di Maridì Vicedomini
La produzione audiovisiva rappresenta uno dei segmenti d’impresa più interessanti per l’economia di un Paese, producendo risvolti significativi su l’intero territorio, dalla promozione turistica delle sue bellezze paesaggistiche artistiche e culturali, all’incentive dell’attività ricettiva, alberghiera e ristorativa, alla creazione di nuove opportunità di lavoro per i professionisti del settore (elettricisti, tecnici, video maker eccet).
L’Organo più significativo preposto ad incrementare il settore d’industria audiovisiva all’interno di una regione è la Film Commission; ne parliamo con il Dottore Maurizio Gemma, Direttore della Film Commission Regione Campania.
Dottor Gemma, quando è nata la Film Commission Regione Campania?
Nel 2020 avremmo dovuto celebrare i primi 15 anni di attività della nostra Film Commission, ma causa Pandemia, abbiamo preferito rimandare i festeggiamenti al 2021, sperando che sia per tutti un anno migliore. Io sono stato il promotore di questo progetto alla fine degli anni ”80, quando ritornai a Napoli, avendo constatato l’efficacia dei servizi della Film Commission durante lo svolgimento della mia attività come organizzatore, produttore esecutivo di opere audiovisive svolta fino a quel momento sia in Italia che all’estero. Fu allora che pensai che la Film Commission potesse essere un organismo molto utile per il nostro territorio, ricco di fermenti creativi e culturali, ma dove a quell’epoca scarseggiava la sedimentazione delle esperienze; decisi quindi di fermarmi a Napoli e di sollecitare la Regione Campania insieme ad altri esperti di marketing territoriali nella produzione audiovisiva, ad attivare la Film Commission. Nel 2001, la Campania istituì una Commissione della quale io feci parte accanto ad altri soggetti esterni ed interni alla Regione. La Commissione lavorò per quasi due anni elaborando un progetto che costituì la pietra miliare della Film Commission istituita nel 2004. Inizialmente ricoprì l’incarico di componente del Consiglio di Amministrazione, ma poi mi venne conferita dallo stesso Consiglio all’unanimità la qualifica di Direttore, carica che ricopro dal 2005.
Qual è la genesi dell’Ente Film Commission?
Le Film Commission nascono in America durante il dopoguerra, quando il cinema esce dai grandi studi di posa hollywoodiani ed invade i territori alla ricerca di nuovi modi produttivi e di nuovi contenuti narrativi. In quel periodo storico, mentre in Italia il Neorealismo, in Europa la Nouvelle Vogue ed in USA si imponeva un nuovo linguaggio, quello del “hard boiled”, realizzato per la strada, la dimensione macroscopica delle produzioni americane richiedeva una sorta di processo di ottimizzazione delle risorse disponibili. I territori americani si attrezzarono con uffici pubblici per regolare i rapporti con le società di produzione circa la realizzazione dei prodotti audiovisivi. Gli Stati americani alternativi alla California, intuirono che l’audiovisivo era fonte di business di altissimo profilo per cui accogliere sul proprio territorio una produzione audiovisiva significava: A) favorire una ricaduta economica ovvero quel processo che scaturisce da tutte le incombenze produttive (unità lavorative, ricezione alberghiera, catering, trasporti, assicurazione, beni di consumo, autoveicoli eccetera), B) un grande volano per far conoscere oltre i propri confini, la bellezza dei paesaggi naturali, gli stili di vita, le culture specifiche locali, così da attirare turismo o nuovi investitori.
Il passaggio di una produzione audiovisiva ad una Film Commission di un territorio in cui si vuole operare è obbligatorio?
No ma è molto conveniente per la stessa azienda che vuole realizzare un’opera audiovisiva. In realtà le Film Commission approdarono in Europa negli anni “90 ed in Italia nella seconda parte di quel periodo per attrarre le produzioni audiovisive; a tal fine esse si preoccupavano di realizzare sul territorio di appartenenza tutte le premesse necessarie per facilitare l’attività di coloro che dovevano realizzare un prodotto audiovisivo (informazioni, relazioni con gli enti e le istituzioni locali, agevolazioni per ottenere autorizzazioni necessarie, reperimento delle location in cui poter realizzare le riprese, soprattutto luoghi pubblici come autostrade e strade.
Ci parli della Film Commission Regione Campania
La Fcrc è una Fondazione di diritto privato con un socio unico che è la Regione Campania; quando siamo nati in Campania si realizzavano una decina di produzioni audiovisive mentre oggi contiamo fino a 120, 130 prodotti audiovisivi ogni anno, tra film, serie tv, fiction, programmi televisivi, cortometraggi, documentari, spot pubblicitari, girati nella nostra terra.
Come incrementate l’incoming delle produzioni audiovisive in Campania?
