Fmi: la crescita globale rallenta

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A cura di Antonio Arricale Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha ridotto dello 0,3% la sua stima di crescita dell’economia globale quest’anno e il prossimo, sottolineando che nel breve periodo il deprezzamento A cura di Antonio Arricale Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha ridotto dello 0,3% la sua stima di crescita dell’economia globale quest’anno e il prossimo, sottolineando che nel breve periodo il deprezzamento del petrolio potrà contribuire positivamente ma non abbastanza da impedire l’aggravarsi della frenata in corso nel lungo periodo. Secondo il rapporto del FMI la crescita mondiale quest’anno si attesterà al 3,5%, al di sotto del 3,8% indicato in precedenza, mentre nel 2016 è atteso un +3,7% contro il +4% indicato nelle stime d’autunno. Gli economisti di Washington stimano che l’economia riceverà un impulso positivo dal calo dei prezzi dell’energia, ma questo impatto darà compensato da un impatto negativo sugli investimenti del settore petrolifero e sulla crescita dei paesi esportatori di petrolio, che si troveranno ad affrontare importanti squilibri di bilancio. Il prezzo del greggio, che si è pressoché dimezzato nel 2014, è atteso in calo del 41,1% quest’anno, anche se l’anno venturo si attende una parziale ripresa del 12,6%. Una correzione temporanea, dunque, che potrebbe costituire un fattore propulsore, al si là degli effetti di breve termine sul comparto petrolifero. Anzi, il Fondo Monetario ha sollecitato i governi a cogliere l’opportunità di rivedere il sistema di sussidi e tasse sull’energia. Il crollo delle quotazioni petrolifere, come atteso, avrà anche delle vittime, in primis la Russia, che dovrebbe sperimentare una recessione di durata biennale, con un PIL visto in calo del 3% nel 2016 e dell’1% nel 2016. Le stime d’autunno parlavano di una crescita dello 0,5% quest’anno e dell’1,5% il prossimo. Secondo il rapporto del Fmi l’area della moneta unica, così come il Giappone, resterà esposta al rischio deflazione e crescerà dell’1,2% quest’anno e dell’1,4% il prossimo, anziché dell’1,4% e dell’1,7% come previsto nelle stime pubblicate a ottobre. Neanche la Germania si salva dalla sforbiciata, giacché il PIL è atteso in crescita dell’1,3% nel 2015 (era 1,5%) e dell’1,5% nel 2016 (era 1,9%). Stessa misura per la Francia che crescerà dello 0,9% e dell’1,3% rispettivamente. L’Italia vedrà una ripresa più modesta, ma in linea con le stime formulate da Bankitalia: il PIL è atteso in crescita dello 0,4% quest’anno e dello 0,8% il prossimo, che si confrontano con lo 0,9% e 1,3% indicato in precedenza. Secondo l’FMI, lo scorso anno ha visto una decrescita del prodotto interno lordo dello 0,4%. Borse asiatiche Borse asiatiche positive questa mattina. A Tokyo il Nikkei ha chiuso le contrattazioni in crescita di 2 punti percentuali a quota 17366 dopo che lo yen ha ceduto terreno nei confronti del dollaro. Bene Hong Kong che sale dello 0,7% e Seoul che ha chiuso con un progresso dello 0,82%. In recupero anche la borsa cinese dopo il pesante ribasso di ieri (-7,7%) dovuto alla stretta delle autorità competenti sul margin trading. Shanghai ha tratto vantaggio soprattutto dal dato odierno sulla Produzione Industriale cresciuta su base annua, secondo i dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica, p iù del previsto in dicembre segnando un progresso del 7,9% contro il 7,2% di novembre (+7,7% in ottobre). La lettura si è rivelata superiore alle attese degli economisti che avevano stimato un progresso del 7,4%. Su base mensile la crescita è stata pari allo 0,75% in dicembre, mentre nell’intero 2014 il dato è risultato pari al +7,9% rispetto al 2013. Nel quarto trimestre del 2014 l’economia cinese ha invece confermato la crescita del precedente periodo al 7,3%, rimanendo perciò sotto al target del 7,5% previsto da Pechino per l’intero anno e ripetendo la peggiore performance dal primo trimestre del 2009. Il dato è comunque migliore rispetto al 7,2% atteso dagli economisti. Trimestre su trimestre la crescita, rettificata su base stagionale, è stata pari all’1,5% contro l’1,7% atteso dagli economisti e l’1,9% del periodo precedente. Nell’intero anno il Pil cinese è perci&ograv e; cresciuto del 7,4% contro il target del 7,5% di Pechino e segnando la peggiore performance dal 3,8% del 1990, quando la Cina scontò le sanzioni internazionali in seguito ai fatti di Tienanmen. Le vendite al dettaglio nel mese di dicembre sono cresciute dell’11,9% su base annua contro l’11,7% atteso dagli economisti che avrebbe segnato una lettura invariata rispetto a novembre. Su base mensile la crescita in dicembre è stata dell’1,01% dopo lo 0,90% registrato in dicembre. Nell’intero 2014 il progresso è stato pari al 12%. Secondo i dati dell’Ufficio nazionale di