Firema, cessione bloccata
A rischio tutte le commesse

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Il comitato di sorveglianza dei creditori di Firema blocca la cessione della società campana del settore metalferro. E mette così a rischio, secondo i dipendenti, non solo la posizione delle 330 Il comitato di sorveglianza dei creditori di Firema blocca la cessione della società campana del settore metalferro. E mette così a rischio, secondo i dipendenti, non solo la posizione delle 330 unità al lavoro presso lo stabilimento di Caserta ma tutte le commesse in corso, compresa quella da 80 milioni di euro messa bando da Trenitalia e per la quale l’azienda sta preparando i documenti di ammissione alla gara. Tra due settimane, peraltro, scade il mandato del commissario straordinario e Firema resta senza guida. A meno che i creditori non si convincano ad accettare l’offerta avanzata daBlutec, il raggruppamento di imprese intenzionato a rilevare la società campana. Alcatel. A integrazione del piano presentato una settimana fa per gli stabilimenti del Nord Italia arrivano ora anche le decisioni per il Mezzogiorno. La multinazionale lascia definitivamente il sito di Battipaglia (Salerno), dove fallisce l’esperimento dell’accordo con Btp Tecno, e lascia senza lavoro 54 dipendenti. Trenta di questi, però, potrebbero trovare una sistemazione nella società Sesa Nv, gli altri al momento non hanno alcuna speranza. Cedisa. Un debito da 3 milioni di euro con il Fisco e un recente pignoramento della somma di 1,25 milioni da parte di Equitalia bloccano di fatto il flusso di cassa dell’azienda salernitana che gestisce due cliniche private in città. Intanto i 35 dipendenti del gruppo, che fa capo all’imprenditore e avvocato Leonardo Calabrese, sono senza stipendio da dieci mesi e minacciano il fermo totale delle attività fino al recupero di tutti gli arretrati. Dema. Regione Campania e proprietà si incontrano per individuare un piano in grado di rilanciare la produzione e salvaguardare i 600 posti di lavoro degli stabilimenti napoletabi di Pomigliano e Somma Vesuviana. Enam. Il tribunale di Nola respinge la richiesta di fallimento per la società municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti nel Comune di Pomigliano d’Arco (Napoli). I dubbi sul futuro dell’azienda, però, restano. Ericsson. Nessuna garanzia, nonostante le numerose riunioni effettuate presso il ministero dello sviluppo economico, la prossima è in calendario il 5 marzo, viene fornita ai 300 dipendenti dello stabilimento di Marcianise (Caserta). La cessione del ramo d’azienda a Jabil, che a Marcianise già gestisce un polo con 600 dipendenti ed è in difficoltà, non è in discussione. A nulla servono gli interventi delle istituzioni. Guardian. La società di vigilanza privata salernitana senza fondi per provvedere al regolare pagamento degli stipendi ai dipendenti. Le difficoltà vanno avanti da circa 18 mesi, da quando l’azienda comincia a pagare gli stipendi non più per intero. “Eppure – dicono i rappresentanti dei lavoratori – Guardian di recente investe in una nuova centrale operativa e nell’acquisto di blindati, quindi i fondi ci sono”. Interporto Sud Europa. Il progetto di completamento del complesso al servizio della piattaforma logistica casertana rischia di terminare anzitempo. È quanto emerge dall’audizione dei vertici della società che gestisce l’interporto presso la commissione Attività produttive del consiglio regionale della Campania. L’area di direzione commerciale e le cosiddette “Torri dell’Interporto”, un complesso di 200 appartamenti, non sono al momento realizzabili. E, considerate lungaggini burocratiche e pochi fondi a disposizione, forse mai lo saranno. A rischio il futuro di 82 addetti. Magneti Marelli. Non c’è accordo sulla riassunzione di 33 dipendenti usciti dallo stabilimento napoletano dell’azienda. La nuova ditta appaltatrice per l’indotto tecnico civile, Manitel Idea, si dice disponibile a rilevare solo cinque addetti con contratti a tempo determinato. Una proposta considerata inaccettabile. Sint. Pignorati i beni della società proprietaria del complesso termale di Castellammare di Stabia (Napoli). Una circostanza che mette a rischio il piano di privatizzazione e fa dire al sindaco del Comune napoletano, Nicola Cuomo, che “ormai è urgente la vendita dell’albergo”. Con i proventi della cessione, la struttura è valutata 6 milioni di euro, è possibile provvedere a ripianare i debiti di Sint. Trusso. La clinica privata di Ottaviano a un passo dalla cessione alla Cardiomed. I sindacati chiedono però il reintegro dei 24 licenziati.