Festa della Repubblica, messaggio dell’ambasciatore d’Italia in Croazia

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In foto Pierfrancesco Sacco
Con un Videomessaggio dell’Ambasciatore d’Italia in Croazia Pierfrancesco Sacco in occasione della Festa della Repubblica Italiana 2020, egli si è rivolto a tutti per celebrare la 74ma Festa della Repubblica italiana, sorta con il Referendum costituzionale del 2 giugno 1946. Quest’anno, su indicazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, non si tengono i consueti ricevimenti delle Ambasciate per le misure di prevenzione connesse alla pandemia: Ricordiamo, anzi, e onoriamo con commozione le tante vittime del Covid 19, in Italia, in Croazia e nel mondo, e tutti coloro che si prodigano nelle cure e nella lotta al virus. 74 anni fa nacque un nuovo protagonista della comunità internazionale. Nacque una Repubblica derivante da una plurimillenaria tradizione storica e culturale sorta, nella Resistenza al nazi-fascismo, dalle macerie di una guerra mondiale devastante, sotto il segno della democrazia, del lavoro, della libertà e dell’uguaglianza. Con una felice vicinanza di date, emblematica per la vicinanza geografica e l’amicizia fra i nostri due popoli, tre giorni fa la Croazia ha celebrato la propria Giornata della Statualità che commemora la prima riunione del Parlamento, il Sabor.
Per me questa è la prima Festa della Repubblica come Ambasciatore d’Italia in Croazia. Coglierò quindi l’occasione anche per presentarvi brevemente le linee principali del mio programma di lavoro. Qui in Croazia questo 2 Giugno è particolarmente significativo celebrarlo insieme, italiani e croati, perché cittadini di uno dei paesi fondatori dell’Unione Europea, l’Italia, e cittadini del suo più giovane Stato Membro, la Croazia, che sta per concludere la sua prima Presidenza dell’Unione Europea. Una Presidenza che è stata gestita con impegno ed efficacia, nonostante la pandemia e il terremoto che ha colpito Zagabria lo scorso 22 marzo, con immediati soccorsi da parte italiana. Anche in questo Semestre di Presidenza la tradizionale amicizia e le strette relazioni fra Italia e Croazia hanno dato buoni frutti. Mi fa particolarmente piacere ricordare che il sito internet della Presidenza croata ha anche una versione in lingua italiana.
Fra Roma e Zagabria vi sono stati in questi mesi frequenti contatti e consultazioni a diversi livelli, per conseguire nella migliore maniera obiettivi largamente condivisi. Roma è stata la prima Capitale UE visitata, già nel dicembre 2019, dal Primo Ministro Plenkovic in vista della Presidenza di turno croata e in occasione del Vertice dell’Iniziativa Centro – Europea. Italia e Croazia si sono adoperate assiduamente per raggiungere lo storico risultato dell’apertura dei negoziati di adesione all’Unione Europea con Albania e Macedonia del Nord, fino al Vertice UE – Balcani Occidentali promosso dalla Presidenza croata del 6 maggio, che ha ribadito la prospettiva europea dei Paesi della regione.
Durante l’intero corso della dura lotta al Covid19 e ancora oggi, l’Italia e la Croazia hanno dato prova di sapersi e volersi intendere sulle politiche necessarie al contrasto della pandemia e al superamento del suo gravissimo impatto socio – economico, nel segno di una nuova solidarietà da parte dell’Unione Europea e fra i suoi Stati Membri. Gli incontri bilaterali degli scorsi dodici mesi sono stati numerosi e ancora di più lo saranno quelli dei prossimi. Penso, in particolare, al Comitato dei Ministri, l’istanza che coordina e promuove operativamente i rapporti fra i nostri due Paesi, che si riunirà dopo la pausa estiva.
Esso opera in tanti ambiti di diretto interesse per i cittadini, dai trasporti all’energia, dal turismo alla cultura, dalla sicurezza alla collaborazione imprenditoriale. Riunendosi con frequenza regolare e con un’agenda ambiziosa, ma anche selettiva e concreta, il Comitato dei Ministri potrà diventare un autentico motore dell’innalzamento a livello strategico dei rapporti italo – croati. D’altronde, la netta crescita delle relazioni economiche, finanziarie e turistiche anche nel 2019, anno record nel quale l’interscambio commerciale ha raggiunto i 5,6 miliardi di Euro, con lo speciale ruolo della cooperazione nel settore bancario, ci incoraggia a intraprendere questo percorso d’intensificazione e ampliamento dei rapporti bilaterali. L’Italia è il secondo partner commerciale della Croazia e uno dei paesi da cui proviene una quota primaria degli investimenti diretti esteri qui realizzati. Nel post pandemia, l’amicizia italo – croata sarà anche una risorsa preziosa per il rilancio delle nostre economie, in un quadro radicalmente mutato in cui le micro, piccole e medie aziende saranno decisive. E’ di queste aziende che è fatta gran parte del tessuto economico della Croazia come dell’Italia. Un più serrato dialogo e una maggior collaborazione rispetto al Mediterraneo allargato e al processo di avvicinamento all’Unione Europea degli Stati dei Balcani Occidentali potranno darci un’altra chiave essenziale per innalzare i rapporti al livello strategico che meritano. Ricordo, a tale riguardo, che i nostri Paesi sono impegnati insieme in due esercizi di cooperazione regionale di speciale interesse, l’Iniziativa Centro Europea (InCE) con il suo Segretariato a Trieste, attiva anche rispetto alle sfide poste dal Covid19 nell’area, e l’Iniziativa Adriatico – Ionica che ha il suo Segretariato ad Ancona. Sono convinto che una delle lezioni che dobbiamo apprendere dalla crisi pandemica che ci stiamo lasciando alle spalle, ma i cui effetti resteranno purtroppo a lungo con noi, sia quella dell’importanza dei “vicinati”.
