa ai problemi di spesa e di “assorbimento” dei fondi comunitari del “secondo Paese dopo la Polonia” per volume di stanziamenti. “Complimenti per gli sforzi messi in campo“, ha detto la commissaria al ministro Graziano Delrio, al sottosegretario Claudio De Vincenti ed ai presidenti delle Regioni Campania, Calabria e Sicilia che incontra in due sessioni ‘high level’. Un meeting organizzato “non per giudicare o per essere giudicati – ha spiegato il neo ministro delle Infrastrutture- ma per analizzare con franchezza i punti critici e lavorare per risolverli“. La corsa delle Regioni del Sud per non perdere le preziose risorse dei fondi europei e’ un affannato slalom tra difficolta’ burocratiche e ritardi, con il peso del passato che tiene ancorate le amministrazioni locali all’incubo della restituzione. Nel periodo 2014-2020 l’Italia gestira’ circa 50 programmi operativi nel quadro della politica di coesione dell’Unione europea. L’accordo di partenariato e’ stato approvato a fine ottobre 2014, mentre i programmi operativi nazionali e regionali sono tuttora oggetto di trattative e dovrebbero essere approvati entro quest’anno. Calabria, Campania e Sicilia sono alle prese con la scadenza del 31 dicembre per chiudere il discorso della programmazione 2007-2013, e per potersi poi dedicare a quella 2014-2020. Per quest’ultimo periodo l’Italia ricevera’ 32,2 miliardi, di questi ben 22,2 miliardi sono destinati alle regioni meno sviluppate: Campania, Calabria, Sicilia, appunto, ma anche Basilicata e Puglia. I fondi della politica di coesione stanziati per il periodo 2007-2013 (28,8 miliardi di euro) hanno contribuito, ad esempio, a creare 47.000 posti di lavoro, ad avviare piu’ di 3.700 nuove imprese ed a sostenere 26.000 Pmi, ma anche ad ampliare la banda larga. E, proprio per bocca della commissaria, i prossimi dovranno essere utilizzati soprattutto per risolvere la piaga della disoccupazione: “Il primo obiettivo e’ il lavoro. Ed i programmi europei devono essere, in questo senso, fonte di speranze”. E anche se “certamente il tasso di utilizzazione dei fondi e’ sotto la media – ha detto la commissaria Cretu – con il nuovo programma governativo speriamo si possa procedere piu’ speditamente in questa parte finale“. Il governo infatti ha annunciato l’impegno dell’esecutivo nell’ambito della nuova agenzia per la coesione territoriale. E Caldoro, Crocetta e Oliverio rivendicano il lavoro di accelerazione costante nella programmazione di spesa dei fondi. Di proroghe, pero’, non se ne parla: la scadenza del 31 dicembre 2015 e’ perentoria. “Alcuni Paesi l’hanno chiesta – ha spiegato la commissaria Cretu – ma serviva un voto all’unanimita’ e non e’ stata concessa“. Non l’Italia, pero’: “Non vogliamo essere il paese delle proroghe – ha detto Delrio – piuttosto rimbocchiamoci le maniche e agiamo per completare la spesa nei tempi previsti anche perche’, lo sappiamo bene, non ci sara’ un altro settennato cosi’ ricco per l’Italia“.