Fi, il partito propone il reddito di salute per azzerare il gap Nord-Sud

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In foto Stefano Caldoro

Riprogrammare la spesa dei fondi europei per il Sud ma anche dei pon nazionali per il Sud, i programmi complementari poc e prevedere l’eventuale predisposizione di nuovi Pon nazionali, obiettivi di servizio per finanziare una misura che colmi il divario tra la spesa a disposizione dei cittadini del sud rispetto a quelli del nord Italia sulle cure sanitarie. E’ la proposta lanciata da Stefano Caldoro, ex presidente della Regione Campania e dirigente di Forza Italia. “L’Istat – ha spiegato Caldoro – ha pubblicato dati terribili che spiegano come l’aspettativa di vita dei cittadini del sud Italia sia di 24 mesi inferiore a quelli del nord. Non esiste in Europa un divario cosi’ ampio e il diritto costituzionale alla salute e’ un punto centrale del nostro welfare. Per questo bisogna incidere, senza forme ideologiche di sostegno come il reddito di cittadinanza”. Caldoro ha ricordato che “i 24 mesi di differenziale significano che non solo si muore prima ma si vive peggio, perche’ l’aspettativa di vita si porta dietro malattie croniche e mancanza di prevenzione. Potrebbe partire presto una procedura europea contro l’Italia”. Nella sua proposta Caldoro ricorda che la ripartizione del budget pubblico alle Regioni sulla sanita’ e’ di circa 116 miliardi di euro e vede una distribuzione nelle regioni con una spesa pro capite che varia in media di 60-70 euro, con picchi di 100 euro registrati tra la Campania e la Liguria. “Si possono riprogrammare le risorse europee – ha spiegato Caldoro – e le coperture ci sono, non come per il reddito di cittadinanza”. Il reddito di salute viene strutturato su tre assi: fondi per l’assistenza sanitaria integrativa con il modello mutualistico, il sistema sanitario pubblico tra aziende ospedaliere e privato accreditato e coinvolgerebbe in prima battuta i circa 5 milioni di cittadini del Mezzogiorno esenti da ticket con un costo di 7-10 miliardi di euro. Caldoro spiega che “non serve una legge. Bastano tre delibere che sono gia’ pronte e metto a disposizione del governo e delle regioni del Mezzogiorno, che comincerebbero anche a muoversi come macroregione. Parliamo di 6-800 euro all’anno ai cittadini in piu’ per fare quelli che molti oggi non fanno, sia per mancanza di risorse che per la lunghezza delle liste di attesa: curarsi”. L’ex governatore spiega che “non daremmo i soldi ai cittadini ma con una gara Consip o Soresa si puo’ farla con i fondi mutualistici che si prendono in carico i cittadini con reddito basso e li cura nel settore pubblico con l’intra moeania o nel privato accreditati e cosi risolviamo anche il problema del tetto di spesa dei privati, certificando anche una accelerazione della spesa dei fondi europei”.