Fiat, nuovi modelli in Campania 5 mld tra Pomigliano e Pratola Serra

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UN PIANO da 55 miliardi di euro con ricadute di almeno 5 miliardi in Campania. E la possibilità, per l’indotto locale, di accrescere il volume di affari e recuperare quei 1400 posti di lavoro congelati a causa della cassa integrazione. UN PIANO da 55 miliardi di euro con ricadute di almeno 5 miliardi in Campania. E la possibilità, per l’indotto locale, di accrescere il volume di affari e recuperare quei 1400 posti di lavoro congelati a causa della cassa integrazione. Entrando nel dettaglio del progetto di rilancio presentato da Fiat Chrysler a Detroit, negli Usa, proviamo a capire cosa succede in regione. E, soprattutto, qual è il ruolo degli stabilimenti di Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli, e Pratola Serra, in provincia di Avellino, dove peraltro opera la Fma. Tutto il progetto ruota intorno alla realizzazione di nuovi modelli, su tutti la Panda Cross, una sportiva super equipaggiata da costruire nel sito alle porte di Napoli. La produzione, in questo caso, verrà avviata entro l’anno in corso. Dal 2018, invece, l’amministratore delegato del gruppo italo statunitense, Sergio Marchionne, vuole realizzare a Pomigliano un nuovo modello della Panda attualmente sul mercato. A Pratola Serra, presso l’insediamento della Fma, saranno invece realizzati i motori per le auto a marchio Alfa Romeo e Maserati. Nello specifico i modelli individuati da Fiat nel piano industriale presentato in settimana sono la coupé e la nuova cabrio Alfieri, il suv Levante, le berline Ghibli e Quattroporte, un innovativo modello di Granturismo. L’impatto sull’indotto è tutto da verificare perché, tanto per citare due esempi su tutti, il progetto non genera nuove commesse per la Pcma Magneti Marelli di Poggioreale, a Napoli, e la Wcl di Nola. Due realtà che hanno messo in cassa integrazione circa mille operai e che, al momento, non vedono benefici all’orizzonte. E i sindacati che valutazione danno? Le sigle Uilm e Fim Cisl parlano di garanzie sul consolidamento dello sviluppo produttivo” e ravvisano l’esigenza di “non mettere i bastoni tra le ruote a questo investimento perché potrebbe essere fatale per tutti”. Il programma quinquennale della Fiat non convince il mercato, tant’è vero che il giorno dopo in Borsa il titolo crolla dell’11 per cento, e nemmeno gli analisti di Financial Times e Wall Street Journal. Per i giornali americani “il piano non è chiaro perché Marchionne non spiega dove troverà i soldi da investire”.

E.S.