L’evoluzione della società dei costumi e della moda a Napoli, le architetture commerciali eccezionali, l’ascesa della borghesia raccontati nella mostra e nel volume curati da Bianca Stranieri, docente e storica dell’arte, sono al centro della giornata di studio intitolata “Intorno ai Grandi Magazzini. Protagonisti, commercio della moda e socialità a Napoli tra Otto e Novecento” in programma giovedì 4 aprile, dalle 9 alle 18, in Fondazione Banco di Napoli a via dei Tribunali 213. Docenti, ricercatori archivisti,
«Durante il percorso di studio con Silvana Musella Guida, co-ideatrice della mostra, e gli altri autori dei saggi Luigi Abetti, Aide Cuozzo,
«Tra le centinaia di sarti che hanno grande successo – spiega Silvio de Majo docente di Storia dell’industria e Archeologia industriale presso l’Università di Napoli Federico II – ci sono: Raffaele Trifari, Giuseppe Casamassima, Luigi Plassenel, Giovanni Giacomo Salvi, Domenico Farjasse, Carlo Beck. Alcuni di questi sarti non sono nati a Napoli ma sono immigrati da altre province del regno o dall’estero, punta dell’icerberg di un fenomeno di grande immigrazione di sarti e tanti altri artigiani verso Napoli, attratti dalla domanda della sua foltissima aristocrazia e della borghesia». Non è un caso inoltre che la mostra “Ai Grandi Magazzini” e il successivo convegno di approfondimento rappresentino l’incipit nel rievocare, nell’immaginario collettivo, i fulgidi commerci della moda a Napoli tra fine Ottocento e inizio Novecento. «Il Museo della Moda – spiega Maria d’Elia, Presidente della Fondazione Mondragone – attraverso alcuni abiti e accessori d’epoca, provenienti da donazioni di famiglie, che hanno accresciuto il lustro della storia della nostra città, ben si presta a coniugare la necessaria dialettica intercorrente tra i contenuti del passato e la contemporaneità, agevolandone, la rivisitazione. La Belle Époque rappresenta un’epoca di crescita, un tassello indelebile nell’affermazione di una moda rivoluzionaria e libera, capace di predisporre alla socialità e all’aggregazione quanti, ben distanti dall’aristocrazia minata nella sua supremazia, acquistano il ruolo di protagonista nella borghesia nascente».
Mostra, volume e convegno sono sotto la tutela della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania e patrocinati dalla Fondazione Banco di Napoli, da IlCartastorie Museo dell’Archivio Banco di Napoli e dal Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università “Luigi Vanvitelli”, diretto da Giulio Sodano che spiega: «il DiLBeC è impegnato nella ricerca sui Beni Culturali ad ampio raggio, pertanto grazie al contributo di Bianca Stranieri è entusiasta di favorire lo studio di oggetti cosi rilevanti come i tessuti, legati alla moda e ai suoi processi di produzione». L’eco della mostra partenopea, è arrivata prima a Roma all’Università La Sapienza dove si è tenuta una prima giornata sull’argomento con ospiti Bianca Stranieri e gli autori dei saggi e anche a Parigi, che sta per ospitare un evento sugli stessi temi nel Museo delle Arti Decorative dal titolo “La nascita dei grandi magazzini: Moda, Design, Giocattoli, Pubblicità, 1852-1925”. «Il tema che affronta la mostra è eminentemente pluridisciplinare – afferma Fabio Mangone, docente di Storia dell’Architettura alla Federico II- e tocca argomenti di storia urbana, di storia del costume, di storia delle arti, pertanto era necessario un confronto fra punti di vista di ricercatori di estrazioni diversa».