Finalmente viene a galla la verità sul Banco di Napoli

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di Paolo Pantani

Finalmente la verità sul Banco di Napoli viene a galla, grazie all’autentico scoop realizzato da “Il Tempo “di Roma in prima pagina sabato scorso 8 Giugno 2019 ed è una autentica bomba.I principi della famiglia di origine austriaca Windisch Graetz hanno citato in giudizio lo Stato Italiano, nella persona del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro dell’Economia Giovanni Tria e 88 tra parlamentari ed ex parlamentari, a cominciare dal senatore Matteo Renzi, chiedendo un risarcimento danni di oltre 500 milioni di euro per la vicenda legata alla oscura perdita del Banco di Napoli. Noi de “Il Denaro”, nel silenzio “fragoroso” di tutti, siamo stati i primi a denunciare la vicenda,insieme con il presidente SVIMEZ Adriano Giannola e l’ex consigliere della Fondazione Banco di Napoli Avvocato Francesco Fimmanò,l’Associazione Mediterranea,la casa Editrice Giordano Editore,Civicrazia,l’Associazione Carlo Filangieri e l’A.B.C. Associazione Acli Beni Culturali facemmo un convegno il 16 Ottbre 2017:
https://www.ildenaro.it/banco-napoli-caso-della-vendita-fi…/
Gli altri azionisti di maggioranza, fra i quali il più grande, la Fondazione Banco di Napoli, non hanno fatto nessuna azione risarcitoria. E’ pur vero che in Italia non si può parlare male di garibaldi, ma esistono negli archivi della Fondazione Banco di Napoli tutti i documenti relativi al furto di 6 milioni di ducati (equivalenti a 90 milioni degli attuali Euro) depositati nella capitale del Regno delle Due Sicilie.Così, con questi atti di pirateria e con il saccheggio e la spoliazione sistematica del Sud iniziava la predatoria spedizione dei Mille tanta cara e tanto celebrata dalle menzogne dei nostri storiografi e dai nostri risorgimentalisti.
Sono quattro addirittura le cause che i fratelli Mariano Hugo e Manfred Windisch Graetz hanno incardinato davanti al Tribunale di Roma, assistiti dagli avvocati Roberto Aloisio e Tommaso La Rosa: due azioni risarcitorie, una revocatoria e una surrogatoria. I principi Windisch Graetz furono i maggiori azionisti privati del Banco di Napoli: nei primi anni ’90 comprarono un pacchetto da 7,5 milioni di azioni, per un valore di 30 miliardi di lire. Nel luglio del 1996 videro azzerate, insieme a tanti altri piccoli e grandi investitori, tutte le loro partecipazioni al capitale. La banca – che aveva avuto fino a quel momento un ruolo chiave di sostegno all’economia del Sud – cominciò il suo tracollo. Il decreto legge n.497 del 24 settembre 1996, contenente «disposizioni urgenti per il risanamento, la ristrutturazione e la privatizzazione del Banco di Napoli», segnò la nascita della Società per la Gestione degli Attivi (Sga): una spa con un miliardo di lire di capitale, le cui azioni erano state date in pegno al Tesoro. Il 31 dicembre 1996 Sga acquistò 16.839 miliardi di lire di crediti “problematici” del Banco di Napoli (sofferenze, incagli, crediti ristrutturati) per un valore pari a 12.378 miliardi di lire e venti anni dopo questi crediti,assolutamentetutti esigibili, sono stati tutti recuperati e l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi,con il governo Renzi, acquisì da Intesa Sanpaolo la Sga.
Non ci siamo limitati a denunciare questi fatti noi de “Il Denaro”, abbiamo anche coinvolto il Cittadino Candidato Deputato Roberto Fico, attuale terza carica dello Stato:
https://www.ildenaro.it/banco-napoli-ora-fico-ricordi-quel…/
Possiamo finalmente dire, parafrasando Bertold Brecht, che il vecchio Banco di Napoli ha trovato il suo “giudice a Berlino”, ma sarà il Tribunale di Roma,non quello naturale di Napoli. A Napoli, tranne noi, civicratici, non si è mosso assolutamente nessuno fra partiti, giornali e televisioni e questo è molto grave.
Sono 88 i parlamentari denunciati, nonchè il governo e il M.E.F., è una azione giudiziaria gigantesca che non ha eguali, superiore anche allo scandalo della Banca Romana che è stato un caso politico-finanziario di rilevanza nazionale che fu al centro delle cronache italiane dal 1892 al 1894 e che ebbe come elemento centrale la scoperta delle attività illecite del governatore della Banca Romana nel decennio precedente. Furono coinvolti presidenti del Consiglio, come Francesco Crispi,Giovanni Giolitti,ministri, parlamentari e giornalisti. La banca venne liquidata dalla Banca d’Italia, istituita a seguito dello scandalo proprio per riformare il sistema bancario.
Sempre parafrasando Bertold Brecht, ci ricordiamo del suo aforisma: “Quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere”.
Ma a Napoli, tranne noi de “Il Denaro” e le associazioni citate, non ha resistito proprio nessuno,Bassolino addirittura nominò Caro Azelio Ciampi, il realizzatore della oscura manovra,cittadino onorario di Napoli e non a caso anche Giorgio Napolitano è fra i denunciati dalla azione “principesca”.Onore al merito, la aristocrazia ha valore di verità e giustizia, quando tutto il sistema “democratico” di controllo viene a mancare.
Non ci resta che ringraziare i principi Windisch Graetz, ai quali auguriamo, anche per la tutela di noi piccoli correntisti e azionisti napoletani, i quali hanno perso la loro banca di riferimento, la vittoria nelle quattro gigantesche cause intentate.