Fondazione Banco di Napoli, l’era Paliotto inizia nel segno di Marrama e Giannola

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In foto Rossella Paliotto, presidente della Fondazione Banco di Napoli

E’ convocata per la giornata di oggi, 21 novembre, l’assemblea dei soci della Fondazione Banco di Napoli. All’ordine del giorno la ratifica dell’elezione di Rossella Paliotto alla presidenza e la nomina dei membri del nuovo consiglio di amministrazione. La Paliotto, imprenditrice molto ben inserita nella vita pubblica napoletana, è la prima donna al vertice della Fondazione in 500 anni di storia del Banco di Napoli. E, spinta dall’orgoglio e dal grande senso di responsabilità, è pienamente intenzionata a riprendere la battaglia del suo predecessore, il professore Daniele Marrama, per vedere riconosciuti i diritti dei vecchi azionisti dell’istituto relativamente al recupero dei crediti da parte della Sga, la Società di Gestione dell’Attivo finita nelle mani del ministero dell’Economia e delle Finanze dopo un tortuoso giro di passaggi privati che ha coinvolto Bnl-Ina prima e Intesa Sanpaolo poi. La battaglia di Marrama prima, e ora della Paliotto, trae origine dal pensiero dell’economista Adriano Giannola, oggi presidente della Svimez ma in passato al vertice della Fondazione, secondo cui la disposizioni di legge del 1996 sulla cessione del Banco di Napoli tutelano espressamente, in uno specifico articolo della normativa, la posizione degli azionisti. Nel mese di ottobre del 2016 la Fondazione, all’epoca presieduta da Marrama, sulla questione indennizzo ottiene una consulenza specifica, contenuta in un documento di 35 pagine di cui si sono perse misteriosamente le tracce, da Francesco Barachini, professore ordinario di Diritto Commerciale presso l’Università di Pisa. Secondo la sua valutazione la Fondazione Banco di Napoli ha il diritto di chiedere un indennizzo al ministero dell’Economia e delle Finanze per un eventuale recupero della sua partecipazione pari al 70% delle azioni. Questo significa avere concretamente diritto ad una quota della somma che la Sga ha recuperato negli anni. All’epoca, è il 1996, i crediti del Banco di Napoli vengono definiti deteriorati, cioè quasi impossibili da riscuotere, ma dieci anni dopo i bilanci della Sga dimostrano che non è così perché oltre il 90% delle esposizioni risulta rientrato alla base per un valore complessivo di 6 miliardi di euro e un utile di 600 milioni.  Adesso l’eventuale azione di indennizzo è nelle mani della Paliotto e del nuovo cda. Il suo predecessore non ha potuto concludere l’opera perché coinvolto in una vicenda giudiziaria dalla quale è uscito indenne ma senza più l’incarico di presidente della Fondazione.

Il nuovo consiglio
Con la Paliotto siedono nel nuovo consiglio di amministrazione Vincenzo Di Baldassarre (vice presidente), Francesco Caia, Luigi Sportelli e Donato Pessolano (consiglieri).

e.s.