Statistica, nel mese di dicembre gli investimenti in fixed-asset sono cresciuti del 15,7% contro attese degli analisti per un incremento del 15,8% che avrebbe segnato una lettura invariata rispetto a novembre. Nell’anno il progresso è stato pari al 15,7% contro il 19,3% del 2013. Per quanto riguarda il Giappone , secondo i dati diffusi dalla nipponica Department Stores Association, in dicembre le vendite nei grandi magazzini del Giappone sono calate per il nono mese consecutivo. Continua a sentirsi l’impatto dell’incremento della tassa sui consumi dal 5 all’8% in vigore dal 1° aprile scorso e nell’ultimo mese del 2014 la flessione delle vendite è stata pari allo 1,7% contro l’1% di declino di novembre. Borsa Usa Mercati USA chiusi per la festività del Martin Luther King Day. Europa Le principali Borse europee hanno aperto la seduta positive nonostante la revisione al ribasso dell’outlook da parte dell’Fmi. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,2%, il Cac40 di Parigi lo 0,4%, il Ftse100 di Londra lo 0,35% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,5%. Continua a recuperare terreno lo Smi di Zurigo (+1%). Il Fondo monetario internazionale ha ridotto le stime di crescita dell’economia mondiale al 3,5% nel 2015 e al 3,7% nel 2016. Si tratta dello 0,3% in meno per entrambi gli anni rispetto alle stime precedenti. Sul fronte societario Sap -4%. Il gruppo dei software ha rivisto al ribasso le stime di utile operativo per il 2017 a 6,3-7,0 miliardi di euro da 7,7 miliardi della precedente guidance. IG Group +0,8%. Il broker britannico ha alzato il dividendo intermedio del 47% a 8,45 pence per azione. Nei primi sei mesi l’utile ante imposte è aumentato a 101,4 milioni di sterline (+2,8%) su ricavi per 216,5 milioni (+6,3%). EDF +2,5%. Secondo Les Echos, l’utility manterrà l’obiettivo di free cash flow positivo al 2018 dopo il pagamento dei dividendi. Lufthansa +2%. Barclays ha alzato il rating sul titolo della compagnia aerea a overweight. Italia Il Ftse Mib segna +0,33%, il Ftse Italia All-Share +0,37%, il Ftse Italia Mid Cap +0,73%, il Ftse Italia Star +0,56%. Mercati azionari europei in verde, ieri. Positivi anche oggi i bancari (FTSE Italia Banche +1,1%) in attesa dell’odierno Consiglio dei Ministri in cui dovrebbe essere varato il cosiddetto Investment Compact, un provvedimento che nelle intenzioni dell’esecutivo intende favorire gli investimenti. Il decreto legge conterrà anche la riforma delle banche popolari con l’abolizione dell’istituto del voto capitario. Le indiscrezioni in tal senso hanno causato ieri una vera e propria corsa agli acquisti dei titoli del settore, considerato che questa riforma darebbe molto probabilmente un forte impulso alle aggregazioni e, per tale via, anche al salvataggio di Banca MPS (+4%) e Banca Carige (+1,6%), istituti bocciati da stress test e AQR della BCE e pronti a varare aumenti di capitale. Corregge BP Milano (-2,6%) che ieri era stata la più brillante con un quasi +15%. Mediaset (+3%) guadagna terreno grazie a MF che scrive che la società del biscione ha incrementato il listino dei prezzi della pubblicità fino a Pasqua del 2%: segnale interpretato come indice di ripresa del mercato degli investimenti pubblicitari in vista di Expo 2015 e assenza Mondiali di calcio (che erano esclusiva Rai e Sky). Bene Saras (+3,1%): Societe Generale migliora la raccomandazione sul titolo a HOLD da SELL. Petroliferi in leggera flessione con il greggio che torna sui livelli visti alla fine della scorsa settimana (47,50 $/barile per il WTI e 48,30 per il Brent). Sotto la parità Saipem (-0,5%), Tenaris (-0,4%), Eni (-0,1%). In rosso Luxottica (-2,6%) che ieri pomeriggio dopo la chiusura del mercato ha comunicato il giro d’affari del quarto trimestre e dell’intero 2014. Nello scorso esercizio il fatturato consolidato è aumentato del 4,6% a cambi correnti a 7,652 miliardi di euro (+6,1% a cambi costanti). Nel quarto trimestre il fatturato consolidato è cresciuto del 13,4% a 1,867 miliardi (+7,9% a cambi costanti). I dati sono sostanzialmente in linea con le attese. Luxottica ha comunicato di aver regolato con un esborso di circa 29 milioni di euro il processo verbale di constatazione da parte della GdF per l’anno 2008 basato sullo stesso rilievo formulato con riferimento al 2007 (cui la Società aveva aderito nel mese di dicembre 2013) in materia di transfer pricing (ossia la modalità di determinazione dei prezzi intragruppo).


I dati macro attesi oggi Martedì 20 gennaio 2015 03:00 CINA PIL T4; 03:00 CINA Produzione industriale dic; 03:00 CINA Investimenti fissi dic; 03:00 CINA Vendite al dettaglio dic; 08:00 GER Indice prezzi alla produzione dic; 10:00 ITA Bilancia commerciale (EU) nov; 10:00 ITA Bilancia commerciale (totale) nov; 11:00 GER Indice ZEW (fiducia investitori istituzionali) gen; 16:00 USA Indice NAHB (mercato immobiliare) gen.