Paesi vicini geograficamente, oltre che storicamente amici come è il caso per Italia e Croazia, sono gli uni per gli altri d’importanza cruciale durante crisi di portata storica come quella attuale. Con la pandemia, ci accorgiamo che nuove sfide incalzanti si sono aggiunte, anche su scala locale e regionale, alla già complessa gestione delle maggiori sfide globali. Mi riferisco a sfide che vanno dalla prevenzione in ambito sanitario al mantenimento della fluidità del traffico merci, dall’esigenza vitale di rilancio economico all’epocale questione delle migrazioni forzate, dalle trasformazioni in atto nel mercato del lavoro alle dinamiche demografiche, dalla sicurezza digitale all’impatto sull’ecosistema adriatico del cambiamento climatico e dell’inquinamento. Penso anche all’accresciuta competizione geopolitica globale, evidente anche nell’area geografica di comune interesse per Italia e Croazia, con la connessa esigenza di rafforzare, sia a livello bilaterale che nel quadro della comune appartenenza all’Unione Europea e alla NATO, la tutela e la promozione dei valori e principi condivisi, sanciti nelle nostre Costituzioni democratiche. Mi sembra evidente come, in questo scenario, Italia e Croazia debbano poter aggiornare rapidamente la propria conoscenza reciproca, in una prospettiva di collaborazione rinnovata e più strategicamente orientata. La presenza in Croazia di un’importante Minoranza autoctona italiana, come quella della Minoranza croata in Italia, rappresenta a mio avviso un pilastro essenziale per costruire un rapporto più strategicamente orientato fra i nostri due Paesi. Gli italiani in Croazia costituiscono una comunità vivace e dinamica, ponte di dialogo interculturale e preziosa sorgente di reti e di rapporti: minoranza autoctona, dunque fortemente radicata in Croazia, ma allo stesso tempo unita da indissolubili legami al nostro Paese. Una delle mie principali linee programmatiche è, fin dall’inizio, proprio quella di potenziare i rapporti tra l’Ambasciata e le Comunità Nazionali Italiane, che l’Unione Italiana unitariamente rappresenta. Quante Scuole e quante altre Istituzioni italiane da conoscere e con cui collaborare! Ho già potuto apprezzare personalmente, a Fiume e Abbazia, l’impegno e la passione che i membri delle Comunità pongono nella tutela e promozione dello straordinario patrimonio di lingua, cultura, storia e qualità che la nostra tradizione può legittimamente vantare, ma anche offrire nello scambio con altre. A Fiume, ho conosciuto anche la straordinaria realtà giornalistica e editoriale dell’EDIT con il quotidiano La Voce del Popolo e tutte le sue pubblicazioni. Spero di riprendere presto il mio programma di visite e incontri, iniziando da Pola e dall’Istria già nel corso di questo mese. L’importanza del ruolo delle Comunità Italiane in Croazia per il complessivo rilancio dei rapporti bilaterali a cui ho prima accennato, mi spinge anche a favorire maggiori interconnessioni, in un’aggiornata ottica di business community, fra Unione Italiana e Camera di Commercio Italo – Croata. Le stiamo perseguendo con la collaborazione pro-attiva del nostro Consolato Generale a Fiume e della rete dei nostri Consolati Onorari, insieme all’Ufficio dell’Agenzia ICE di Zagabria.
Il potenziamento della dimensione economica e imprenditoriale della Minoranza deve andare di pari passo con una più uniforme ed estesa tutela dei suoi diritti, in particolare dei cosiddetti diritti storici. Ho subito trovato in questo un ascolto sensibile nelle competenti Autorità croate. Voglio in particolare ringraziare il Ministro della Pubblica Amministrazione Malenica, che ho avuto il piacere di incontrare personalmente come altri membri del Governo croato. Nel fare riferimento alle Istituzioni croate, rivolgo anche un saluto amichevole al Vice-Presidente del Sabor Furio Radin. Dedicherò rinnovata attenzione anche al dialogo interparlamentare, sempre fonte di sintonie e sinergie fra stati e popoli, per il quale ho già riscontrato piena disponibilità presso il Parlamento italiano. Un’altra linea d’azione che ho iniziato a perseguire riguarda la promozione della lingua e della cultura italiane e l’approfondimento della cooperazione bilaterale in campo culturale. Un passo decisivo in questo senso, per il quale i due Ministeri della cultura sono già impegnati, sarà l’adozione di un nuovo Protocollo esecutivo dell’Accordo quadro in materia culturale.
Intendo dare maggior sistematicità anche alla preziosa opera di diffusione della lingua e cultura italiane che, in ambito universitario, è svolta dai nostri lettorati presso gli atenei croati, al momento a Zagabria, Fiume e Spalato. La collaborazione con i rispettivi dipartimenti e le relative cattedre di italianistica sarà alimentata in modo creativo, con il concorso del nostro Istituto di Cultura. Specifiche iniziative sono in via di elaborazione in questo senso.
Aumentare di spessore e arricchire il dialogo, la collaborazione e gli scambi nei tanti settori in cui si articola l’offerta culturale italo – croata contribuirà a quell’innalzamento a livello strategico delle relazioni fra i nostri due Paesi che considero l’obiettivo di fondo della mia appassionante missione in questo magnifico Paese. Con la creatività e l’impegno di tutti, a partire dal Personale dell’Ambasciata, del Consolato Generale a Fiume, dell’Istituto di Cultura e dell’Ufficio ICE, che ringrazio per la dedizione al servizio della nostra Repubblica, insieme possiamo farcela. Quindi viva l’Italia, viva la Croazia!“.