Torino, 4 nov. (askanews) – Occupano gli spazi con un’intensità che deriva soprattutto dal contrasto tra la grande dimensione e la sensazione di transitorietà, tra il peso del tempo e l’incertezza di ogni idea di presente. Le sculture di Mark Manders nella Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, che ospita il progetto, “Silent Studio”, sono manifestazione della potenzialità narrativa e ragionano su un’idea più vasta e universale di autoritratto. Si tratta, spiegano dalla Fondazione, di opere che si pongono come “parole visive” che sono parte di mostre che a loro volta vorrebbero corrispondere alle “stanze” di un edificio immaginato, nel quale si rispecchia in molti modi l’identità dell’artista.
Nel ricostruire in qualche modo il suo studio negli spazi del museo torinese, Manders ci porta in una dimensione incerta, che poggia fin da subito sull’apparente fragilità dei suoi lavori, in realtà realizzati in bronzo che simula soltanto la provvisorietà dell’argilla. La sua scultura ambisce a essere slegata da ogni cronologia, e in tal modo aprirsi alle possibilità dell’interpretazione. E una potrebbe avere a che fare con il senso di circolarità del tempo, che pure nel suo ripetersi non è mai lo stesso e l’unica certezza che resta allo spettatore, più genericamente inteso come essere umano, è una vertigine che non passa. Ma, se si è fortunati, assume, almeno con certe particolari condizioni di luce, la forma di uno stupore e di una meraviglia.
In Fondazione Sandretto Re Rebaudengo sono poi aperte altre due esposizioni. La prima è una personale di Bekhbaatar Enkhtur, artista vincitore del Premio illy Present Future 2023, che accoglie una serie di opere dedicate a simboli comuni della superstizione e della fortuna. La seconda è invece dedicata a Stefanie Heinze e riunisce una selezione di opere recenti che riflettono sulle principali tematiche dell’artista: l’esplorazione della tenerezza e della vulnerabilità, le relazioni, l’integrazione tra spiritualità antiche e urbane, la rappresentazione e l’elaborazione di materiali grezzi.