Attraverso gli strumenti tipici del marketing aziendale quali l’aggiornamento continuo del nostro sito ufficiale, le brochure, un capillare lavoro di pubbliche relazioni che svolgiamo nei mercati ed altri eventi di settore e festival che frequentiamo oltre che per sviluppare contatti anche per celebrare i titoli di opere audiovisive presenti in concorso o fuori concorso realizzate in Campania.
Sono previsti anche incentivi economici per le produzioni che vogliono girare un’opera audiovisiva in una Regione?
I produttori audiovisivi sono veri e propri imprenditori che indirizzano i propri investimenti lì dove ravvisano una convenienza; pertanto prestano attenzione particolare ai comparti affidabili in relazione alla presenza di professionisti affidabili ed aziende specializzate, nonché alla presenza di Film Commission concretamente operative, capaci di accogliere ed agevolare le attività, riducendo i costi di produzione ed i tempi di lavorazione, mai a discapito della bellezza. Le Regioni, dal canto loro, al fine di attrarre quanto più è possibile una società di produzione a girare un’opera sul proprio territorio, prevedono un sistema di incentivi economici ai quali si può accedere annualmente attraverso un bando pubblico.
Nel 2016 è stata emanata dalla Regione Campania un’importante Legge per il cinema. COon quali obiettivi?
Grazie all’impulso della nostra Film Commission, la Regione Campania ha emanato una legge che si rivolge a tutti i comparti dell’impresa audiovisiva, stanziando dei fondi non solo per la produzione delle opere ma anche per lo sviluppo dei progetti audiovisivi, per la distribuzione e per le sale cinematografiche.
Come ha influito la pandemia sul comparto audiovisivo in Campania?
Durante il lockdown a marzo 2020 erano in corso alcune produzioni importanti come quella di “Mina Settembre”, “Il Commissario Ricciardi”, la terza serie de “I Bastardi di Pizzofalcone”, il film di Mario Martone dedicato ad Eduardo Scarpetta, in sostanza erano in lavorazione una decina di produzioni. Quando abbiamo ripreso, la Regione, attraverso la proficua collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno di Portici e con il “CEINGE”, Istituto di ricerca della “Federico II”, ci ha permesso di riaprire in sicurezza i numerosi set. Sono stati resi disponibili costantemente e in vasta misura l’erogazione di tamponi e di altri test gratuiti sui set, abbiamo annoverato tra giugno e settembre circa 20 opere audiovisive tra cui quella in costume d’epoca, ambientata negli anni “80 che sigla il grande ritorno di Paolo Sorrentino in Campania. Inoltre, di concerto con la Direzione delle Politiche Culturali della Regione Campania, abbiamo attuato il piano cinema della legge di quest’anno, in deroga all’iter ordinario, adattando alcuni criteri del piano cinema alla crisi pandemica; La Regione ha pubblicato dei bandi molto specifici in linea con l’emergenza Covid 19 stanziando ad esempio, 1 milione di euro per erogare un contributo una tantum ai lavoratori dello spettacolo, impossibilitatati a proseguire il proprio lavoro durante il primo lockdown.
Dottor Gemma, quali sono obiettivi della Film Commission Regione Campania per il 2021?
Il 2021 sarà l’anno in cui ci consacreremo allo sviluppo ed al consolidamento del comparto audiovisivo locale per rendere l’attività dei produttori più incisiva e più dinamica sul mercato delle co-produzioni e sugli scenari internazionali e per accrescere ulteriormente le competenze dei professionisti campani. Abbiamo un obiettivo ambizioso: in primavera dovremmo inaugurare il primo Distretto Audiovisivo in Campania; si tratta di una infrastruttura di circa 10.000 mq, situata nella ex base nato di Bagnoli. I lavori che partiranno da febbraio, mirano alla riqualificazione, ovvero all’adeguamento funzionale della struttura già esistente al progetto che abbiamo elaborato. Il distretto dell’Audiovisivo è stato pensato per potenziare il livello di attrazione della nostra regione dal punto di vista industriale, fornendo soluzioni logistiche e proponendo soluzioni concrete a terzi ma è anche finalizzato allo sviluppo del comparto locale, dei lavoratori e delle imprese campane che impegnano le proprie energie lavorative nell’audiovisivo. Il Distretto si svilupperà in più livelli: alla base ci sarà il “Cine-porto” ovvero spazi dedicati al lavoro temporaneo delle società di produzione che auspico continueremo ad attrarre in Campania; il secondo livello ospiterà un incubatore di imprese locali dell’audiovisivo mentre il terzo ed ultimo livello sarà dedicato alla formazione, con il corso di laurea in Cinema e Televisione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e alla post produzione digitale e all’animazione creativa.